23 - troppo tutto insieme

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"Diana" fu tutto quello che riuscì a dire papà una volta che la situazione si fu calmata. Era piuttosto evidente che non sapesse da che parte cominciare, probabilmente neanche lui sapeva cosa pensare di quella situazione assurda senza contare che io stavo ancora accoccolata contro il fianco del nonno affiancata da D che di tanto in tanto riceveva buffetti sulle guance in segno di approvazione  "non hai avvisato?" Il nonno era sorpreso della cosa ma anche abbastanza divertito "certo che ho avvisato nonnino" Roa per poco non soffocò nella sua stessa saliva a sentirmi usare quell'appellativo, Elia dovette appoggiarsi contro una parete per lo shock, ignorai la cosa, il nonno adorava essere chiamato con diminutivi "ho solo evitato di far nomi" specificai guadagnandomi un bacio in fronte da parte del progenitore "non credi che sia ora di restituirmeli" interruppe il discorso Derwin, più che geloso lui era possessivo, estremamente, non che la cosa mi disse fastidio o ne desse a D, in qualche modo lo capivamo e ne eravamo anche felici. "Suvvia non fare il geloso" lo blandì il nonno ma ci lasciò comunque andare e D mi trascinò accanto Der che mi circondò subito con un braccio le spalle "non ho motivo di esserlo" affermò in tono duro il mio compagno "certo che no" confermò D guadagnandosi un bacio da parte dell'altro maschio "il problema sei tu che cerchi di monopolizzarli ogni volta che ti fai vivo" accusò "esagerato" lo blandì il nonno senza però togliersi dalla faccia un sorriso che smentiva in pieno quanto aveva appena detto. Come di consueto ci fu un piccolo battibecco del quale approfittare per portare avanti una muta conversazione costituita da un paio di sguardi e cenni della testa con Gab. Fu papà a mettere fine a quel battibecco tra progenitori, quando fu abbastanza in sé da rendersi conto che gli mancava un bel pezzo della storia e che in casa sua stava succedendo qualcosa di assurdo, riuscì a mettere insieme abbastanza parole per chiedere "Diana vuoi spiegare?" Non era una richiesta e lo sapevo, papà era un tantino sconvolto e di quelle delucidazioni aveva bisogno "mettiamoci prima a sedere e parliamone mangiando" proposi. Non ottenni proteste e dopo neanche due minuti eravamo pronti per accomodarci a tavola. Nonostante quella non fosse una cena formale c'erano comunque regole a cui attenersi, la gerarchia era pur sempre gerarchia. 
Papà e Der erano seduti a capotavola, se papà avesse saputo del nonno avrebbe di certo optato per un tavolo rotondo, ma non lo aveva saputo ed il nonno era stato ben felice di mettersi al centro dei  due branchi, accanto al figlio, Glauco aveva deciso che prima di sedersi aveva necessità di un cambio di abiti era sparito in bagno per cinque minuti ed era tornato in versione maschile.
Alla desta di papà sedeva Roa, a quella di Derwin io, Dimitri era alla sua immediata sinistra, secondo le regole accanto a me si sarebbe dovuto sistemare Vin, in quanto era il terzo del branco dopo D, ma Der lo bloccò "lascia il posto a Carl" ci fu un secondo di stupore generale a quella richiesta, non tanto perché implicava una promozione ma perché lo aveva apertamente messo sotto la sua protezione. Vali sorrise entusiasta scortando il suo umano dall'altra parte del tavolo per scambiarsi di posto con Vin, entrambi i lupi sorridevano "grazie" mormorai al mio compagno sinceramente felice di quella decisione, Dimitri lo premiò con un bacio. Boris si sistemò subito dopo Vali con Gabrielle accanto a lui e subito dopo i bambini, dall'altro lato c'erano Vincent, la sua umana, Michele e Adam, seguiti dal nonno e Glauco. Il fatto che avevamo, entrambi i branchi, lasciato i cuccioli che ancora non si erano trasformati per la prima volta al centro era un segno di fiducia sul fatto che non avevamo timore dell'altro branco.
I primi a sedersi furono papà e Der, il primo era piuttosto abituato a tutte quelle cerimonie e gli veniva naturale, il mio compagno era decisamente meno incline a sorbirsi tali usanze e nonno e Glauco non fingevano di non esserne contrariati.
