T W E N T Y - N I N E

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Mi risvegliai in all'interno di una casetta di legno, contornata da fieno ed ero ammanettata, ma subito notai la presenza di Quinton, anch'esso nella mia situazione.

"Quin, cosa é successo?"

Quin: "sei svenuta nel camion e poi ci hanno portato qui"

"dove siamo?"

Quin: "in una casa dispersa nella foresra"

"fantastico direi"

"perché siamo ammanettati?"

Quin: "non lo so-"

X: "te lo dico io il perché, piccina"

Entrò in quella casetta l'uomo che guidava il furgone, ancora completamente incappucciato.

"chi sei?"

X: "ma come, non mi riconosci?"

L'uomo si tolse la sua "comepertura" scoprendo la figura di John.

Un immenso brivido percorse la mia schiena, strinsi i pugni e tremai, solo alla sua vista.

"tu-" dissi con la voce tremolante.

"cosa vuoi?"

John: "i soldi"

"ti darò tutti i soldi che vuoi se ci liberi"

John: "oh, non da te. Da Madison"

Quin: "Madison?"

M: "gli ho promesso 1M di dollari se molesterà e abuserà di nuovo di, Alex"

Disse entrando nella casa, al fianco di John, guardandomi con aria disgustata, che ricambiai.

"brutta puttana che non sei altro, ti rode il fatto che J preferisce me?"

M: "oh cara, stavo giusto andando da lui; John sai cosa fare"

Disse per poi uscire.

Stava andando da Jaden? E Jaden cosa farà? Spero per lui che la respingerà.

John si avvicinò a me, e mi strinse con molta forza i polsi ammanettati, mi abbassò l'intimo attraverso la mia gonna corta della sera prima.

No, non di nuovo.

Non posso crederci, sta riaccadendo.

Il mio incubo si fa nuovamente realtà.

Strinse il collo e le braccia lasciandomi numerosi lividi, mentre continuava a spingere la sua sporca intimità contro la mia.

Mi dispiace per Quinton, che debba subirsi tutto questo.

Chiusi gli occhi e non mossi un dito, volevo urlare dal dolore, ma decisi di urlare per me;

John continuava, non si fermava.

Avrei dovuto ascoltare Quinton in quello stupido parco, almeno in questo momento non ci trovavamo in questo casino.

John continuò per bel quarto d'ora, smise e mi diede un anoressizzante.

Lo sapevo.

Tutto quello che passai lo stavo rivivendo, per cosa? Per colpa di una troia che non sa accettare il fatto di essere lasciata.

John uscí dalla casa chiudendola a chiave, ero sfinita.

Non riuscivo a muovere un muscolo;

Quinton era lí, vicino a me, che mi guardava dispiaciuto, vorrei abbracciarlo, ma non posso.

Quin: "mi dispiace cosí tanto, nana"

"non preoccuparti Quin, fino a qualche anno fa, questa era quotidianità per me"

Mi alzai e guardai in torno, saranno state circa le 4 del mattino.

John o Madison non sarebbero tornati prima di questa notte, se qualcuno li vedesse aggirarsi nei dintorni, sarebbero nella merda.

"secondo te, passerà qualcuno qui intorno?"

Quin: "non so quante possibilità ci siano, ma non credo"

Guardai fuori dalla finestra che affacciava lungo l'autostrada; non passava anima viva.

Sentii qualcosa nella mia tasca, ma non riuscivo ad identificare esattamente cosa sia.

"sento un qualcosa nella mia tasca"

Quin: "cazzo scimmietta, deve essere il tuo cellulare, il mio devo averlo perso per strada"

"che culo"

Riuscii a prendere il telefono e c'era abbastanza batteria;

Sentii dei passi fuori dalla casetta, mi sporsi e vidi che era un ragazzo alto, capelli scuri che si dirigeva verso la foresta correndo.

"ehi ehi!" battei le mani contro la finestra per catturare l'attenzione.

Quin: "cosa stai facendo?"

"c'é un tipo qui fuori"

Il ragazzo si girò verso la casetta, notando la mia presenza e corse verso di noi.

X: "serve aiuto?"

"potresti cercare di aprire la porta e liberarci? Ti spiegherò, perfavore"

Il ragazzo annuí e sfondò la porta in legno, ci liberò dalle manette e tirai fuori il cellulare.

Quin: "che fai, dobbiamo andarcene"

"aspetta, faccio una foto"

Feci una foto al posto, alle manette, agli anoressizzanti e mandai la foto a Jaden con la posizione, scrivendo "ti spiego tutto dopo" e chiusi il cellulare.

Cominciammo a correre verso il locale piú vicino e ci rifugiammo al loro interno.

X: "non mi avete ancora detto come vi chiamate e perché eravate lí"

"Io sono Alex Davis e lui é Quinton Griggs"

X: "io sono Mattia Polibio, piacere"

Quin: "eravamo lí perché ecco"

"lunga storia, la scoprirai leggendo ai notiziari, ora devo assolutamente chiamare J"

Chiamai J e misi in vivavoce;

J: "ehi, principessa, dove sei?? Stai bene? Quinton?"

"J non c'é tempo per spiegare, ti mando la posizione, arriva il piú presto possibile, ti prego"

"Arrivo subito".

𝙏𝙚𝙚𝙣𝙖𝙜𝙚𝙧𝙨 - 𝙅𝙖𝙙𝙚𝙣 𝙃𝙤𝙨𝙨𝙡𝙚𝙧 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora