Quella domenica mi svegliai presto. Ero andata a letto la sera prima che non era neanche mezzanotte quindi non c'era da stupirsi che quando mamma ed Eli fecero irruzione in camera io fossi a letto solo per pigrizia ma già sveglia, a chiacchierare e farmi coccolare da Dimitri, ancora del tutto nudo, che usavo come cuscino.
Di chiudere la porta a chiave non mi era passato neanche nell'anticamera del cervello, a che scopo farlo? Di mio, che qualcuno poteva voler rubare non c'era nulla, inoltre quella era una casa di mannari, tutti sapevano che ero io ad occupare quella stanza dall'odore che, dormendo lì, vi avevo lasciato, chiunque poteva sentire cosa accadeva, quando c'era di mezzo il sesso odori e suoni dei coinvolti erano ben chiari tra i lupi, infine se qualcuno voleva entrare lo avrebbe fatto, ci voleva di più di una normale porta in legno per fermare un mannaro deciso a fare irruzione. Chiudere a chiave mi avrebbe solo impedito di raggiungere la mamma ed Eli rapidamente in caso di bisogno, quindi quando me le trovai in camera, ancora in pigiama, mi presi un colpo dalla sorpresa e loro rimasero imbambolate a fissare la scena di un Dimitri nudo con una me altrettanto svestita tra le braccia, per un lungo momento prima di farsi prendere dall'imbarazzo e scusarsi a ripetizione. Ci misi una decina buona di minuti per calmarle e spiegare loro che no, non eravamo affatto in procinto di fare quello che credevano, evitai di informale che quello tra me e D accadeva quasi sempre quando non eravamo solo in due, meglio evitare certe informazioni. Poi dovetti spiegare loro che si, eravamo nudi, ma essendo mannari la cosa passava un pó in secondo piano, anche stavolta evitai di spiegare loro quanta gente nuda avevo visto da quando ero stata morsa. Ci misi una mezz'ora buona a convincere entrambe a spiegarmi per quale ragione si erano catapultate in camera mia a quell'ora ed ignorare il ragazzo che le guardava, seduto sul letto, senza la minima intenzione di infilarsi neanche un paio di mutande. Non mi sorpresi quando mi chiesero come fosse andata con papà la sera precedente, un pó, invece, mi stupì che volessero avere informazioni riguardo i lupi naturali e i progenitori a cui avevo accennato la sera prima e che a loro non avevo neanche menzionato. Non mi sarei aspettata che potessero esserne curiose o volessero saperne di più, non mi avevano mai chiesto nulla sulla cultura mannara, le uniche cose che sapevano erano quelle che mi riguardavano direttamente ma non mi tirai indietro e fui ben felice di rispondere.
"C'era una donna" cominciai a raccontare, dopo averle informate riguardo la mia conversazione con papà "non si sa bene se inizialmente fosse umana o lupo, forse nessuna delle due, ma fu lei la prima" era stato così che mi era stata spiegata la situazione ed io avevo deciso di fare loro lo stesso discorso che era stato fatto a me, lo avevo trovato molto chiaro "lei ebbe dei figli, una decina circa, alcuni li concepì, si dice sia con maschi umani che di lupo, e li partorì, altri furono morsi, li crebbe e li istruì sia alla vita di lupo che umana dell'epoca, poi li lasciò liberi di fare ciò che volevano delle loro vite, che ne fu di lei non si sa, si allontanò dai figli e non diede più sue notizie" le informai "furono quei figli a dare vita alla popolazione attuale, ebbero relazioni con umani o lupi, tra di loro, in caso non fossero consanguinei, ebbero figli, di sangue e di morso, parecchi. Alcuni tra quei figli o, addirittura, tra i loro nipoti, pochissimi, riuscirono a crearsi una stirpe tutta loro, come ha fatto papà" raccontai "Vuoi dire che papà è tipo uno di quei tizi che hai nominato?" Chiese Eli basita, sorrisi "papà è un capostipite, vuol dire che ha avuto molti figli, questi figli ad un certo punto sono andati via di casa, formando un branco loro e avendo a loro volta figli, che poi hanno fatto come i loro genitori e sono andati via di casa, tutti loro, però hanno continuato ad appoggiarsi a papà, sia per essere protetti da altri branchi che lavorando per lui e cose così,quindi anche se non vivono più qui con lui e quindi non fanno parte del suo branco appartengono alla sua stirpe, è come se papà fosse un re e loro i suoi feudatari" cercai di spiegare al meglio delle mie capacità, non sicura di esserci riuscita, ma sembrarono afferrare il discorso "i nonni, d'altro canto..." cominciai "nonni?" Mi interruppe la mamma sconcertata, in fin dei conti papà ci aveva detto che i suoi genitori erano morti "sono entrambi progenitori, loro sono i figli di quella prima donna lupa, il nonno fu morso mentre la nonna era figlia di sangue, è