CAPITOLO 39

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MATT

«Oh, mio Dio! Oh, mio Dio! Oh, mio Dio!» Squittisce Alissa, aggrappandosi al mio braccio e saltellando come un'esaltata. Fin da quando siamo partiti da casa per andare a prendere il suo amico Steve all'aeroporto, ha un dannatissimo sorriso stampato in faccia che mi sta facendo saltare veramente i nervi. Sembra fin troppo euforica di rivedere questo tizio. Anzi, no, è troppo euforica di rivedere questo tizio. E la cosa, a essere proprio sinceri, mi piace quanto il sale nel caffè: mi fa vomitare. «Non sto più nella pelle, non vedo l'ora di rivederlo!»

Le rispondo con un grugnito, che dovrebbe farle comprendere appieno quanto io, invece, non vedo l'ora che se ne vada a fare in culo, così com'è arrivato.

«Matt, smettila di fare quella faccia. Vedrai, Steve è fantastico. Sono sicura che ti piacerà, se solo deciderai di dargli una possibilità.» Mi guarda con i suoi occhi, grandi e brillanti di felicità, e i miei ruotano all'indietro, insieme alla mia testa.

«Va bene.» Rispondo a denti stretti, e lei sorride, battendo le mani. Guardo l'orologio, rendendomi conto che il nostro ospite tanto atteso dovrebbe essere già atterrato da circa quindici minuti. Bene, il ragazzo se la prende comoda.

«Lo aspetterò per altri cinque minuti, poi il tipo prenderà un taxi. Chi crede di essere, Obama?»

«Lasciagli almeno il tempo di prendere il bagaglio, Matt, lo sai che ci vuole tempo.» Mi risponde, completamente disinteressata alla mia minaccia, mentre si guarda intorno alla ricerca di una faccia conosciuta.

«Ehi, cioccolatino!» Una voce maschile e giocosa ci arriva alle nostre spalle. Alissa si volta e il suo viso si illumina appena avvista il suo obiettivo. Seguo anch'io la traiettoria del suo sguardo e mi ritrovo a qualche metro da un ragazzo biondo, con un grande sorriso sul volto. Steve solleva i suoi Ray Ban sulla testa, rivelando due occhi marroni chiari, tendenti quasi al verde. Poi allarga le braccia, Alissa non perde tempo e si precipita di corsa verso di lui.

«Steve!» Gli salta addosso, agganciando le gambe alla sua vita e facendogli fare un passetto indietro durante l'impatto dei loro corpi. Non dovrei innervosirmi se le mani di lui finiscono sul sedere di lei per sorreggerla, perché, dopotutto, sono amici di una vita. Il problema è che mi innervosisco lo stesso. «Mi sei mancato da morire.» Alissa infila il suo viso nel collo di lui, che si abbassa leggermente per baciargli la spalla.

«Anche tu. È bello rivederti, cioccolatino.» Dio, mi urta anche lo stupido nomignolo con cui la chiama.

Faccio qualche passo nella loro direzione, continuando a puntare lui con il mio sguardo alla "vacci piano con quelle mani, se non vuoi ritrovarti con un dito mozzato". Peccato che il tipo non mi stia assolutamente degnando di nessunissima attenzione. Mi infilo le mani in tasca e mi schiarisco la voce per ricordare la mia presenza. Alissa alza la testa e si volta verso di me, spalanca gli occhi – come se si fosse dimenticata di essersi fatta accompagnare qui dal suo ragazzo – e scioglie le gambe dalla vita di Steve per rimettersi in piedi. Bene, cazzo.

«Oh, Steve, lui è Matt...»

«Ah, Matt... mi è familiare questo nome. E sicuramente anche il tuo viso.» Mi porge la mano, che stringo, mentre continua a studiarmi con occhi socchiusi. Poi, all'improvviso, le sue sopracciglia schizzano in alto e il suo viso si riempie di consapevolezza. Sì, esatto, amico, stavi palpeggiando la mia fottuta ragazza proprio davanti ai miei occhi. «Il ragazzo di Alex!» Esclama poi, facendomi impietrire. Che cazzo dice questo imbecille? «E il tuo ex, se non ricordo male.» Continua, voltandosi verso Alissa e guardandola con un'espressione di pura curiosità. «Credevo che non andaste molto d'accordo al momento.»

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