Capitolo 40

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T Y L E R

A volte le persone si soffermano a chiedere
quelle solite domande, a parer mio di circostanza solo per poter conversare un po',
come se la scuola fosse la cosa più importante, come se chiedere ciò che si vuole fare da grandi sia qualcosa di programmabile, come se la vita fosse una lista della spesa da rispettare per non essere fuori, in verità non c'è nessuno che si sofferma a sapere davvero qualcosa di te, con un semplice "come stai?"
o magari "sei felice?" A prescindere dalle scelte fatte.

Ed è proprio quello che la mia vicina di casa Rose stava chiedendo in quel momento sorseggiando il tè verde con qualche biscotto, insieme a mia madre. Mi allontanai trovando una scusa, pur essendo educato, altrimenti dopo mi sarei subito la ramanzina della mamma, anche se quella donna non mi era proprio simpatica, sembrava sempre voler ficcare il naso dappertutto.

Mi fiondai sul letto preoccupato, pensieroso.
In quel momento l'unica cosa che pensavo era come mi fossi messo in quel casino, tra Jennifer e la nuova pista, Madison e la messa in scena che aveva creato, ed io che mi sentivo sempre più vulnerabile.

Avevo bisogno di allontanarla, non solo perché
sentivo che lei fosse una distrazione per me,
avevo problemi più grandi da affrontare che una relazione finta, tuttavia sapevo che in cuor mío questa fosse solo una scusa, fingere non mi sarebbe dovuto costare nulla.
Almeno credevo.

Certo l'avrei aiutata, sembrava così importante per lei che non l'avrei delusa in quel modo, eppure avevo domande a cui non riuscivo a rispondere, e di certo lei non mi avrebbe risollevato dai miei dubbi. Alcune di queste erano : cosa ci faceva in quel posto? Cosa cercava? Ed esattamente con chi collaborava? Se fosse coinvolta in qualcosa di losco?

Chiamai Logan, avevo bisogno delle sue battute penose ma seppur divertenti, non ci sentivamo da un po' se non a scuola durante la pausa pranzo, e quale occasione se non questa?

Non aspettai molto, forse mezz'ora ma non era importante, apparve di fronte a me con una palla da basket tra le braccia pronto a scaricare l'energia in campo, e le negatività dopo una lunga chiacchierata.

Adoravo il suo modo di essere, mi lasciava molto spazio, essere opprimente non era da lui, sapeva fare lo sbruffone ma sapeva ascoltare meglio di chiunque altro, anche se i consigli effettivamente non erano il suo forte.

L'ultima volta che gli chiesi quale sarebbe stato il miglior modo di sbarazzarmi di una ragazza mi propose di portarla a letto come in fin dei conti lei desiderava, ma mi accorsi che di quanto fosse un'idea sbagliata quando il giorno dopo mi chiamò per fare un giro in centro.

"Se ne vuoi parlare, sai che puoi farlo."
Si sedette sulla sedia blu posta vicino la scrivania, si voltò verso di me dopo aver posato la palla ai piedi del letto.
Incrociò le braccia, sapevo che era pronto per poter ascoltare le mie cosiddette tragedie.

"In questo periodo è un po' tutto un casino, ho bisogno di ritrovare l'equilibrio, voglio dire mi sento vulnerabile, e non credo di volerlo essere."
Scossi la testa lentamente in segno di negazione, mordendomi un labbro.

"Chi è che ti rende vulnerabile?- alzò un sopracciglio come se la risposta fosse ovvia, ma io non capivo a cosa si riferiva- è questa la domanda a cui ti devi rispondere, per ritrovare il tuo equilibrio."
Continuavo a non capire, se ne rese conto quando lo vidi avvicinarsi anche se di poco, come se quello che mi avrebbe detto da lì a poco sarebbe stato fondamentale.

"In questo periodo ti stai avvicinando ad una persona, non so perché lo fai, se perché lei le somiglia un po' o magari ti piace la sua amicizia, ma sono sicuro che se non neghi l'evidenza a te stesso avrai le risposte che cercavi.- attese un attimo- non so bene come funzionano queste cose, voglio dire questo weekend uscirò con la prima ragazza seria- scrollò le spalle facendomi incuriosire, mi fece segno con la mano che mi avrebbe spiegato, ma non prima di terminare questo discorso-"

"Si somigliano ma non sono uguali, non sfrutterei mai una persona solo per ricordarne un'altra, tuttavia farò ciò che mi hai detto, non mi sembra un'idea niente male."
Accettai stiracchiandomi.

"Invece tu?"
Portai l'attenzione sul mio amico, volevo che anche lui parlasse, anche perché non volevo tormentarlo con la solita cosa tutta la sera, non sarebbe servito a nulla parlarne.
Era già tutto chiaro.

"Esco con Julie."
Scrollò le spalle come se fosse una cosa da niente o per minimizzare, ma ero sicuro che lo stesse facendo solo perché non facessi una delle mie solite battute.

"E ti interessa?"
Chiesi ancora, cercando di estrapolare ulteriori informazioni, annuì affermando che fosse una ragazza carina, e magari finalmente sua madre non avrebbe pensato più che fosse sull'altra sponda, ma lei sapeva meglio di chiunque che suo figlio non fosse gay, amava semplicemente divertirsi, in fin dei conti però voleva conoscere qualcuna sperando non fosse una scappatella come al solito.

"Bene amico, ma mi raccomando non fare cazzate non vorrei che poi Madison venga da me a rompere le scatole."
Ridacchiai, sapevo di quanto il loro legame fosse speciale, e di certo non mi sorprenderebbe ricevere qualche minaccia di morte da parte sua solo per colpa di Logan.

"Certo, certo."
Alzò le mani in segno di resa, con sorriso sghembo, mi alzai in tutta fretta dal letto e presi la palla che precedentemente aveva poggiato a terra.

"Allora che ne dici partitina?"
Gli feci l'occhiolino, non perse tempo nemmeno lui, si alzò provocando un forte rumore e prima di chiudere la porta della camera disse "Ti batterò Wolf"
"Certo, come no" bofonchiai dandoli una leggera pacca sulla spalla.




•••
Ehilà come state?

Spero vi faccia piacere questo capitolo su Tyler, volevo un po' far vedere il suo punto di vista, anche perché è da un po' che non scrivevo su di lui.

Cosa ne pensate del capitolo?
Se vi va lasciate una stellina di supporto, e un commento con la vostra opinione, mi farebbe davvero tanto piacere.

Al prossimo aggiornamento.

•Benny❤️

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