morta di parto insieme al bambino molto dopo la nascita di papà" raccontai "i progenitori..." sospirai "molti lupi li vedono come una specie di idoli, mentre la loro madre è al pari di una divinità scesa in terra, altri hanno fatto di tutto per avvicinarsi a loro allo scopo di ricavarci qualcosa, è per questo che loro non stanno con il resto di noi, alcuni vivono in forma animale altri umana ma tutti ben lontani dagli altri lupi. Gli unici che fanno eccezione è di cui tollerano la presenza sono i lupi naturali" ammisi "ovvero?" Chiese mamma interessata "di base sono dei normali mannari, le differenze sono poche, in forma animale il loro pelo è più simile a quello di un normale lupo, caratterialmente sono più lupeschi, voglio dire, anche quando sono in forma umana alcuni loro aspetti sembrano più vicini al se animale, si accontentano di ciò che anno, non cercano potere, gli basta una vita semplice e serena e che i propri cari siano felici e al sicuro, non cercano di avere di più, più soldi, più potere, più tutto. Hanno uno sviluppato senso di protezione verso chi considerano parte della loro famiglia ed una spiccata aggressività verso chi possa danneggiare in qualunque modo i loro cari e sono quasi totalmente incuranti delle dinamiche politiche tra branchi o delle formalità. I progenitori non hanno problemi con loro, una volta che un lupo viene adocchiato come possibile naturale viene tenuto d'occhio per un pó, giudicato e se viene ritenuto naturale gli viene inciso un marchio sulla schiena, il tatuaggio che ho anche io, viene invitato ad una specie di festa, una cosa molto familiare e casereccia, è lì che conosci i progenitori, e dopo il marchio ti offrono di vivere con loro ed altri naturali, in un ambiente molto più tranquillo e rilassato, di sicuro meno problematico" conclusi "lo hanno chiesto anche a te Didi? Di vivere con loro?" Domandò mamma "naturalmente, nella nostra posizione credevano non avremmo mai rifiutato" ammisi "perché?" Si incuriosì Eli "io e D siamo anime gemelle con una relazione, teoricamente fratelli, e legati ad un progenitore" dopo quelle parole dovetti spiegare loro cosa fossero le anime gemelle, per fortuna entrambe erano informate sui miti greci e non dovetti dilungarmi, poi spiegai loro come i lupi vedevano le anime gemelle che andavano oltre il rapporto platonico e come non fosse ben visto il rapporto intimo tra persone dello stesso sesso. In pratica avevamo infranto tutti gli schemi "se ci aggiungi che sono figlia di un capostipite, discendente diretto di due distinti progenitori, e che sono legata ad un terzo progenitore, quelli che ci si avvicineranno per ottenere qualcosa o nel tentativo di dividerci per riuscire ad avere un figlio da me o dal mio compagno, sarà dura starsene in santa pace, per questo lui non vuole assolutamente che si sappia chi è. Lui gira tra i branchi, uno dei suoi compiti è proprio trovare e segnalare i possibili naturali affinché vengano esaminati da chi si occupa di quello, è stato lui stesso a segnalare me e D, prima ancora che partorissi" raccontai alle due. "Quindi non lo conosceremo mai" dedusse mamma "certo che lo conoscerete, mica siete lupi" sorrisi mentre lo dissi ed ancora di più nel vederle felici della notizia "e tuo padre?" Domandò mamma "non lo so" ammisi. Su quello nessuno di noi sapeva bene cosa fare, io e D amavamo nostro padre, era parte della famiglia, parte di ciò che eravamo, che fossimo biologicamente legati a lui o no era nostro padre, per lui invece era solo un capostipite, una possibile minaccia al suo lavoro di selezione e a tutti gli altri lavori che svolgeva, inoltre, inutile dirlo, la sua reputazione era pessima, l'opinione che gli altri avevano di lui non poteva essere peggiore, papà non l'avrebbe presa bene, affatto. Era per quei due motivi che non avrei mai pronunciato il suo nome, o uno dei nomi con cui era conosciuto tra i lupi, dentro quella casa o anche solo vicino a possibili orecchie mannare, volevo evitare problemi il più possibile.
Fu così che concludemmo il discorso, non solo perché nessuno dei presenti sembrava intenzionato ad impelagarsi in ipotesi su possibili soluzioni ai problemi tra suocero e genero, ma anche perché un bussare alla porta precedette l'entrata della cameriera che si ritrovò a dir poco sconvolta da quello che si trovò davanti agli occhi ma che fu abbastanza professionale da avvisarci che la colazione sarebbe stata in una sala, tutti assieme, visto che c'erano ospiti, e a cui toccò andare a prendere dei vestiti per D, dato che i suoi bagagli erano rimasti nella camera che gli avevano assegnato al suo arrivo.