Capitolo 65

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Aveva organizzato tutto con estrema cura, mi sembrò quasi surreale il fatto che lui si fosse occupato di tutto come una futura sposa si occupa del suo matrimonio, in modo a dir poco perfetto. Dal giardino di casa sua ogni soffio del vento portava dentro un profumo forte che mi ricordava tutto ciò di più caro avessi avuto nella mia infanzia, ovvero i miei nonni, il profumo intenso dei gelsomini si aggrovigliava insieme a quello del cocco che proveniva invece dalle candele che il moro aveva piazzato sul tavolo colmo di cibo, e sui gradini che portavano alla vetrata che portava all'interno della casa.

Aveva steso una lunga tovaglia bianca sul prato verde, con qualche cuscino intorno per poter stare più comodi, mentre aveva messo da una parte all'altra delle lucine che illuminavano perfettamente. Assaggiai un pezzo di pizza che trovai assolutamente deliziosa, si vedeva l'avesse fatta in casa.
"E questa l'hai fatta tu?" Mangiai con voracità, ne avrei divorate due teglie probabilmente se non fosse che il vestito stretto in vita che Julie aveva scelto il pomeriggio potesse strapparsi per tutto quel cibo. Aveva messo tutta la stanza in disordine, levando ogni indumento, letteralmente dall'armadio, secondo lei era molto importante che andassi ben vestita, io invece avrei scelto un semplice paio di jeans abbinato alle solite sneakers.

"Certo." Si batté la mano sul petto con soddisfazione, avrei potuto assumerlo a tempo indeterminato come chef, se queste sue doti avessero permesso di saziarmi così.
"Non pensavo cucinassi così bene, io forse saprò fare tre o quattro cose in croce tra cui: pancake, uova in padella, pasta e scaldare qualcosa al microonde." Dissi imbarazzata "Ma non sono sicura che l'ultima cosa sia da mettere in lista con le cose che so cucinare." Ironizzai, entrambi scoppiammo a ridere, dopodiché si alzò per prendere qualche tovagliolo e porgermi un ultimo pezzo di pizza.

"Allora, tu cosa vorresti fare dopo la scuola?" Domandò interessato, io non avevo la minima idea di cosa dover rispondere.
Sin da piccola quando mi chiedevano che lavoro volessi fare rispondevo semplicemente con "modella" ma ormai avevo dimenticato quella follia, il mio metro e cinquantanove non era molto d'aiuto per intraprendere questo tipo di lavoro, "autista delle star" decisamente, avevo risposto così, ma sono sicura che le star abbiano i migliori autisti e considerando che non avevo nemmeno una macchina con cui fare pratica avevo abbandonato persino quest'idea malsana. E adesso abbastanza grande da poter rispondere a questa domanda non avevo la minima idea di cosa avrei dovuto fare. Scrollai le spalle "Sinceramente ancora non lo so, forse studierò economia come vorrebbe mio padre, sarebbe una buona opportunità per iniziare, o magari mi dedicherò al designer insieme a mia madre."
Era tutto un grande punto interrogativo.
E poi li rivolsi la stessa domanda, ma lui non sembrava impacciato come me.
"Io andrò sicuramente al college, magari studierò criminologia, mi piacerebbe tanto risolvere tutti quei misteri ingarbugliati, non sarà facile ma sarebbe davvero bello poter intraprendere questa strada..." abbassò lo sguardo, non ero sicura di doverglielo domandare ma quando parlai senza pensare mi ritrovai a schiaffeggiarmi mentalmente.
Cavolo. "Non è solo lei il motivo, in parte anche- ammise- ma perché no?" E poi la malinconia che sembrava volesse dominarlo in quel momento scomparii quando abbozzò un piccolo sorriso.

"Adesso sono curioso, ti farò una domanda, non una di quelle scontate come quella di poco fa, o magari se hai progetti per il futuro, quanti bambini vorrai..." fece questa premessa che un po' mi spaventava, i suoi occhi brillavano, mi scrutava attentamente al di sotto delle sue lunghe ciglia, sembrava incuriosito, si passò una mano fra i capelli e si misi con le gambe incrociate, mi avvicinai a lui, anche se di poco, e imitai la sua stessa posizione. Feci un accenno, ero pronta.

"Per te cos'è la felicità?" Mi aveva avvisata fosse una domanda meno gettonata, ma non pensavo così tanto, pensavo a qualcosa come ma i pesci respirano? O magari hai mai contato quante formiche si spostano insieme? Hai mai pensato di fare un tatuaggio sulla fronte? Spero di aver reso l'idea. Feci un sospiro e presi fiato cercando di trovare nella mia testolina qualcosa che potesse assomigliare più a una risposta, ma la mia testa sembrava vacante.

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