Mi ritrovai di nuovo trascinata da qualche parte da un ansioso e nervoso Roa. non avevo idea di cosa diavolo stesse accadendo e non si degnò di informarmi neanche di dove stessimo andando. di nuovo venni trascinata in una camera che non avevo neanche ben capito dove si trovava, sapevo solo che era in una delle zone poco frequentate e che io non ci ero mai stata lì. di nuovo un salotto, piuttosto piccolo e raccolto per gli standard dell'abitazione di papà. dentro ci trovai Orien e Ambrois. il naturale era in piedi vicino ad una poltrona nascondeva bene il nervosismo e la tensione ma non completamente, il figlio del capostipite medico era totalmente in panico, ero quasi sicura stesse per avere una crisi, sedeva su un divanetto e si stava torturando le mani. al nostro ingresso i due scattarono con la testa a guardarmi, Orien mi diresse un cenno affermativo della testa prima di tornare a fissare il muro, se fosse un gesto di saluto o di approvazione non mi fu chiaro, Ambrois sembrò rassicurato. mi girai a fissare mio fratello totalmente ignara di cosa cavolo stesse accadendo, ma non ebbi modo di dire nulla, sentimmo le voci, basse, attutite dalla porta chiusa della stanza e dalla distanza ma, inconfondibili "Tazio, sto cominciando ad agitarmi, cosa è successo di così urgente e riservato da necessitare un incontro tanto urgente in un'ala privata?" da tono Andrew era molto agitato "Siamo arrivati" fu tutto ciò che rispose papà pochi istanti prima di aprire la porta. papà fu il primo ad entrare nel salotto era molto serio, molto più di quanto lo avessi mai visto ed era percepibile che fosse piuttosto teso per ciò che stava accadendo, l'altro capostipite entrò subito dopo che papà si fu scostato per lasciarlo passare e richiudere la porta. era visibilmente sorpreso di vederci ma si sedette quando papà lo invitò sulla poltrona che gli era stata indicata "Ambrois, ragazzo lascia il posto a Diana" il lupo boccheggiò, era piuttosto palese che papà voleva che i tre ragazzi si sedessero accanto sul divano, cosa che probabilmente volevano anche loro ma non avevano il coraggio di fare. obbedì alla richiesta di mio padre e si sedette accanto a Roa dall'altro lato si piazzò il naturale, io e papà stavamo praticamente ai lati di Andrew fungendo da separazione e barriera nel caso quello che avevo sempre visto come un lupo mite, divenisse aggressivo.
"potrei sapere cosa sta succedendo?" chiese il medico senza neanche salutare. era evidente fosse allarmato e curioso "Andrew, di recente ho avuto modo di parlare con i miei figli che mi hanno confessato alcune situazioni che mi erano state tenute segrete" cominciò papà "una di queste situazioni vede coinvolto tuo figlio Ambrois" lo informò. Andrew era piuttosto allarmato ed era visibile, forse aveva ricollegato ciò di cui stava accennando papà con la scenata nella sala da pranzo e il repulisti avvenuto nel branco, forse credeva che il figlio si fosse messo nei guai. io cosa pensasse non lo sapevo ma vedevo che era preoccupato "Ambrois ha fatto qualcosa che vi ha danneggiato o offeso?" domandò con una nota di apprensione "No, assolutamente, io non ho nessun motivo di biasimo nei confronti di tuo figlio e della sua posizione, sono totalmente intenzionato a sostenerli nonostante sia consapevole che la situazione richiederà, quasi certamente, dei cambiamenti nello status quo di uno o entrambi i nostri branchi e dinastie" il plurale non passò inosservato all'ignaro lupo "Sostenerli?" chiese con tono interdetto "Capostipite Andrew" si intromise Roa "ho confessato a mio padre che io, Orien e Ambrois abbiamo una relazione" il capostipite fissò mio fratello senza capire bene cosa stesse dicendo "Prego?" chiese chiarimenti "ci amiamo" furono le uniche due parole che uscirono dalla bocca di Roa prima di ammutolirsi. lo sguardo di Andrew in quel momento faceva effettivamente paura, sembrava spiritato "Ambrois, vorrei parlare con te in privato" il tono era piatto, troppo, il