9 - la verità

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A quella serata andai per conto mio. Sia mamma che Eli avevano trovato un accompagnatore, sebbene fosse uno dei miei fratelli. Non so se era stata una idea di mio padre, ma Roa ed Elia si erano offerti di accompagnare il primo nostra sorella, con cui aveva cominciato ad instaurare un bel rapporto, il secondo mia madre, era più che evidente che il lupo la trattasse come una femmina dominante, sapevo che non lo faceva per l'insinuazione del mattino precedente ma più che altro per la scena a cui aveva assistito a casa nostra. Doveva essere ancora sconvolto per lo spettacolo di una donna umana che sgrida un licantropo, per lo più capostipite, neanche fosse un bambino colto con le mani nella marmellata.
Arrivai in ritardo, non fu una scelta. Avevo mandato via la cameriera, non ne avevo bisogno, ma quando stavo per cominciare a prepararmi sia mia madre che Eli mi avevano chiesto aiuto per scegliere cosa indossare, così, come la sera precedente, le avevo consigliate e, quando avevano finito e i loro accompagnatori le erano venute a prendere, io ero ancora in alto mare. Fortunatamente riuscii a darmi una mossa e fare tutto in fretta. Avevo scelto di indossare un abito che, quando mio padre mi vide, non approvò affatto. Era rosso sangue, il corpetto aderente e la gonna ampia mostrava un vertiginoso spacco sulla gamba sinistra che per poco non raggiungeva l'inguine, ad ogni passo si apriva lasciando vedere interamente la mia gamba. Il di sopra non era messo meglio, il corpetto era decorato con una fascia di pizzo che, dopo aver avvolto il busto, seguendo la linea della generosa scollatura, si congiungeva alla base della schiena per ricadere libera sulla gonna percorrendo la sua intera lunghezza. Per concludere la schiena risultava scoperta, benché i capelli coprissero la mia pelle e la chiusura del vestito, situata dietro il collo.
Non sapevo se fosse a causa di mio padre o Roa oppure data l'occasione, sicuramente più formale ed importante della precedente, ma non venni circondata da lupi e fui libera di agire come più volevo. Non mi tirai indietro, come prima cosa scrutai la sala e chi vi era all'interno, dovevano essere almeno il doppio, se non di più, degli ospiti della serata precedente. Non mi sarei stupita nel sapere che prima dei due zeri ci fosse stato un tre o quattro. Ci misi poco ad intravedere facce note, mio padre accanto ad una donna apparentemente mediorientale, lei mostrava le rotondità della gravidanza. Eli e Roa li trovai a ballare insieme ad altre coppie, sembravano divertirsi. La mamma era immersa in una conversazione con il capostipite Andrew, al fianco di lei Elia, a quello di lui Elena, la sua compagna. Annusai l'aria intorno a me, senza farmi notare, di nuovo riuscii a percepire quell'odore sconosciuto, non cercai la sua fonte. Sentii l'odore di Vin e degli altri, confuso tra quello dei presenti ed infine, con mia gioia, i loro. Ero felice che Dimitri ci fosse. Da quando ci conoscevamo non ci eravamo mai separati per più di un paio di giorni e, quella totale assenza, anche solo di sue notizie, era stata dura.
Riuscii a chiacchierare un pó con tutti quelli che conoscevo, partendo da una Gabrielle entusiasta di vedermi che per poco non mi saltò addosso. Scoprii che la nuova amante di papà si chiamava Rena, le mancavano due mesi al parto, non era la compagna di papà, ma il fatto che avesse suo figlio in grembo implicava che lui non l'avrebbe sostituita per un pó, forse anni. Papà ci lasciò a chiacchierare, c'era da ammettere che mi trovavo bene a parlare con lei, era rispettosa ma non abbassava la testa e mi guardava in faccia, non parlava solo di pettegolezzi e banalità, sembrava simpatica. Fu allora che le cose degenerarno come mai avrei voluto.
Mentre parlavo con Rena papà si era allontanato di poco per parlara con delle persone, avevano qualcosa di strano ma non gli diedi peso. Ignorai le parole dette da loro, che mi arrivavano a sprazzi, almeno fino a quando non cominciarono i riferimenti, fu allora che mi concentrai, ignorando il discorso di Rena, e ascoltai ciò che si dicevano "Quindi non ci saranno problemi" volle assicurarsi uno degli interlocutori "assolutamente" garantì papà, "l'ho richiamata e ho selezionato dei lupi condiscendenti, domani gliene farò scegliere uno così il territorio sarà ufficialmente sotto dominio della mia dinastia" concluse. Mi girai di scatto a fissarlo per un lungo momento, Rena mi richiamò basita, solo a quel punto scoppiai a ridere.
Quella reazione suscitò le attenzioni dei presenti, certo, se uno si mette a ridere come un pazzo in mezzo ad una sala piena di gente che altro si può fare se non fissarlo?
Quando finalmente riuscii a prendere aria mio pare mi chiamò con voce carica di rimprovero "ti sembra opportuno?" Per poco non scoppiai a ridere di nuovo "quella inopportuna qui, padre non sono io" ormai era fatta, al diavolo i miei buoni propositi, lo show era iniziato e nessuno se lo voleva perdere. "Diana" mi ammonì con tono di avvertimento "sai, avevo fatto parecchie ipotesi sul perché mi avessi mandato a chiamare dopo sei anni in cui non ti sei fatto sentire, ma proprio non mi aspettavo che fosse per mettere le mani sul mio territorio, ad accordi già presi per giunta" se fosse per godersi meglio lo spettacolo o per paura di una rissa non lo sapevo ma si era venuta a creare una zona vuota tutto intorno a noi "sai padre" il modo in cui dissi quella parola, quell'appellativo che mai avevo usato con lui prima di quella serata gli fece capire che le cose avrebbero preso una brutta piega, glielo lessi in viso "non credevo che bastasse così poco affinché tu dimenticassi chi sono e come sono fatta, per te sei anni non devono essere poi molti, eppure credi davvero che me ne sarei stata zitta, a testa bassa e mi sarei fatta fregare il mio territorio, il mio branco e appioppato uno di quei beoti che mi hai presentato l'altra sera?" Avevo appena insultato un bel pó di gente? Assolutamente, me ne fregava qualcosa? Anche no.
"Diana, sei mia figlia e per il bene della nostra stirpe..." cominciò "la nostra cosa?" Lo interruppi "sarò anche tua figlia, ma non sono una tua subordinata e non appartengo alla tua stirpe" gli ricordai "Seth è morto e tu non devi permetterti di insultare dei lupi che ho selezionato minuziosamente" asserì piuttosto contrariato "quarantatre anni" sgrano gli occhi "mi risulta che il mio branco sia autonomo per altri quarantatre anni prima della revisione, fino ad allora...." scrollata le spalle "inoltre" aggiunsi per prevenire una sua risposta "credi davvero che accetterei al mio fianco un uomo scelto da te? La stessa persona che non ha mosso un dito e si è lavato le mani della situazione dopo che ti ho detto di aver visto Massimo sgozzare Francesco e Benjamin squartare mio figlio davanti a me?" Non ci fu nessuno dei presenti che non sobbalzo ed esclamò qualcosa sconcertato, ma non gli diedi peso. "Ho dovuto pensare io a sistemare quella situazione, direi che sono del tutto capace di scegliere anche chi avere accanto" conclusi con una scrollata di spalle "cosa hai fatto Diana?" Domandò con un filo di voce, incapace di metabolizzare quanto appena sentito "non ci arrivi? Eppure tutti sanno che fine ha fatto lui e il suo branco, certo, mi è servito un aiutino, ma..." di nuovo scrollata le spalle "chi ti ha aiutato?" Di nuovo faticò a cacciare fuori le parole ed era piuttosto palese che non fosse l'unico tra i presenti ad essere molto più che sconvolto. Stavo confessando tranquillamente lo sterminio di una stirpe, nonostante ci fossero stati dei sopravvissuti non si poteva più considerare tale. "a proposito di aiuto" lo fulminati con uno sguardo "dove è Dimitri?" Chiesi "ti sembra il momento?" Era piuttosto arrabbiato per il mio cambio di argomento "assolutamente, in fin dei conti hai preso un membro del mio branco da quasi una settimana e non ho più alcuna notizia di lui" spiegai "Diana" mi ammonì "perché ti stai sforzando tanto per fare in modo che nessuno ci veda insieme?" Sbiancò allarmato dal fatto che, non solo lo avessi capito, ma che lo dicessi così apertamente "capisco" e dicevo sul serio "Dimitri" chiamai a gran voce. Non ci mise molto a raggiungermi, spintonò i presenti e si fece largo fino a noi, affiancandosi a me. Mi girai verso di lui, fregandomene di tutto e tutti, gli misi le mani sulle guance e lo baciai. Fu uno dei miei fratelli ad afferrarmi e allontanarmi da lui "è tuo fratello maledizione" mi scagliò contro "non dire assurdità" affermai scostandomelo di dosso "lo dici tu o lo faccio io?" Chiesi a papà, che rimase in silenzio, confessare una cosa del genere, dopo tutto quel tempo era come tagliare un braccio alla sua stirpe, sarebbe stato un vero e proprio scandalo, un onta sull'onore di tutta la dinastia "Dimitri è stato adottato" bomba sganciata. Non era vietato prendere sotto la propria protezione e crescere come figli degli orfani, veniva considerato vergognoso fingere che fossero figli di sangue, papà con Dimitri lo aveva fatto, per secoli, era un insulto verso tutte le altre stirpi, si era appropriato dell'onore di aver avuto un figlio anche se non era del suo sangue. Per me quel ragionamento era ridicolo. "il lupo che io ho al mio fianco adora Dimitri, così tanto che quando gli ho chiesto che cosa tu non volevi che io sapessi su di lui è stato ben lieto di raccontarmi tutto nei dettagli, di come tu e Olga lo avete recuperato tra le macerie del villaggio distrutto, come lo avete preso e portato a casa, di come abbiate sempre fatto credere che fosse il bambino che, invece, avete perso poco dopo la nascita" spiegai "Hai un compagno" fu tutto quello che riuscì a mettere insieme, o che forse volle mettere insieme, affrontare l'altra parte del discorso sarebbe stato un incubo "come potrei non essere sua dopo che mi ha aiutato ad uccidere quei bastardi?" Domandai "gli avrei dato tutto, gli ho offerto tutto ciò che voleva, ma lui ha sempre voluto una sola cosa, una vita, e l'unico modo per ottenerla è stato rendermi sua. L'unico modo per avere Dimitri è possedere me e l'unico modo per avere me è avere D." Conclusi "chi è?" Domandò afferrandomi un polso, stringendo più del dovuto, papà stava per andare in crisi "secondo te chi potrebbe mai essere abbastanza potente da controllare me e D, sopratutto dopo questo?" Scostai i capelli e lasciai che quelli alle mie spalle vedessero cosa nascondevano, li sentii esclamare sgomenti, solo allora papà mi lasciò e mi permise di mostrare anche a lui la mia schiena. Il tatuaggio era sottile, in una lingua così antica da essersene perso ogni ricordo, tranne che per i lupi, percorreva la mia colonna vertebrale, dal collo fino alla base della schiena, sembrava solo un fine disegno per occhi inesperti. "Chi credi che possa gestire due mannari naturali senza problemi?" Insisterti "un progenitore" biascicò "ti sei legata ad un progenitore?" Era molto più che sconvolto, come tutti del resto "noi gli apparteniamo e lui non gradisce quando noi veniamo toccati da estranei, quindi rallegrati che sei mio padre o si che sarebbe finita male" informai i presenti, non solo papà "è qui?" Chiese sconvolto "ovviamente, non crederai mica che lasci incustodito l'amore della sua vita e la sua compagna gravida?" Fu così che la serata si chiuse, benché le questioni da affrontare erano solo all'inizio.

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