CAPITOLO 16

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ALISSA

«Okay, ho avuto la mia dose di adrenalina per stasera. Quindi, credo che possiate tranquillamente tornare al vostro divertimento e io resterò con Sophie.» Esordisco, raggiungendo nuovamente tutti gli altri. «Andiamo a cercare qualche giostra per te, piccola mia?» Mi inginocchio di fronte a Sophie, che mi abbraccia forte il collo e annuisce contenta.

«Okay, va bene. Ma mi raccomando, fai attenzione e non viziarla troppo.» Harper passa gli occhi da me a sua figlia e le punta l'indice contro. «... Ho detto niente zucchero filato, Sophie. Non cercare di convincere la zia, perché hai mangiato solo dolci da quando siamo arrivati stamattina.»

«Mammaaaa!» Si lamenta Sophie, singhiozzando, capricciosa come sempre.

«Ho detto no!» Mia sorella torna a guardarmi negli occhi. «No!» Mi avverte minacciosa.

«Va bene, va bene, ho capito.» Alzo gli occhi al cielo e prendo Sophie tra le braccia per metterla all'interno del suo passeggino. «Beh, ci vediamo tra poco. Buon...» Lancio uno sguardo alle attrazioni dietro le spalle dei miei amici, ingoiando a vuoto. «... divertimento.» Termino e mi avvio verso l'area bimbi.

«Allora, Sophie, dove vuoi andare per prima? Ci sono il trenino, le macchinine... oh, e anche le barchette sull'acqua!» Gliele indico, quasi più entusiasta di lei.

«Voglio prima lo zucchero filato, zia.» Sophie si affaccia dal passeggino e si volta per guardarmi, con un'espressione triste e gli occhioni tra il marrone e il verde completamente bagnati.

«Oh, ma la mamma ha detto che non possiamo.» Rispondo, a malincuore, dispiaciuta nel vedere quel musetto dolce e quelle lacrime sulle guanciotte della mia piccola stellina.

«Ma io lo volevo... per favore, zia.» Tira su con il suo piccolo naso e il mio cuore si spezza in due.

«E va bene, ma non devi dirlo a nessuno, capito?» Bene, la mia autorità è sopravvissuta per circa un minuto. Wow, veramente sorprendente.

Sophie ritrova subito la sua allegria, distendendo la bocca in un sorrisone soddisfatto. E solo in quel momento mi rendo conto che mi sono fatta fregare di nuovo da lei e dalle sue lacrime da coccodrillo. Lo sa benissimo che quei suoi occhi grandi e dal taglio particolare mi rendono debole e cedevole.

Ci avviciniamo al banco dello zucchero filato e ne ordino uno per la mia piccola manipolatrice.

«Grazie, zia, tu sei bella perché mi dici sempre di sì e mi compri tante cose! Mamma è brutta.» Esclama, mentre le passo lo stecco avvolto dallo zucchero filato.

«Ma davvero? Giurerei di averti sentita dire la stessa cosa a tua madre, l'altra sera, perché ti aveva comprato un nuovo gioco.» La guardo con un sopracciglio alzato, sospettosa.

«No, no... solo tu sei bella e io ti voglio tanto bene.» Ripete, facendomi ridere. Sophie è una grandissima furbetta e, allo stesso tempo, la bambina più dolce e affettuosa che esista. Quindi, è normale che mi ritrovi puntualmente a fare tutto ciò che vuole, anche contro il volere della madre. Ma credo che gli zii e i nonni siano stati istituiti proprio per questo: viziare i propri nipoti a costo anche della propria vita.

«Credevo che lo zucchero filato fosse stato vietato!» Sobbalzo e mi volto verso Matt con una mano sul cuore, cercando di calmarlo. «Paura, eh?» Ridacchia e ruba un bel pezzo dello zucchero filato a Sophie.

«Nooo, zio Matt!» Piagnucola lei, mettendo il broncio.

«È il pagamento per non dire niente a tua madre, piccoletta.» La prende in giro, strappandone un pezzo con la bocca e offrendomi quello rimanente. Nego con la testa, per rifiutare, ma lui lo avvicina lo stesso alle mie labbra, che automaticamente si schiudono per accoglierlo. I suoi occhi sono fissi sulla mia bocca, che si chiude attorno al suo pollice e al suo indice per qualche secondo, prima che lui li faccia scivolare fuori. Se li porta alle labbra e li lecca per pulire lo zucchero rimasto attaccato ai polpastrelli. E io mi ritrovo imbambolata a guardare i suoi movimenti, mentre continuo a domandarmi perché qualsiasi cosa faccia debba risultare così sexy. Tanto da confondermi le idee e farmi sentire nello stomaco un miliardo di quelle farfalline che svolazzano in giro. Dio, quelle labbra potrebbero uccidermi se lo volessero.

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