lupo appena nominato si irrigidì e smise di respirare, da lui proveniva puro panico "No" negò Orien stringendo il più minuto dei tre con un braccio nel tentativo di calmarlo. Andrew sembrava star per esplodere "Ritengo di avere ogni diritto di parlare con mio figlio ogni qual volta lo desidero senza bisogno del permesso di nessuno" rimbrottò il capostipite "Ed io ritengo che dopo più di seicento anni che ci nascondiamo per evitare di ferire l'immagine dei vostri branchi ho tutto il diritto rifiutare di lasciare il mio uomo, soprattutto quando si parla della nostra relazione" Andrew boccheggiò "seicento anni?" sentirglielo dire in quel modo aveva fatto molta impressione anche a me, sembrava un tempo infinito "Andrew, so che è molto da assimilare, ma è piuttosto evidente che non c'è molto da fare se non capire come agire d'ora in poi perché è piuttosto evidente che i loro sentimenti sono forti e non c'è alcun modo in cui possano essere separati semmai tu vorresti provarci. io non ho intenzione di farlo. la serenità e felicità dei miei figli è più importante dell'opinione degli altri" si mise in mezzo papà. ad Andrew scappò una risatina amara "Come procedere? mi avete messo con le spalle al muro" sostenne "Ambrois non ha mai avuto eredi e se anche improvvisamente avesse dei figli nessuno accetterebbe mai che un domani prenda il mio posto se accanto ha un uomo, figuriamoci due. lo stesso vale per Roa, quindi di sicuro in nessuno dei nostri branchi avranno un futuro, sempre che gli altri membri li accettino" affermò fissando papà negli occhi "Qualunque possibile soluzione si trovi, che sia farli vivere da solitari o in qualunque posto vivano i naturali, perderemo i nostri figli Tazio" asserì con tono spento e con tristezza "Diana ci ha offerto un posto dove stare" quelle erano le uniche parole che fino a quel momento erano uscite dalla bocca di Ambrois. nel sentirlo parlare per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, certo avevo offerto un posto dove stare hai miei fratelli se le cose sarebbero andate male, ma nessuno di loro aveva più detto nulla a proposito e di certo nessuno mi aveva detto nulla in quel caso specifico, non riuscivo a credere che si fossero di nuovo messi d'accordo senza dirmi nulla tanto più che di cose del genere avrebbero dovuto parlare con Der prima che con me "Davvero?" chiese stupefatto Andrew "non lascerei i miei fratelli in mezzo ad una strada e di certo non ho alcun motivo per fare altrettanto con i miei cognati" Roa sorrise, Ambrois arrossì e Orien mi lanciò un'occhiata di approvazione, era piuttosto evidente che essere definiti cognati piaceva ad entrambi "ma comprendi in che situazione si stanno infilando?" domandò il medico "Andrew, il mio branco è pieno di gente strana, nessuno si soffermerà troppo sul loro trasferimento se gli troviamo una buona giustificazione saranno più impegnati a trovare modi di avvicinarsi a Der e al nonno" ammisi "non devono mica mettere un annuncio per stare insieme, suppongo che fintanto che nessuno li becchi a fare cose intime e private in giro, non avendo più posizioni di potere a nessuno importerà poi molto, in fin dei conti non sarebbero più eredi di nulla ma nonostante l'allontanamento avrebbero la possibilità di mantenere rapporti con le proprie famiglie" le mie ipotesi sembrarono piacere molto ai due più anziani che diedero il via ad una lunga discussione su come affrontare vari aspetti politici e sociali dell'allontanamento dei due eredi che, ormai, era cosa certa. dovetti aspettare ben due ore prima che papà e Andrew uscissero da quella stanza dandomi modo di rimproverare i tre per non avermi informata di cosa stava accadendo per poi andare ad informare Der di ciò che era successo e non fui neanche troppo sorpresa che la cosa lo scocciasse, in meno di un mese aveva dovuto accettare l'arrivo di Glauco, il nonno che aveva annunciato che avrebbe passato più tempo possibile da noi ed ora anche Roa, Ambrois e Orien.