Affrontare le conseguenze
era il primo passo per raccontare
la verità, e per quanto terribile
e al contempo meravigliosa,
doveva essere trattata con
grande cautela.
(Frase mia)Avete presente quando grandi nuvoloni grigi sorvolano il cielo avvertendoti dell'imminente temporale che avrebbe scatenato una tempesta, e voi vi ritrovate in una strada troppo lontana per poter cercare un riparo? Fortunatamente non era quello che mi stava succedendo, almeno non letteralmente ma ero sicura che tutta la calma di quei giorni si sarebbe riversata in una grandissima catastrofe. Due giorni in cui continuavo a rifugiarmi nella mia stanza pur di non andare a scuola, il mal di testa era un'ottima scusa quando dovevi convincere i tuoi genitori a farti saltare qualche ora, ovviamente che non fosse un motivo per stare a casa da usare spesso, erano poche le volte in cui mi assentavo: alle elementari andai a scuola persino con vomito, l'idea di rimanere nel bagno non era tanto allettante, ma non lo era il fatto che avrei di certo perso la foto di classe.
"Vengo da te." Mi aveva scritto Julie, mi ritrovai ad abbandonare il computer e la mia amata serie preferita ovvero The vampire diaries, sebbene l'avessi vista ormai un paio di volte, una terza non poteva di sicuro mancare. Posai il computer con delicatezza sulla scrivania mentre cercavo in qualche modo di districare quell'ammasso di capelli più simile a un nido, optai dunque per una coda di cavallo, e avevo messo tanto gel, solo Dio sapeva cosa avevo combinato a quei capelli, ne avevo svuotato quasi mezzo contenitore. E poi sistemai un po' la camera, raccattai tutti quei fazzoletti bagnati, la morte di Stefan nella stagione cinque mi lasciava sempre un vuoto disarmante, per non parlare di Bonnie, Damon o Elena nella sesta stagione. Si, ormai la conoscevo proprio bene quella serie, stavo persino iniziando a ricordarmi le battute.
Ero proprio una patita, avevo poster, fotografie, persino i dvd, anche se mia madre mi aveva praticamente obbligata a mettere quei cartelloni troppi grandi e tutte quelle foto che avevo stampato in uno scatolone, altrimenti mi avrebbe fatto tutto fuori. Non immaginate i miei pianti per due interi giorni.Poi mi ricordai, avevo una scatola nel garage un po' più piccola e abbastanza colorata da poterla riconoscere immediatamente tra tutte quelle cianfrusaglie che mio padre aveva deciso di conservare anche se non c'è ne facevamo nulla di cose rotte, per lui avevano importanza e questo bastava per non farle buttare alla mamma.
Lo sgabuzzino del garage sembrava troppo spaventoso, accesi tutte le luci, e sperai di non imbattermi in qualche ragno, qualche scarafaggio o qualcosa di simile. Avevo letteralmente il terrore degli insetti."Non ci credo, questi sono tutti i miei album da disegno, di quando avevo otto oppure nove anni?"
pensai ad alta voce, raccattai quel libro troppo stropicciato e impolverato, soffiai su e sfogliai certi disegni che avevo completamente dimenticato.
Il primo disegno, semplicemente una collina, un sole con un viso sorridente e tanti gabbiani intorno, era uno dei miei disegni preferiti, assieme a quello dell'altalena, mio papà mi spingeva, sorridevo mentre arrivavo super in alto, mi tornò alla mente quella sensazione di libertà, di fanciullezza e di gioia quando ricordai il momento in cui glielo donai."Questo invece è il vecchio guantone da baseball di mio padre." Ammirai quel guantone ormai sporco e scucito in fondo alla scatola, mio papà non aveva solo una passione nel guardarlo questo sport ma soprattutto lo giocava, era ciò che sognava da giovane, ma lui diceva sempre di aver sogni troppo grandi per quel cassetto, e aveva così deciso di intraprendere qualcosa che secondo lui era più alla sua portata, ma cos'era più alla sua portata della mazza e di quella pallina?
E infine mi ritrovai a contemplare quel quadretto che la mamma aveva riposto sui piani più alti dello scaffale, avevo un grosso lecca-lecca tra le mani, mi ritrovavo sulle enormi spalle di papà, potrò persino rimembrare quanto urlai quel giorno "Sono altissima, sono su una torre." Oppure "Corri veloce, voglio far finta di toccare il cielo con una mano." Mentre la mamma guardava ridendo di gusto per quella buffa scena, immagine catturata da un passante a cui mia madre domandò qualche scatto.
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REVOLUTION
Romantizm[STORIA IN CORSO] -POTRÀ SEMBRARE UN CLICHÉ, MA PRIMA DI GIUDICARE UNA STORIA, DOVRESTE SAPERNE TUTTO IL CONTENUTO- Un ragazzo dai capelli corvini, dagli occhi neri come la pece e la carnagione olivastra, nascondeva un segreto, un'opportunità che av...