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Skipe time

T/n pov

Era arrivato il momento.

I dottori mi stavano facendo gli ultimi controlli, sotto il vigile occhio di Arata…

Quando avranno finito io non sarai ufficialmente stata più libera.

Avrei dovuto fingere per non so quanto tempo di stare sotto il suo controllo e sarei dovuta essere pronta ad eseguire ogni suo ordine.

Ma non sarebbe stato difficile, era stato lui stesso a mandare me e N/f al campo di addestramento, dove tra tutte le altre cose, ci avevano insegnato a recitare e a mentire benissimo.

Il suo stesso cazzo di addestramento si sarebbe rivolto contro di lui.

Dovevo solo stare calma e mantenere la mente e il sangue freddo.

“Vogliamo andare?” mi chiese il bastardo di Arata, una volta che i dottori finirono di rimuovermi le bende da tutto il corpo.

“Come vuole lei signor Arata.” dissi io scendendo lentamente dal letto, per poi seguire quel uomo e i suoi scagnozzi, fuori dalla stanza fino in corridoio.

A quel punto le guardie mi accerchiarono, per evitare che qualcuno potesse vedermi…

E in quel momento, mentre camminavo, visto che non potevo fare altro, mi misi a pensare…

“Certo che è andato tutto storno eh?” pensai.

In quel periodo io mi ero sempre ripromessa di non distrarmi…

Di non far si che le persone si avvicinassero troppo a me…

Mi ero impegnata a mentire ogni singolo giorno.

Ma alla fine non era servito a niente.

Ero stata sempre così determinata a pensare ad evitare che N/f si affezionasse troppo a quei ragazzi, che non mi ero accorta, che quella che in realtà si stava affezionando di più a tutti loro, tra i due, ero io.

N/f arrivati a questo punto sarebbe stato più che disposto ad allontanarsi da tutti loro, per continuare il suo cammino da solo, senza soffrirci particolarmente.

Ma io no…

Quei ragazzi, avevano insegnato tanto a una come me, che ormai aveva perso fiducia nella bontà delle persone.

Senza volerlo mi ero aggrappata a loro e ora non potevo più riuscire a dimenticarli, senza dover soffrire davvero tanto, per cercare di mantenere la mia copertura.

Ero stufa di mentire…

Non volevo più una vita così.

Prima ero convinta che arrivare al top della squadra governativa del Giappone, mi avrebbe finalmente dato un po’ più di felicità e soddisfazione, ma grazie all’incontro con quei ragazzi avevo capito che non era così…

Anche se avevo orami raggiunto il mio obbiettivo, faticando e soffrendo ogni giorno per riuscirci, non ero felice…

Perché non era quello che volevo veramente.

È come diceva la mamma…

Nella vita non si è mai felici se si è costretti a fare una cosa che tu non vuoi fare.

Quei ragazzi mi avevano insegnato che quella che io e N/f stavamo vivendo, non si poteva chiamare veramente vita…

Era una cosa diversa, quella in cui io e N/f eravamo inseriti, si poteva comunemente chiamare organo dittatoriale e sfruttatorio.

My Explosions King {Katsuki BakugouXReader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora