Capitolo 53

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I suoi occhi da cerbiatto continuavano ad asserirmi sguardi supplichevoli, al momento stesso esterrefatti, io dal canto mio avevo un nodo in gola che non mi permetteva di parlare, forse perché credevo di rovinare tutto, ma la verità era un'altra, avevo già rovinato tutto prima di accorgermene. Sapevo il rischio che correvo, sapevo anche che ero un'egoista ingrata, semplicemente perché avevo messo me stessa al primo posto assieme alle idee strampalate e avevo lasciato indietro la persona che senza badare a mezzi termini aveva pensato di prendersi cura di me.

"Ho bisogno che tu capisca." Presi coraggio e me ne stupii, tuttavia la mia voce non era così sicura come avevo creduto,soltanto intimorita.
La sua risata mi spiazzò letteralmente, non capivo se si stesse prendendo gioco di me o per lei tutto ciò era ridicolo. La guardai perplessa mentre iniziò un discorso che non riuscii a comprendere dal momento che con una mano si teneva la pancia e con l'altra sulla bocca cercando di trattenersi.
Cavolo sembrava posseduta.

"È solo uno scherzo Mads." Mi diede una leggera gomitata continuando a sghignazzare, una domanda sorse spontanea: cosa stava succedendo? Di lì a poco apparve persino Tyler, i suoi capelli piuttosto scombinati, i suoi jeans neri fasciavano perfettamente le sue gambe, abbinata ad una semplice maglietta di qualche band della città, non l'avevo mai sentita prima eppure il nome suonava piuttosto orecchiabile.

"Cosa diavolo vuol dire uno scherzo?"
Pronunciai quelle parole con stupore, passando lo sguardo da uno all'altro come se si stesse svolgendo un torneo di Ping pong, i miei occhi saettavano dalla mia amica a lui come per capire cosa stesse succedendo, Julie divertita dalla situazione al contrario di Tyler che sembrava piuttosto indispettito e pacato, non aveva avuto la minima intenzione di rivolgermi una parola, mi alzai in modo brusco sistemando la maglietta che si era sollevata sopra l'ombelico.

La mia amica a quel punto decise di smetterla e ci rivolse uno sguardo abbastanza serio, incrociai le braccia sotto al petto come ogni volta che pretendevo almeno una spiegazione, e questo lei lo sapeva piuttosto bene.
Si schiarì la voce e interruppe quel momento tanto imbarazzante, mi sentivo perennemente a disagio, i suoi occhi seguivano ogni mio movimento tanto che per un istante pensai di risvegliarlo con una delle mie battute poco carine, ma non lo feci.
"Parlavo della mia merendina, ti stavo solo prendendo in giro." Mi canzonò ma io non avevo alcuna intenzione di prenderla sul ridere, anche se una sensazione di sollievo si impossessò di me. Lei non lo aveva scoperto sul serio. "Volevo semplicemente convincerti del fatto che avessi fatto qualcosa di male, mangiando i miei snack preferiti." Scrollò le spalle. 

"Perché mi hai scritto quel messaggio con tanta urgenza allora?" Allusi al fatto che mi aveva inviato un sms d'emergenza riguardante il moro, che si trovava a poco meno di un metro da me. "E tu cosa ci fai qui? Se volevi ignorarmi potevi anche evitare di sparire."
Dissi in maniera brusca con cipiglio, ero dannatamente arrabbiata con lui, aveva pensato di sparire nel nulla. Le sue labbra si strinsero in una linea, si accomodò sulla sedia girevole mentre Julie si dileguò farfugliando qualcosa.

Eravamo uno di fronte l'altro, mi ritrovavo seduta sul bordo del letto della mia amica, comodo com'era non mi sarei alzata per nessun motivo, Tyler fissava un punto qualsiasi del mio corpo non con attenzione, aveva la mente altrove e questo mi fece andare fuori di testa, ero piuttosto nervosa e pretendevo delle spiegazioni. Era sparito dal nulla, avevo lasciato così tanti messaggi da aver perso il conto, mi trovava assillante?

"Quello che stai facendo non è giusto."
Scosse il capo come se si fosse reso conto solo adesso di aver parlato, puntò i suoi occhi nei miei, forse per attendere una mia reazione, non continuò se ne stava con le gambe accavallate come se nulla fosse. Eppure quel l'affermazione mi fece pensare, riflettere, cosa gli stava passando per la testa?

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