CAPITOLO 15

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ALISSA

Passati altri cinque minuti di camminata dalla mia recente caduta a faccia avanti, arriviamo di fronte al Luna Park di Coney Island. Il cuore prende a battermi a velocità folle, solo nel vedere le varie attrazioni che arrivano a delle altezze esorbitanti.

Faccio un respiro profondo e cerco di mandare giù il groppo che sento nella gola. Mi porto il pollice della mano destra alla bocca e comincio a mangiucchiarmi l'unghia, giusto per sfogare la mia agitazione in qualche modo. Peccato che non funzioni affatto.

No, io non salirò mai e poi mai su quei cosi. Non se non voglio vedermi morta di crepacuore a soli ventitré anni. Sono sicura che a Brianna non dispiacerebbe la mia prematura dipartita, ma io vorrei godermi ancora qualche anno sulla terra, se fosse in qualche modo possibile. Posso sembrare depressa delle volte, ma in realtà, credo che la mia vita sia piuttosto soddisfacente, anche se in amore fa veramente pietà. Ma non esiste solo quello. C'è la famiglia, la salute, gli amici, il lavoro. E non posso lamentarmi di nulla, quindi no, non vorrei morire letteralmente di paura a causa di uno stupido gioco fatto di velocità e discese ripide.

Paghiamo la nostra entrata al luna park, i soldi peggior spesi in tutta la mia vita, almeno per quanto mi riguarda.

«Iniziamo con le montagne russe?» Propone Abbie, entusiasta. Tutti acconsentono e ci dirigiamo verso il "The Cyclone", nome già poco rassicurante, secondo il mio modesto parere. Tanto per iniziare con qualcosa di tranquillo e per nulla pericoloso.

«Okay, io credo che vi aspetterò qui.» Annuncio, con convinzione.

«Aha, no. Sapevo che lo avresti detto, Alissa. Ma lo devi fare per il mio compleanno.» Harper sbatte le ciglia per adularmi, ma non otterrà l'effetto che spera.

«Qualcuno dovrà pur rimanere con Sophie, no?» Punto gli occhi sulla mia piccola nipotina e le sorrido, ringraziando il cielo della sua presenza.

«Tranquilla, faremo a turno per rimanere con lei, inizierà Dylan...» Mi contraddice mia sorella, facendomi storcere il naso.

«Beh, non ho comunque nessuna intenzione di salire lì sopra. Sai da quanto sta in piedi questa cosa? Te lo dico io, dal 1927. Sono parecchi anni, sai? E io ci tengo alla mia integrità fisica.» Ribatto, esponendo tutti i miei validi argomenti.

«Sai che esiste la manutenzione?» Interviene Brianna, con il suo solito parere non richiesto.

«Beh, allora ti lascio l'onore di testare la qualità del lavoro dei manutentori.» Socchiudo gli occhi, fissandola, e porto le mani chiuse a pugno sui fianchi. Se ci tiene tanto a urlare come una gallina sul giro della morte, che si accomodi pure, le lascio volentieri tutto il divertimento.

«Credo che anche io rimarrò a terra.» Chris, il fidanzato di Brianna, interrompe la guerra fredda tra me e la sua futura moglie, che si volta a guardarlo.

«Cosa? Mi lasci andare da sola?» Sporge il labbro inferiore, in un'espressione triste ma visibilmente finta. «Matt, vieni con me, allora?» Ne approfitta subito, ritrovando immediatamente il sorriso perduto nel momento in cui i suoi artigli da arpia si attaccano al braccio del mio stronzo.

Uno strano formicolio mi attraversa le dita e un acido mi corrode il petto. Le mie mani fremono dalla voglia di afferrare quei capelli biondi e strapparne uno a uno, insieme alle sue ciglia finte. Vorrei tirare per le orecchie il suo fidanzato e prenderlo a sberle fino a quando non si renderà conto di che razza di persona sta per sposare. Come può non accorgersi di nulla? Forse il suo corpo potrà essere qui sulla terra, ma la testa è decisamente sulla luna. Insomma, quella strega non smette di sbattere le palpebre mentre palpa qualsiasi muscolo appartenente a quel dannato corpo perfetto di Matt. Brutta stronza, quelli lì sono i miei muscoli.

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