CAPITOLO 25

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ALISSA

«No, no, no! Quella non è assolutamente la faccia che avresti dovuto avere!» Ben si toglie gli occhiali e si massaggia gli occhi, come fa sempre quando qualcosa lo esaspera. E se non si fosse capito, in questo caso, quel qualcosa sono io. Non deve essere semplice per lui starmi dietro, e stasera credeva che si sarebbe liberato della mia tristezza, ma è andato tutto storto e contro ogni aspettativa.

«Tranquillo, va tutto bene. Non sono una bambina Ben, me la so cavare. Andiamo a casa.» Gli sorrido, perché non voglio essere un peso per lui, o per le mie sorelle. Non voglio che la mia solitudine li costringa a comportarsi come farebbero dei genitori apprensivi, per non farmela pesare. Dopotutto, me la sono cercata io, no? «Chiamo un taxi.»

«Oh, piccola mia...» Ben mi afferra per la nuca e mi stringe il viso contro il suo petto. «Ti trema la voce, te ne sei accorta?» No, non me ne ero accorta. Non ho il controllo del mio corpo, sono completamente congelata, ho le mani intorpidite, le gambe che faticano anche a muoversi, il naso che cola e la testa dolorante. «Sembri un cubetto di ghiaccio, cazzo.» Mi strofina con le mani e, nel frattempo, mi accompagna verso il guardaroba per prendere la mia giacca. «Avanti, dimmi tutto.»

«Non c'è nulla da dire, Ben. Ha una relazione, adesso, e non mi vuole più. O almeno, è quello che ha detto.»

«E tu gli credi?» Mi afferra per le spalle mi piazza di fronte ai suoi occhi.

«Non lo so.» In realtà, lo so e molto bene. Conosco quello stronzo orgoglioso e so che mi ha mentito solo per vendicarsi di me, ma io l'ho sentito. Il suo desiderio, il suo calore, il suo amore. C'era. Era lì, nascosto sotto strati e strati di rabbia, confusione e arroganza. Il mio Matt, quello che mi ha scritto il biglietto, che mi ha dichiarato il suo amore a Coney Island era proprio lì con noi. E io lo rivoglio indietro. Non so se la storia con Alex sia vera, ma so che è vero quello che prova per me. E non ho intenzione di arrendermi. «Ma ho intenzione di scoprirlo. Mi dici sempre di cacciare fuori le palle, no?»

«Sì!» Ben annuisce, incredulo ma orgoglioso allo stesso tempo. «Sì, cazzo, te l'ho proprio detto!» Socchiude gli occhi e mi guarda sospettoso. «E spero con tutto me stesso che domani, appena la sbronza ti sarà passata, ti ricorderai esattamente queste parole. Spero che ti ricorderai come ti senti adesso, forte e con il mondo stretto all'interno del tuo pugno. Perché se farai marcia indietro e tornerai a nasconderti dietro la tua insicurezza, io ti giuro, piccola Alissa, che ti prendo a calci in culo fino a che mi implorerai di smettere.» Sghignazzo, di fronte alla sua minaccia che non ha assolutamente nulla di spaventoso.

«Lo ricorderò, caro Ben, e sai perché? Perché non sono così tanto ubriaca!»

Ero maledettamente ubriaca!

Non al punto da non ricordarmi la serata o da star male, ma abbastanza da avere il coraggio di fare tutto ciò che ho fatto ieri notte. Me ne pento? Sì... e no!

Certo, mi pento dei modi, di molte cose indecenti che ho fatto, del mio atteggiamento da bambina, e soprattutto di essere rimasta di fuori mezza nuda con zero gradi, ma non del concetto. Quello era giusto. Voglio Matt e sono ancora decisa a riprendermelo. Anche se questa mattina mi ritrovo con un leggero mal di gola e il naso chiuso. Che diavolo!

Corro giù per le scale, trovandomi di fronte a qualche scatolone di fronte alla porta. Non trovando nessuno, però, all'ingresso, entro in cucina, dove è presente la mia famiglia al completo. Tutti per un unico trasloco. Che non si dica che i Williams manchino di cooperazione, quando c'è un evento importante.

«Buongiorno!» Esclamo, tirando, poi, su con il naso.

«Buongiorno, cognata! Ho portato le ciambelle.» Mi informa Dylan e, con uno strano entusiasmo e anche un certo languorino in pancia, mi lancio sul vassoio delle ciambelle. Era da un po' che il mio stomaco aveva smesso di emozionarsi per il cibo, ma questa mattina mi sento felice, come non mi sentivo da tempo. E so anche il perché. Anche se l'incontro con Matt non è stato uno dei più romantici e non è nemmeno terminato con il tanto sperato lieto fine, il sentirlo così vicino a me mi ha dato una nuova energia e anche un nuovo sorriso. Ce l'ho stampato sulle labbra sin dal momento in cui ho aperto gli occhi questa mattina. È stato come se non ci fossimo mai lasciati. Abbiamo litigato a parole, vero, ma è stato come fare l'amore. Nonostante il freddo, nonostante la rabbia, eravamo passione, fuoco, eravamo semplicemente noi. O almeno, è questo che ho sentito io e spero che per lui sia stato altrettanto.

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