Derwin mi intercettò mentre mi stavo rifugiando in camera, ero in un corridoio a metà strada avvolta in una coperta quando mi vide, capì subito che ero scossa. Mi avvolse le braccia intorno alle spalle e mi sostenne in silenzio mentre procedevamo silenziosamente, non che arrivammo a destinazione indenni. A metà del corridoio arrivò la zaffata di odore, ignorai la cosa, non potevo crederci, una volta era abbastanza ma quando un soffuso "più forte, ti prego più forte" arrivò da dietro la porta chiusa che dovevamo superare per arrivare in camera nostra Derwin si fermò ad occhi sgranati. Non lo biasimai, la camera era quella di Orson, la voce pure. Il solo pensiero di quel colosso che si faceva scopare da qualcuno era assurdo, mai lo avrei immaginato come passivo. "Si" aveva seguito quelle implorazioni e l'odore di sperma. Alzai lo sguardo su un Der che fissava il vuoto. Lo aveva fatto, mi ero accorta subito che aveva annusato l'aria. Io me lo ero risparmiata, ero fin troppo stravolta per il bosco per analizzare gli odori in automatico e non avevo provato a capire con chi stesse il mezzo orso.
Guardai Der, impalato a fissare il vuoto, poi si sentii un singhiozzo, "no, cucciola, va tutto bene" provenire dalla voce di Orson. Andai fuori di testa. Mi precipitai contro la porta, la aprii con così tanta forza che finì per sbattere contro il muro e li vidi, tra le lenzuola sfatte un Orson steso di lato con le cosce e le natiche sporche di sperma mentre stringeva un appallottolato zio Glauco che gli piangeva contro il petto. I due mi fissarono stravolti dall'interruzione ci volle un istante a capire che necessitavo spiegazioni. Orson mormorò qualcosa alla zia, gli pizzò un bacio sulle labbra ed uscì in corridoio ancora sporco, chiudendosi la porta alle spalle. Solo allora vide Derwin e sembrò esitare "Noi..." cominciò ma lo fermai "è una cosa seria?" Non sarei riuscita a sentire scuse o storie avevo il cervello in panne e non ero molto capace di pensare al momento "si, sono quasi due anni" ammise "perché piangeva?" Al momento quello erano le sole due cose importanti, il resto erano dettagli "vuole un bambino, con me" Derwin non riuscì a frenarsi "come?" Domandò basito "quando è una lei il fatto che non posso metterla incinta e non possiamo avere un bambino le pesa" non riuscii ad evitare di fissarlo tra le gambe dove una scia bagnata gli era colata tra le cosce "quando e una lei la tratto da donna e stiamo insieme in quel modo, quando è un lui invertiamo i ruoli" ci informò come se si aspettasse che glielo avremmo chiesto, cosa che no, non avrei chiesto. Sospirai scoraggiata, troppe informazioni per la mia sanità mentale in quel momento "se proprio volete un bambino ci inventeremo qualcosa" quasi piagnucolai perché si, se la zia e Orson, coppia insospettabile fino a quando non li avevo beccati volevano un figlio avrei provato ad aiutarli. Mi girai per andarmene "Diana" mi richiamò dopo che mi fui allontanata di un paio di passi "può restare con noi?" Dal tono sembrava spaventato, forse temeva che rifiutassi "Orson, Glauco fa quello che gli pare e se desidera stare con te, insieme a noi nessuno riuscirà mai ad impedirglielo e di certo io non voglio impedirgli di essere felice." Assicurai "neanche io" mi sostenne Der "dovete solo dirlo al nonno" gli ricordai prima di scappare in camera nostra lasciandolo a bocca aperta nello sconcerto, perché si quello sarebbe toccato a loro ed io in mezzo a quella conversazione non mi ci sarei messa.
Arrivare in camera sarebbe dovuta essere la mia salvezza, anzi nostra, un oasi di pace dove riprendersi e metabolizzare le nuove informazioni, peccato che trovammo un Dimitri pallido e con gli occhi sgranati. Non dovemmo neanche chiederlo, come chiudemmo la porta della camera D sbottò "Dorian, lui, in palestra sotto la doccia" lo guardammo stralunati e preoccupati su cosa avesse combinato il nostro lupo, Der gli piazzò una mano sulla spalla per invitare a continuare e sostenerlo "cercavo Günter, ma quando sono arrivato lo ho trovato sotto la doccia con Dorian inginocchiato a terra con la faccia tra le gambe dell'altro che gli teneva ferma la testa e gli scopava la bocca e non vi dico cosa è uscito dalla bocca di Günter" si mise le mani sugli occhi come se non volesse vedere cose che ormai aveva già visto "anche loro?" Se ne uscì Der attirando l'attenzione del biondo che lo fissò a bocca aperta "stavo portando Dia in camera perché era sconvolta quando passando in corridoio abbiamo sentito Orson, nella sua camera invitare qualcuno a aumentare il ritmo poco prima di venire. E stato quando abbiamo sentito piangere che Dia è entrata in stanza" D era allibito "a quanto pare da quasi due anni Orson e Glauco stanno insieme, se Glauco si sente una lei si fa scopare se si sente un lui scopa e, a quanto sembra la parte femminile di Glauco è in piena crisi perché non può farsi ingravidare nonostante desidera avere un figlio con Orson"
I due si parlarono per alcuni minuti nell'analizzare quanto appena saputo e mi ignorarono lasciandomi sedere su una poltroncina e pensare a cosa diavolo avevo appena scoperto, nel giro di un ora ero incappata troppo da vicino in fin troppi dettagli sulla vita sessuale dei miei parenti. Poteva pure andarmi bene che tra le lenzuola facessero quello che volevano con chi volevano ma vedere con occhio o avere così tante informazioni non era affatto il mio ideale.
"Dia" dovettero chiamarmi entrambi più volte prima che li sentissi "D, che è successo?" Fissai i due e con voce piatta risposi "ho visto Roa nel bosco, stava facendo sesso con due maschi, e stava in mezzo." Non aggiunsi altro. Uscii dalla camera e me ne andai e, se da un lato mi ritrovai ad essere sollevata dal non dover approfondire il discorso dall'altro me ne pentii, perché un Roa super agitato mi piombò addosso dalle spalle mi afferrò per un braccio e, con ancora solo una coperta a coprirmi mi trascinò in una camera e mi ci chiuse dentro.