Brian non si faceva sentire da qualche tempo ormai, non era passato molto, soltanto qualche giorno e io avevo bisogno di conferme, di risposte certe, e non domande appese a un filo che sarebbe potuto oscillare tra un può darsi o non so cosa poter pensare di tutto questo.
Mi aveva detto soltanto che gli serviva tempo per potermi dire la verità che richiedevo, eppure non ero tanto convinta, pensavo stesse complottando qualcosa.
Sbuffai, rivolsi il mio sguardo verso il soffitto, tra meno di qualche minuto la mia amica si sarebbe presentata a casa mia, e io mi sentivo dannatamente in colpa per non poterle raccontare tutto ciò che stava accadendo e del cosiddetto patto con il diavolo.
La mia testa assomigliava a un macigno, per un momento pensai che se me l'avrebbero staccata sarei stata davvero meglio. Invece mi ritrovavo a sperare che da un momento all'altro quella suoneria straziante, che non mi ero ancora procurato di cambiare, rimbombasse come un suono acuto seppur fastidioso. Avrei voluto fare qualcosa, invece mi ritrovavo di fronte a un'armadio, tentando di abbinare qualcosa che potesse risultare carino e casual.
Un leggero tintinnio provenne dal mio cellulare, a tentoni cercai sul letto quel dispositivo che tanto detestavo. Se non fosse talmente utile molto probabilmente non lo userei, dire di essere negata con la tecnologia è un eufemismo. Sapevo si e no, le cose base, ma se mi avrebbero chiesto qualcosa di più complicato di mandare un link o di inoltrare un contatto, sarei andata immediatamente nel pallone.
"Questa sera presentati di fronte al bar della "Villa", avremo molte cose da discutere, e domande a cui dovrò rispondere."
Imprecai mentalmente, le avrei dovuto rifilare l'ennesima scusa, mentirle ogni volta era un colpo al cuore. Aveva quelli occhioni che mi scrutavano come se fossi la persona più leale verso di lei, me la immaginavo sorridere bevendo quel frullato che tanto amava, mentre mi riempiva la testa di quanto bello fosse Logan. Era ancora in fissa.
Non dovevo considerarlo un errore, una condanna o una maledizione, quel dolore era necessario, necessario affinché tirassi fuori tutta la mia forza nascosta.
A malincuore le scrissi un messaggio, non avevo avuto neanche il coraggio di chiamarla, sentire la sua voce mi avrebbe spezzato molto di più, la sua risposta non tardò ad arrivare e se non la conoscessi direi che se la sia bevuta.
Le scrissi che avremmo recuperato presto e che se non avessi consegnato il compito di biologia mi sarei cacciata in un enorme guaio.Mancava solo un'ora.
Sistemai il cespuglio di capelli che mi ritrovavo, avanzai verso l'armadio e presi soltando una felpa abbinata a un jeans del medesimo colore: nero. Non desideravo mettermi in tiro per lui, piuttosto preferivo apparire sciatta e inguardabile.
Rifugiai le mani all'interno della felpa calda, il venticello soffiava forte tanto da farmi rabbrividire, sentii il naso pungere e le guance rosee mi facevano sembrare una bambolina.
Gli alberi ormai spogli, le foglie creavano un quadretto perfetto sul terreno e i pochi passanti sembravano godersi quel paesaggio, in tranquillità proprio come me.Socchiusi gli occhi dopo essermi seduta su una delle panchine, ricordi passavano nella mia mente, quando ancora venivo in questo posto ogni pomeriggio dopo la scuola con Jason, passavamo il tempo a rincorrerci proprio come dei bambini, guadagnandoci sguardi di passanti piuttosto sfuggenti, a volte quando pensavamo di studiare, non passavano più di cinque minuti che già ci stavamo punzecchiando.
Avevamo inciso anche i nostri nomi su uno dei tanti alberi, aveva detto che quello sarebbe stato il simbolo di un'amicizia che sarebbe destinata a durare nel tempo, nonostante tutto.Una lacrima solcò la mia guancia, non mi ero resa conto nemmeno che quei ricordi avessero provocato ciò, niente sarebbe tornato come prima, nemmeno lui.
<<Che ci fai qui?>>
aprì gli occhi lentamente ritrovandomi Tyler avvolto in una giacca di pelle e con lo sguardo che sembrava chiedermi:
"cosa sta succedendo?"<<Sembra così strano trovarmi seduta qui?>>
risposi scrollando le spalle, non rispose in cambio prese posto affianco a me, rivolse gli occhi verso la mia figura.
<<Vengo spesso qui, e questa è la
prima volta che ti vedo.>>Costatò lui.
Mi alzai in piedi di scatto ricordandomi che ormai era l'ora di andare, non risposi, semplicemente gli mandai un'occhiata fugace.<<Dove stai andando?>>
Chiese alzandosi a sua volta, passò un mano fra i capelli, sembrava voler aggiungere qualcosa, ma non lo fece.
<<Vado a scoprire la verità.>>
E senza far accenno a quello che mi aspettava, lo salutai in fretta prima di ritrovarmi di fronte al piccolo bar, in cui mi aveva dato appuntamento. Guardai attorno, con aria circospetta, finché non lo vidi parcheggiare la sua auto e venire verso di me.
•••
Eccomi qui con un nuovo capitolo, sto cercando di aggiornare spesso ma purtroppo a volte non riesco a farlo visto che ultimamente i miei professori si sono decisi a sommergerci di compiti. Invece a voi come sta andando?Innanzi tutto ringrazio ognuno di voi che si è cimentato con la lettura di questo libro, siamo già alle 2000 visualizzazioni, ed io ancora non ci posso credere...😍 Per questo GRAZIE.
*cosa ne pensate?
* vi è piaciuto oppure vi aspettavate
di meglio? Ovviamente accetto qualsiasi critica, che sia costruttiva ovviamente.Se il capitolo vi è piaciuto, lasciate una stellina!
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REVOLUTION
Romance[STORIA IN CORSO] -POTRÀ SEMBRARE UN CLICHÉ, MA PRIMA DI GIUDICARE UNA STORIA, DOVRESTE SAPERNE TUTTO IL CONTENUTO- Un ragazzo dai capelli corvini, dagli occhi neri come la pece e la carnagione olivastra, nascondeva un segreto, un'opportunità che av...