Derwin, vero nome del mio compagno, con il quale aveva scelto di presentarsi alla mia famiglia, si era allontanato per darsi una ripulita poco dopo il mio ritorno nella stanza e la silenziosa tregua con mio padre. Mamma ne aveva approfittato e insieme ad Eli mi avevano circondate "perché quella reazione? Avevi detto di aver sistemato con lui" notò mamma. Le avevo assicurato, per telefono, di aver parlato con papà e che ora tra noi era tutto a posto e si, era vero, tranne per il fatto che non avevo confessato alle due che non avevo mai rivelato all'uomo il nome del mio nuovo compagno "ho sistemato" confermai lasciando le due titubanti sulla veridicità delle mie parole, sospirai sconfitta dai loro sguardi "non gli ho detto chi è, credevamo non si sarebbe presentato in città per almeno un annetto visto il nuovo fratellino" ammisi. Ovviamente era stato un errore "quando gli abbiamo detto che volevamo farti una sorpresa facendoci trovare a casa al tuo arrivo è stata sua l'idea di farla diventare una festa con pochi invitati" mi informò mamma sorpresa del fatto che avessimo pensato ad una cosa simile "è qui da quasi una settimana, con Rena e il bambino, ha detto che vuole restare per un pó, per stare in famiglia e che era una buona occasione per farci conoscere il fratellino" raccontò Eli lasciandomi a bocca aperta "è qui da una settimana? E che ha fatto?" Domandai curiosa "per lo più ha trascinato quella povera ragazza e il bambino qui da noi, lei mi è sembrata molto spaesata e gli lanciava continuamente occhiate sconvolte, ha organizzato praticamente la serata e ha voluto cenare sia con Rob che con Dario" mi limitai a fissarle basite "ha detto che essendo ormai di famiglia doveva prendere confidenza con Rob e che per lo stesso motivo voleva conoscere Dario" spiegò mia sorella. Capivo il desiderio di papà di conoscere meglio quei due uomini uno avrebbe sposato sua figlia con la quale sarebbe andato a convivere a breve, l'altro era il nuovo compagno della sua ex moglie, l'unico che ci avesse presentato e avesse portato a casa. Non avevamo idea, io ed Eli, se quella in cui era coinvolta con Dario fosse la prima relazione che avesse avuto dopo il divorzio, non ci aveva mai parlato di frequentazioni romantiche e di sicuro non aveva mai portato nessuno a casa, segno che il rapporto che stava vivendo con quel dottore era serio. Non ci fu modo di parlare molto oltre, la zia ci mise poco ad arrivare per i saluti e quello fu l'inizio del mio giro di saluti e presentazioni, infatti gli sconosciuti che avevo a malapena notato erano i figli di Dario e il genero.
Ci misi poco a perdermi tra le conversazioni, tutti i miei parenti, sopratutto quelli che non vedevo dal funerale, volevano sapere come stavo, che cosa avessi fatto e da dove sbucassero fuori i due uomini che mi ero portata dietro, evitarono di far domande sul perché mi fossi infilata in un rapporto del genere con due uomini, ciò che mi fu impossibile non chiarire furono i rapporti che mi legavano a Dimitri, la zia lo aveva già incontrato, anni prima, e lo ricordava benissimo, era stato per quello che eravamo stati costretti a confessare che in realtà avevo conosciuto il biondo quando facevo coppia con Seth, che mi era stato presentato come fratello e che la storia che fosse adottato era venuta fuori solo in seguito. Quando poi ci avevano chiesto come io e il mio compagno ci fossimo incontrati eravamo ricorse a mezze verità, la storia ufficiale che avevamo deciso insieme era un accozzaglia di verità manomesse. Avevo affermato che dopo la morte di Seth il suo patrimonio era finito, in eredità metà hai fratelli e metà al figlio, il bambino purtroppo era morto con il padre e quello che sarebbe toccato a lui era finito in mano a me. Non fu difficile per i presenti credere che non solo ero distrutta per quelle perdite, che non avevo neanche idea di dove mettere mano e non avevo la testa a posto neanche per provarci "Dimitri mi ha consigliato di farmi aiutare a sistemare le mie faccende da una sua vecchia conoscenza, di cui si fidava e quando ho accettato mi ha presentato Derwin. Due anni dopo abbiamo cominciato a frequentarci come amici, per lo più veniva a casa a trovare me e D, che si occupava di me, mi ha fatto bene avere intorno qualcuno che non mi ricordava il passato e pian piano la nostra relazione si è evoluta così" tagliai. Avevo il sospetto che gli ospiti umani avessero precise istruzioni su cosa non chiedere e su cosa non commentare, papà non avrebbe mai voluto che qualcosa mi facesse scattare e mamma che qualcuno mi ferisse abbastanza da farmi prendere la decisione di andarmene di nuovo. Sapeva che non saremmo rimasti per sempre, avevamo solo pochi anni da poter vivere in quella città con loro, conoscevo troppe persone in quel posto, prima o poi sarebbe stato chiaro che non invecchiavo ed i primi a notarlo sarebbero stati proprio quelli che avevo più vicino, come Rob e Dario, e che non avevano nessuna idea sul soprannaturale. Saremmo dovuti andare via prima, l'intero branco.