Ci servirono l'antipasto prima che papà chiedesse nuovamente spiegazioni, non era l'unico che voleva sapere cosa stava succedendo e cosa ci faceva Boris tra quelli del branco. "Sapete come funziona l'affiliazione dei naturali?" Mi ritrovai a chiedere, ricevendo solo un coro di risposte negative da parte di papà e del suo branco "ci sono alcuni lupi con contatti tra i progenitori e i naturali, per lo più era compito di Der" cominciai " che segnalano coloro che hanno caratteristiche naturali. I soggetti segnalati vengono seguiti e osservati da altri lupi ancora, spesso sono proprio naturali del villaggio dei progenitori" raccontai spiazzando gli ascoltatori "villaggio dei progenitori?" Chiese stupefatto Roa "chiamano così il villaggio dove si riuniscono i naturali, per il fatto che ogni progenitore ha casa lì, non che ci vivano tutti in ogni momento" spiegai. Ne furono tutti piuttosto sorpresi "comunque" riconquistai le attenzioni generali "i soggetti sotto esame vengono osservati per anni, totalmente inconsapevoli di essere sotto esame." Raccontai "Derwin ha segnalato me e Dimitri il giorno dopo quella festa" non serviva specificare di che festa si trattasse "aveva evitato di fare il nome di D per molto tempo ma, visto che di mezzo c'ero anche io..." lasciai la frase così, a metà "stavano ancora cercando di decidere chi mandare per osservarci quando ho contattato Der per la prima volta" ammisi spiazzandoli tutti "mancava poco al parto e non potevo tenermi in casa una spia e tre maschi degeneri, sopratutto dopo aver scoperto cosa facevano" non specificai i fatti in questione. Gabrielle finalmente stava bene e non volevo riportarle alla mente certi ricordi "hai richiesto i suoi servigi così presto" papà era piuttosto sgomento dalla cosa "gli ho solo chiesto un pó di veleno da aggiungere alla salsa piccante" in molti mi fissavano ad occhi spalancati "suvvia, il solo fatto che un lupo gradisce la salsa piccante è criminale ed il fatto loro fossero gli unici ad usarla ne è la prova" affermai convinta. Il piccante non era affatto una buona cosa per noi mannari e non era solo una questione di gusto, ingerire quei cibi era una forma di autolesionismo e un modo per infliggere dolore. "Inoltre avevo tutte le intenzioni di scoprire cosa mi tenevate nascosto su D e chi meglio di Der per avere informazioni?" Domandai alla stanza silenziosa. Il tavolo venne sparecchiato dei piatti vuoti e ci venne messo poco dopo di fronte un buon risotto al radicchio, noci e speck. Ripresi a parlare dopo aver mangiato un boccone "poi è successo quello che è successo" non dissi altro "nessun altro mi avrebbe mai aiutato" conclusi. Nessuno mi guardava, tutti anche troppo consapevoli di come erano andate le cose, papà mi aveva detto che dopo che gli avevo raccontato tutto per bene, li aveva convocati tutti e aveva spiegato loro la situazione. Dopo essere tornata nella mia città natale avevo avuto modo di spiegare per filo e per segno tutto a papà, avevo omesso solo la parte dell'avvelenamento perché non ci avevo neanche pensato. "Dopo che sono sparita con D persino i naturali hanno evitato di seguirmi, hanno pensato fosse meglio evitare, loro sapevano che cosa avevo fatto e per cosa avessi assunto Der" nonostante il discorso l'appetito non mi era venuto a mancare e ci avevo messo davvero poco a ripulire il piatto "poi Derwin si è fatto vivo, voleva sondare il campo e capire quando riscuotere il suo compenso" ammisi "però non lo ha fatto, si è limitato ad esserci, mi ha aiutata a superare tutto e a stare di nuovo bene." Il mio compagno mi strinse una mano nelle sue per un attimo, ci scambiamo un veloce sguardo prima che ricominciassi a parlare "ci ha sorvegliati lui, so che al tempo aveva dato delle scuse ai naturali e i progenitori sul fatto che spesso stava con noi e che si era sobbarcato quel ruolo, è rimasto con noi e quando sono stata bene ha riscosso, con il consenso di entrambi" aggiunsi l'ultima frase perché papà è nonno erano visibilmente contrariato da quella parte della storia, sapevo che la cosa non andava bene a nessuno dei due. "Circa un annetto dopo il legame