CAPITOLO 23

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ALISSA

«Ma buon compleanno, mia piccola compagna di vita!» Sorrido a Ben, che, ancora sull'uscio della porta di casa mia, mi sventola davanti una busta di Michael Kors.

«Grazie! Che cos'è?» Domando, impaziente ed emozionata. «È per me?» Gli occhi mi brillano per l'eccitazione.

«No, per la First Lady degli Stati Uniti d'America. Ma certo che è per te, tesoro, è il tuo compleanno!» Mi schiaccia l'occhio e io gli strappo letteralmente la busta dalle mani e mi butto tra le sue braccia, emettendo un gridolino acuto di pura euforia. «Avanti, aprila, voglio vedere la tua faccia!» Forse è persino più contento di me. E allora, per non farlo penare troppo, apro la busta, trovando dentro una scatola bianca con sopra scritto, in nero, il nome dello stilista. Poso a terra la busta e la scoperchio, trovandoci, all'interno, una borsa, non grandissima, elegante e con la scritta "Michael Kors" e gli inserti in argento.

«Oh mio Dio, l'adoro! Grazie, Ben, ti voglio bene!»

«E, pensa un po'? Non è nemmeno di pelle vera, così non comincerai a rompermi con le tue fisse da vegana quale sei.» Gesticola, come se le mie "fisse" fossero infondate.

«Non sono vegana, ma vegetariana, anche se ci sto provando a esserlo. Comunque, non credevo mi ascoltassi davvero, quando ti parlo di questi argomenti e sapere che li rispetti mi fa emozionare. Grazie, Ben, sei davvero un tesoro.» Lo abbraccio di nuovo e lui ricambia la mia stretta, ma non più del necessario. Di solito, è un coccolone, ma oggi sembra iperattivo e non ho la più pallida idea di cosa abbia in mente.

«Bene, ora basta con le sdolcinatezze, abbiamo da fare!» Batte le mani, mentre lo faccio entrare in casa. Saluta tutta la mia numerosa famiglia, compreso Evan, che si è aggiunto e ha pranzato con noi e rimarrà anche a cena. Dato che stasera sarà dedicato solo alle donne – e a Ben che si è rifiutato di non partecipare –, ho deciso di festeggiare con lui e Dylan prima di andare al locale scelto. Ma prima, mi aspetta un pomeriggio di pettegolezzi e shopping insieme al mio compagno di vita. Ormai, passiamo praticamente tutto il tempo insieme, al lavoro, fuori il lavoro, sempre.

«Allora, andiamo? Dobbiamo trovare qualcosa che si abbini alla tua bellissima borsa.» Mi ammicca e mi trascina fuori di casa, dandomi a malapena il tempo di prendere la giacca e la sciarpa dall'appendiabiti.

Saliamo nella macchina di Ben e, dopo appena quindici minuti, arriviamo al centro commerciale.

«Okay, io ho fame e ho bisogno di parecchie energie, per questa sessione intensiva di shopping.» Si massaggia la pancia per rimarcare il concetto.

«Va bene, andiamo prima al bar.»

«Ti adoro.» Lo prendo sottobraccio e ci sediamo a uno dei tanti tavoli disponibili, uno di fronte all'altra. Ben ordina una fetta di Red Velvet e un cappuccino e io una cioccolata calda, per riscaldarmi un po' dalle basse temperature di New York.

«Allora, ora mi dici che hai fatto?» Esordisce, lasciandomi perplessa.

«In che senso?» Gli domando, confusa, mentre la cameriera ci serve i nostri ordini con un sorriso gentile in volto.

«Non pensare che mi siano sfuggiti i tuoi occhi rossi, prima.» Prende una forchettata della sua torta e mi scruta attentamente.

«Non ne voglio parlare, Ben. Questo è il nostro pomeriggio e io non ho nessuna intenzione di rovinarlo con le mie paranoie. Per cui, capitolo chiuso!» Lecco il cucchiaino, cosparso di cioccolata e poi faccio lo stesso con le mie labbra, in estasi.

«Tesoro...» Ben mi prende la mano nella sua e mi guarda dolcemente. «è il nostro pomeriggio, ed è mio dovere, in quanto tuo migliore amico, farti passare un fantastico compleanno. Per cui, devi liberarti dei brutti pensieri, altrimenti li terrai dentro per tutto il giorno e questo ti impedirà di lasciarti andare. Hai bisogno di sfogarti, di un consiglio, di piangere sulla spalla di un amico? Bene, eccomi! Sono qui per te. Facciamolo, butta fuori tutto e poi ci divertiamo come solo io e te sappiamo fare!» Lo guardo intenerita, mentre si tira su sul naso i suoi occhiali e i riccioli neri gli ballano sulla fronte a ogni suo movimento. Ben è una di quelle persone a cui piace sempre ridere e scherzare, ma che è perfettamente in grado di capire quando le persone a cui tiene hanno bisogno, invece, di essere tristi. Non so esattamente cosa avrei fatto questi tre mesi senza di lui, i suoi consigli e, soprattutto, la sua allegria. È in grado di entrare in una stanza e illuminarla di sorrisi anche solo stando fermo, basta semplicemente guardarlo in quegli occhi verdi, screziati da sfumature marroni e sempre brillanti e vispi, per tornare a essere di buonumore.

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