Capitolo 41

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"Non sempre ciò che sembra,
è la realtà, a volte fingiamo perché
spiegare come ci sentiamo risulta
talmente difficile da non avere scampo,
se non fare finta che tutto vada per il meglio."
(frase mia)

Avrei dovuto avere più cura delle mie cose, per l'ennesima volta senza curarmene lanciai il piccolo quadernino in un angolo remoto del letto, ormai diventato come un diario in cui custodivo tutto ciò che mi passava per la mente, piccole bozze in cui racchiudevo sentimenti remoti, frasi abbozzate come se racchiudessero un significato nascosto, e in effetti era davvero così. Ogni riga macchiata di quell'inchiostro indelebile era molto più di quel che sembrava.

La voce squillante di Julie aveva lasciato spazio a un silenzio quasi devastante, il ticchettio dell'orologio appeso ad una delle pareti della camera era tutto ciò che si udiva, non che mi dispiacesse, almeno dopo aver ascoltato più di un'ora la voce della mia amica che non faceva altro che domandare se stesse bene e se effettivamente tutto ciò fosse vero e non solo una delle sue fantasie, si poteva finalmente godere di un po' di tranquillità.

Forse, fossi stata in lei avrei fatto su e giù da una parte all'altra, cercando anche un'opzione per svignarmela, anche con una scusa banale.
Ripensandoci non mi avrebbe mai permesso di far saltare un appuntamento solo per un mio capriccio, sopratutto se si trattava di "affari di cuori", almeno così li nominava lei.

Ero così contenta per lei, che mi resi conto di quanto fossi così sfortunata in queste relazioni che coinvolgevano i sentimenti, ricordandomi che il fidanzato che avevo attualmente, non era poi veramente il mio ragazzo.
Facevo davvero così pena?

Eppure Tyler aveva deciso di punto in bianco di non rivolgermi la parola, non avevo ancora chiaro il perché di questo suo atteggiamento repentino, avevo solo voglia di fare chiarezza alla situazione, avevo già programmato nella mia mente un copione che avrei dovuto recitare alla perfezione alla mia migliore amica, se in caso mi avesse fatto qualche domanda, ed una litigata di coppia sembrava la soluzione migliore.

La cosa mi infastidiva parecchio quando come se nulla fosse il suo nome apparve a caratteri cubitali sul mio display, tentennai qualche secondo prima di decidere cosa fare, senza pensarci ancora una volta riattaccai.
Non avrei permesso che si prendesse gioco di me così, non di certo avrei permesso di stare alle sue calcagna strisciando come un cagnolino alla sua ricerca.

Mi aveva ignorata per quattro giorni, avrei dovuto rispondere subito come se nulla fosse?
Certo che no.

Adagiai i pantaloni della tuta e una maglietta con una stampa un po' ambigua sul letto, non ricordavo chi me l'avesse regalata, per un momento pensai fosse opera della zia Betty, non sapevo se il disegno rappresentasse un piccolo coniglietto o un'anatra.
E c'è n'era di differenza.

Per un momento mi venne un colpo, quando notai la figura di quel ragazzo che mi ero ritrovata a detestare così tanto, per i suoi continui sbalzi di umore.
Mi guardai attorno assottigliando gli occhi per capire effettivamente come aveva fatto ad apparire così dal nulla nella mia camera, la risposta mi venne palese quando notai le porte del balcone che sorgevano sul giardino spalancate.

Una folata di vento mi raggiunse facendomi rabbrividire all'istante, a piccoli passi la richiusi alle mie spalle per rivolgere lo sguardo verso di lui.

La luce fioca illuminava le pareti della stanza assieme al suo profilo a dir poco perfetto, il suo naso perfettamente all'insù, proprio come lo desideravo io e i capelli scompigliati ricadevano morbidi sulla fronte, mentre le sue labbra serrate fremevano di emettere qualsiasi suono.

Scrutai ogni particolare del suo viso, il suo cipiglio e la smorfia che emetteva ogni qual volta si mordeva il labbro, non mi guardava e per un momento pensai fosse veramente in imbarazzo. Le mie teorie vennero affermate quando farneticava qualcosa che non riuscivo a sentire, un sussurro così lieve che supposi di aver immaginato.

Considerai il fatto di avere un'allucinazione, non aveva emesso una parola, e non sapevo se l'avrebbe fatto a breve o se aspettava che prendessi parola prima io. La situazione era davvero sconfortante, e io non avevo la minima idea del da farsi.

"Non volevo comportarmi in quel modo - il suo sguardo sembrava trovare conforto e coraggio nelle sue vans nere, presi spazio poco più lontana da lui- volevo solo allontanarmi per un po' da te."
Non riuscivo a capire quale assurdità stesse dicendo, avrei voluto riempirlo di insulti, voleva forse dire che ero davvero pesante, o magari che non mi sopportava? Ma quando il suo sguardo si posò su di me, la grinta che pensavo di possedere perse tutta la credibilità.

"Non volevo realmente farlo, in fin dei conti non mi hai fatto nulla, e il fatto che tu mi ricordassi perennemente una persona mi mandava fuori di testa."
Mi fissò con talmente tanta insistenza da mettermi in imbarazzo, per un attimo vidi un lampo di dolore e malinconia attraversare quelli occhi neri come la pece.
Quel nero che sembrava essere frutto di qualcosa che nemmeno avrei potuto immaginare, nero come i suoi ricordi, come tutto ciò che sembrava lo stesse affliggendo.

Ed è proprio in questo momento che mi vennero in mente vecchi pensieri, immagini che speravo non uscissero a galla così facilmente, quel capitolo che non rileggeremo nemmeno mai ad alta voce, perché già solo a pensarci è talmente rammaricante.

Senza essermi resa conto mi trovavo a pochi centimetri dal suo corpo, la sua mano fredda tra la mia e il mio sguardo che non faceva altro che supplicarlo di non andarsene.
Inaspettatamente mi strinse in un abbraccio, sembrava avesse il bisogno di farlo da tempo.
O magari era solo una mia sensazione.

"Abbiamo in comune più di quello che pensi."
Borbottò sulla mia spalla, soffiando sul mio collo, un brivido percorse la mia schiena provocandomi la pelle d'oca, annuii mentre pian piano mi staccavo da lui.

"Ho bisogno di parlarti di lei Mads. - mi strinse la mano come per chiedermi supporto, ricambiai il gesto spontaneamente mentre continuò la sua frase - e ho bisogno di farlo con te."

Non capivo ciò che volesse realmente dirmi,
ma avevo il presentimento che l'avrei scoperto di lì a poco.





•••
È l'una e mezza di notte, ci saranno tanti errori ne sono a dir poco di sicura ma pubblicare questa sera era una mia priorità.
Un po' in ritardo, ci ho messo un po' a scriverlo, nonostante credo non sia davvero il massimo, tuttavia ci tenevo davvero a scrivere qualcosa che trattasse di loro due, un momento un po' malinconico ecco.

Cosa ne pensate?
Voglio tantissimi commenti con qualche idea al proposito, nei prossimi capitoli scopriremo qualcosa in più...

Inoltre ringrazio per l'ennesima volta ciascuno di voi, che con ogni commento mi rende felice, sembra una cosa banale da dire, ma per me sono quei piccoli gesti che mi rendono davvero contenta.

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