Tirai un sospiro di sollievo troppo presto, avevo creduto che per quieto vivere nessuno si sarebbe permesso di dire qualcosa mi male, sopratutto di farlo in casa di mia mamma, e non capii neanche per bene cosa successe, colsi solo poche parole di un commento stizzito mentre ascoltavo mamma ed Eli raccontare alla zia della festa da ballo a cui le avevo portate. "Puttana... meglio che sia morto... degenerati... rapporto immorale... disgustoso" puntai lo sguardo in direzione di quella voce e non fui l'unica, l'avevano sentita tutti, la figlia di Dario non aveva parlato sottovoce e di certo lo schiaffo che si prese dal padre ci fece concentrare completamente su di lei. Si coprì la guancia con una mano e fissò il suo genitore indignata "lo pensiamo tutti, è immorale tutto questo la chiesa è chiara su come ci si deve comportare" asserì convinta. Io mi limitai a guardarla, senza emettere suono, rassegnata al fatto che si, la mia attuale situazione familiare non era per nulla normale e che quella donna non sarebbe di certo stata l'unica a pensarla così mi ero già preparata a quello. Fu la mamma ad arrabbiarsi come poche volte nella vita l'avevo vista furente, fu veloce e decisa ad ordinarle, senza mezze parole "fuori da casa mia" impose nel silenzio. La donna e il marito obbedirono senza emettere suono lasciandoci tutti nel silenzio più assoluto almeno fino a quando Dario non prese coraggio e non provò a scusarsi per il comportamento della figlia, lo rassicurai informandolo che non ero arrabbiata, in fin dei conti ognuno aveva diritto alle proprie opinioni. Per alleggerire la situazione fu mamma a chiederci dove saremmo andati a vivere, voleva venire a vedere i suoi nipotini dopo il suo turno in ospedale il giorno dopo e papà rincarò la dose autoinvitandosi per l'indomani insieme a Rena "in fin dei conti ci sono un pó di cose che potrei dirti e ti sarebbero molto utili con i tuoi piccoli" e sapevo si riferiva a cose mannare. Dissi loro dove avremmo abitato, una casa che Vin aveva fatto costruire a circa un paio di chilometri di distanza da quella della mamma, in un vecchio podere abbandonato che dava sui piedi di una delle montagne che circondavano la città. Gli unici vicini di casa che avremmo avuti sarebbero stati il resto del branco che si erano messi d'accordo per farsi costruire una villetta accanto a quella che avrei occupato con D, Derwin e i bambini. "Puoi venire quando vuoi a trovarmi ma lo zio Boris ti ha battuto sul tempo" mi lasciai scappare aprendo così tutt'altro genere di discorso che mamma ed Eli si impegnarono a sviare dalle attenzioni degli umani usando i miei figli per attirare la concentrazione degli umani presenti, il tutto sotto supervisione dei padri dei piccoli.