CAPITOLO 11

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ALISSA

I'd climb every mountain
And swim every ocean
Just to be with you
And fix what I've broken
Oh, 'cause I need you to see
That you are the reason.

Ascolto "You are the reason" di Calum Scott ft. Leona Lewis con le mie airpods, mentre mi concentro sul movimento dei miei piedi e provo a non cadere di faccia sul tapis roulant. Dopo lo spiacevole incontro con Matt sotto la pioggia, avevo bisogno di sfogarmi e molti dicono che la palestra sia un ottimo modo per liberarsi del nervoso e della frustrazione. Così, mi sono fatta una doccia, mi sono cambiata e sono venuta qui, capendo finalmente il senso di tenere aperta una palestra per tutta la notte.

Non so dire quale sia stata la decisione peggiore, se venire qui o se aumentare di molto la velocità di questo attrezzo infernale e correrci sopra. Ora, mi ritrovo completamente senza fiato, sudata e con solo un muscolosissimo ragazzo che non fa altro che ammirare i suoi muscoli pompati allo specchio di fronte a lui. E sì, la canzone triste e romantica non aiuta minimamente la mia situazione. Se possibile, la peggiora in maniera quasi esasperante.

Osservo il palestrato, mentre si fa una foto allo specchio con il braccio piegato per far risaltare il bicipite.

Mio Dio, non si sono ancora estinti questi tipi strani?

Distolgo subito lo sguardo, quando incrocio il riflesso dei suoi occhi sullo specchio e mi sorride orgoglioso e impettito. Con la coda dell'occhio, lo vedo venire verso la mia direzione, facendomi irrigidire.

E ora che vuole da me?

Mi guardo intorno, evitando di voltarmi nella sua direzione, ma non c'è nessuno, nemmeno lo stronzo del personal trainer che chissà dove si sarà cacciato. La canzone sul mio telefono si interrompe, sostituita dalla suoneria della chiamata in arrivo. È Alex. Rispondo alla svelta, prima che macho man mi raggiunga.

«Alex!» Quasi grido, per far in modo che il messaggio arrivi forte e chiaro al montato, che si blocca appena si accorge della situazione.

«Ehi, quanto entusiasmo!» Ridacchia, ignara di tutto.

«Sì, beh...» Riprendo fiato, diminuendo la velocità del tapis roulant, che mi sta letteralmente uccidendo. «... sono contenta di sentirti.» Termino, affannata.

«Perché hai il fiatone?» Mi domanda, curiosa. «Oh mio Dio, stai facendo sesso e vi interrotti?» Urla, allarmata.

«Cosa? No!» Come le vengono in mente certe cose? Le avrei risposto in quel determinato caso, secondo lei? «Sono... in palestra.» Lancio un'occhiata sbieca al ragazzo a pochi metri da me, ma mi accorgo che ha ripreso a far finta di allenarsi e a fare storie su Instagram.

«A quest'ora?» Indaga, dopodiché la sento sospirare sognante.

«Già. Ti sento allegra. Devi dirmi qualcosa?» Alex ridacchia, e più il suo buon umore aumenta, più il mio si annienta. In realtà, il mio umore era già completamente sotterrato, ma sentirla così entusiasta mi preoccupa e non poco. C'è una sola persona che potrebbe renderla tanto felice, e quella è il mio incubo personale. Conosco il modo di Matt per sfogarsi, dopo una discussione. Non è come tutte le persone normali, non si va a sfogare su un tapis roulant, altrimenti sarebbe qui. No, lui preferisce praticare un altro tipo di attività fisica, qualcosa di più... carnale, diciamo. Rabbrividisco, all'idea.

«Sì. Che ne dici se stasera vengo a dormire a casa tua? Film e pop corn?» Propone Alex, entusiasta.

«Ehm, okay. Ma domani mattina devo svegliarmi presto, andiamo a Coney Island per il compleanno di Harper, perciò...» La informo, ma mi interrompe prima che possa terminare di parlare.

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