26 - conseguenze

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Andò tutto a monte il giorno dopo la luna piena. La situazione era abbastanza pesante anche prima. Maria sembrava completamente impazzita, da quando Carl si era ripreso la sorella non faceva altro che tenerlo d'occhio, non gli permetteva di allontanarsi dal suo sguardo, di mangiare ciò che desiderava, ora che poteva, non gli permetteva di stare con Vali, di uscire o, semplicemente di alzarsi dal letto per arrivare in sala da pranzo e consumare i pasti con noi. Vin aveva fatto di tutto per farla calmare, fu inutile, alla fine Vali cedette alle suppliche di Carl e lo aiutò ad evadere da quella che, ha tutti gli effetti era, la prigione di sua sorella.
Quella storia mi aveva fatta uscire fuori dai gangheri molto infetta, in parte capivo perché si comportava così, ma stava esagerando su tutti i fronti, e cosa peggiore cominciava ha prendersi libertà con le parole, troppa libertà.
Quella notte era andato tutto bene, il nostro branco si era diretto da una parte, quello di papà altrove, avevamo portato Carl via subito dopo la cena, avevamo dovuto correggere il piatto di Maria con del sonnifero perché si rifiutava di permettere a Carl di allontanarsi dalla camera da letto. Carl si era trasformato in un lupetto di piccole dimensioni, sembrava quasi un incrocio con qualche cane, era fin troppo magro e spelacchiato ma sapevamo sarebbe migliorato con il tempo, rimase indietro durante le corse nel bosco e non fu in grado di partecipare alla caccia, ma Vali gli rimase accanto tutto il tempo e catturò una lepre tutta per lui. Quando tornammo all'alba eravamo tutti distrutti, Carl si era addormentato subito dopo mangiato nel bosco e si era perso quasi metà della nottata, Vali lo aveva riportato nella loro camera in braccio, non aveva voluto neanche far colazione. Fu solo poco prima di pranzo che qualcosa mi svegliò, il rumore di battiti continui ed incessanti provenire dal corridoio. Occupavo una camera da sola, non volevo rischiare di incappare nelle attività di Der e D, più vicina a quella di Vali rispetto agli altri, li volevo tenere d'occhio. Uscii in corridoio ancora mezza addormentata, ci misi poco a mettere a fuoco l'immagine di quella ragazza che batteva i pugni contro la porta della camera di Vali e Carl. Sospirai esasperata e al limite della pazienza prima di incamminarmi verso di lei e provare a fermarla. "Per favore, calmati" la implorai più volte ma fu del tutto inutile, cominciò ad urlare come una pazza ordinando ai due uomini a letto di aprire la porta, sapevo che non lo avrebbero fatto, li sentivo, non solo con il naso ma con le orecchie, li aveva beccati nel mentre, avevo ben sentito Carl ripetere un paio di volte a Vali che doveva ignorarla e che non gli avrebbe rovinato la sua prima volta, la loro prima volta insieme. Il lupo più anziano si era fatto convincere, l'odore dell'accoppiamento era forte e mi dava fastidio, avevo sonno ed ero stufa di lei, senza contare che si, erano silenziosi ma non abbastanza per me, riuscivo a sentire ogni ansito e gemito, persino il suono dei bacini che si scontreranno ad ogni spinta e non volevo sapere tutto quello, tutte quelle informazioni mi davano una scena fin troppo dettagliata di ciò che stava avvenendo e nelle mie condizioni non la sopportavo. Un quarto d'ora. Stetti li cercando di calmarla per tutto quel tempo quando un grido strozzato ed inarticolato si sentì chiaramente nel corridoio. Carl aveva raggiunto l'orgasmo, l'odore di sperma ci mise poco ad espandersi. Evitai di concentrarmi su quello che ancora stava succedendo lì dentro, ora il ragazzo non aveva solo la forza di un lupo ma anche la resistenza e una tempesta ormonale degna di un adolescente, stavano ricominciando tutto da capo. La ragazza alla porta invece si era appena convinta che stesse succedendo qualcosa di terribile, si scagliò contro la porta sbattendo i pugni e urlando il nome del fratello in modo folle, non sapevo cosa fare, ero così stravolta dalla situazione che non mi accorsi neanche dei nuovi arrivati, credevo di essere da sola e feci l'unica cosa che mi venne istintivo fare, la afferrai per la vita e cercai di allontanarla continuando a ripeterle che andava tutto bene. Purtroppo non andò affatto bene. Mi tirò una gomitata in piena faccia, non fu tanto doloroso ma mollai la presa per la sorpresa, lei si girò, mi spinse contro il muro e quando impattai con la schiena persi l'equilibrio e finii di culo a terra, fu solo allora che, alzando lo sguardo sconvolto su di lei mi accorsi che stava cercando di tirarmi un pugno, purtroppo, o per fortuna, prima che mi colpisse e mi desse una scusa per sbranarla, Vin la afferrò e la trascinò via urlante e scalciante mentre continuava a ripetere che stavamo tentando di ucciredere suo fratello ed eravamo dei mostri. Gab mi si accostò accanto, stava piangendo e non faceva altro che chiedermi se stessi bene, Boris cominciò a tastarmi e fare domande che non ascoltai, persino due nudi e sudati esemplari di Carl e Vali vennero fuori dalla camera, ancora duri, il primo per fermare la sorella il secondo pronto ad aggredirla per difendermi. Fu solo a quel punto che riuscii a riprendere controllo di me stessa, mettere da parte lo sconcerto e la rabbia "Vin portala via, andatevene da qualche parte fin quando non si darà una regolata o la prossima volta la sbrano, sempre che non lo facciano prima D e Der dopo aver saputo di questo" mio fratello non se lo fece ripetere due volte, nel giro di dieci minuti erano fuori dalla casa di papà e non avevo idea di dove fossero diretti.

Vincent fece il suo ritorno poco meno di tre mesi dopo, da solo. Chiamò tutto il branco in un salotto e dopo aver inserito una chiavetta in un televisore fece partire un video. La ragazza dall'altra parte sembrava essere serena "mi dispiace, una parte di me vorrebbe essere lì a dirlo di persona ma, so bene che non posso. Carl, mamma e papà mi hanno fatta per dare a te una possibilità di sopravvivere, prendermi cura di te è tutto ciò che sono sempre stata, allontanarmi mi ha fatto capire quanto la prospettiva di non poterlo più fare mi stesse facendo impazzire. Non so come si fa ad essere una sorella, non so neanche come si fa ad essere una persona, non ho mai avuto una identità mia ed è ora che cominci a pensare a me stessa" le scesero un paio di lacrime dalle guance ma lei fu veloce ad asciugarle "Vin mi ha portata nel branco di un suo nipote, sono in pochi ma molto gentili, mi ha morsa un mese e mezzo fa, glielo ho chiesto io, perché un giorno, quando avrò capito chi sono, come essere tua sorella e come riuscire a stare in serenità accanto a te, voglio starci sia come lupo che come umano. Ti voglio bene, te ne vorrò per sempre, ma non posso più continuare ad esistere in tua funzione." Il video finì così, nessuno osò dire una parola o commentare. Vin prese la chiavetta e se ne andò, Carl uscì da solo. Pian piano noialtri facemmo altrettanto.

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