ci hanno convocati per il marchio ed è venuto fuori tutto" nonno strabuzzò gli occhi "non gli avevi detto nulla?" Chiese sorpreso "certo che no, vi ho detto del legame solo perché dovevo, più tardi avevamo gente tra i piedi meglio era" spiegò Derwin "è stato allora che io ho saputo dei progenitori e che entrambi abbiamo scoperto chi fosse davvero Der, del suo vero lavoro e che ci aveva segnalati" raccontai " voi non ne sapevate nulla? Neanche che fosse un progenitore?" Papà era alquanto scosso dalla cosa "no non ne avevamo idea" confermò Dimitri "non che ce ne importasse qualcosa, io avevo proposto di ignorare l'invito dei naturali ma mi hanno fatto notare che prima o poi mi sarebbe toccato tornare alla realtà e un marchio da naturale mi avrebbe garantito maggior libertà" tra i branchi c'era l'erronea credenza che i naturali fossero i figli prediletti dei progenitori e quindi gli era concesso quasi tutto, persino alle femmine. "Così siamo andati a questa famosa cerimonia di marchiatura, in verità è solo una presentazione dei progenitori e poi un tatuaggio, non è che succede nulla di particolare" ammisi facendo sorridere il nonno che confermò con un cenno del capo le mie parole "ho conosciuto allora il nonno, hanno dovuto staccarcelo di dosso perché non la smetteva di abbracciare né me né Dimitri. Sapeva che lui era stato adottato, ma continuava a chiamarci nipotitini cari" ricordai con un sorriso "dopo il tatuaggio c'è stata una festa nel villaggio, lì abbiamo conosciuto gli zii Glauco e Boris, abbiamo soggiornato a casa di Der per una settimana circa, siamo stati invitati a rimanere o, per lo meno, passare a farci qualche vacanza da loro, e poi siamo andati via, sia io che D volevamo Der tutto per noi ancora per un pó." Conclusi. Papà mi guardava allibito, praticamente nessuno aveva toccato cibo, a parte me, Gab, D e Der, persino nonno e gli zii erano spiazzati dalla situazione. I piatti tornarono indietro e vennero sostituiti da un'abbondante porzione di carne alla griglia "durante la gravidanza si è occupato di me lo zio Boris, è il miglior curatore del villaggio" spiegai a chi non aveva idea "quello che è successo dopo lo sapete, siamo tornati e sono nati i gemelli" riuscii a mangiare una costoletta prima di ricominciare "dato che si è venuto a sapere che Derwin è un progenitore ha dovuto smettere con i suoi lavori, quello noto tra i branchi e quello tra per i progenitori e naturali" spiegai "hanno avuto un bel da fare per sostituirlo senza che il soggetto in questione desse nell'occhio, per questo nonno e gli zii non hanno fatto in tempo a incontrarvi quando sono venuti a trovarci" raccontai, erano decisamente sotto shock, alcuni tra i miei fratelli avevano leggeri tremori alle mani, di nuovo nessuno di loro aveva toccato cibo "in questi ultimi tre anni hanno passato più tempo da noi che a casa loro, zio Boris ci ha messo un anno, ma è persino riuscito a conquistare il cuore di Gabrielle" papà fissò il fratello con espressione sconvolta "dato che ci stiamo trasferendo abbiamo deciso di ufficializzare il tutto e Boris si è unito al nostro branco, quindi resta qui con noi. Nonno e zio Glauco sono venuti ad accompagnarlo e per salutarvi, erano così ansiosi di rivederti papà" confessai. Nel silenzio che si era creato finii la mia grigliata e il contorno di patate al forno. "Quanto restate?" Non riuscii ad identificare chi lo avesse chiesto ne a chi fosse rivolta la domanda " Suppongo che nonno e Glauco vogliano rimanere per un pó per stare in famiglia e conoscere i nipotini" entrambi annuirono "assolutamente si" confermò nonno "per quanto riguarda noi almeno un annetto" ammisi "a tal proposito, io e Gab abbiamo un annuncio" dichiarai spiazzando quei lupi anche troppo sotto shock, ci alzammo in piedi in modo da poter avere una buona visuale sui commensali e che loro la avessero su di noi "io e Gabrielle siamo in dolce attesa" il branco, nonno e gli zii lo sapevano, gli altri no. La notizia venne accolta dal silenzio poi papà svenne e non fu neanche l'unico.  Troppo tutto insieme, supposi.

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