Capitolo 45

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Hai il cuore di un'altra epoca


La biblioteca non era mai affollata come in questo periodo dell'anno, non perché le persone volessero davvero agguantare un libro fra le mani e leggerlo tutto ad un fiato, semplicemente si avvicinava sempre di più il periodo degli esami, dei progetti con i compagni e delle presentazioni davanti a tutta la classe. Anche io ero una tra quelle, ma ormai la scuola sembrava non essere una delle mie priorità, la mia media rimaneva costante certo, ma non migliorava affatto, cosa che avevo promesso principalmente a mia madre all'inizio dell'anno. Ricevere una borsa di studio per qualche college sarebbe stato l'ideale, ma non ci sarei riuscita se il mio andamento sarebbe continuato in questo modo.

Afferrai il libro di letteratura inglese, una delle materie che più mi piacevano, eppure Savannah aveva deciso di affidarmi la parte più importante : ossia ricercare, sottolineare ed evidenziare ciò che avremmo scritto, mentre lei si sarebbe curata della parte tecnica, in cui ero davvero negata, non sapevo se fosse un bene o un male fidarmi di lasciare la parte senza nemmeno consultarmi, avevamo deciso di non incontrarci prima di non aver seguito i nostri compiti. Non sembrava una tipa molto alla mano, e io tantomeno volevo sprecare tempo a discutere sul da farsi.

Alzai gli occhi per cercare un tavolo che non fosse occupato, ma ognuno sembrava incantato a leggere e mettere nero su bianco frasi per il loro compito, più in là notai un ragazzo da solo, così mi avvicinai lentamente senza dare troppo nell'occhio, non volevo pensassero che fossi una maniaca, tuttavia nessuno se ne curava impegnati com'erano.

"Scusami posso sedermi qui?"
domandai non appena mi avvicinai ancora un po', eppure quel ragazzo aveva qualcosa di famigliare, lo notai quando il suo sguardo incrociò il mio, che l'avessi adocchiato in corridoio qualche volta? La sua voce mi risvegliò da quel momento che risultò abbastanza imbarazzante, decisi di sedermi dopo aver annuito, strisciai la sedia sul pavimento provocando un rumore assurdo, se fossi stato uno struzzo avrei sotterrato la faccia sotto terra, gli sguardi infastiditi mi osservavano mettendomi a disagio, mi voltai con tutta fretta e aprii il libro davanti ai miei occhi.

"Sono nuovo qui- prese parola ad un tratto portandomi a distogliere lo sguardo dalle parole di Shakespeare, odiavo quando mi interrompevano dopo essermi immedesimata e concentrata in quel modo ma sorrisi e lasciai che continuasse- come ti chiami?"
chiese senza riluttanza.

Eppure a me sembrava di averlo visto, quei capelli e quello sguardo non potevano che non essermi famigliari, magari si trattava solo di una mia fantasia, e prima che potesse pensare che fossi una stupida a non rispondere ad una semplice domanda risposi "Madison, tu?"

Il suo viso fece una smorfia che non riuscii a capire, aveva innalzato le sopracciglia e poi aveva assottigliato gli occhi come se la risposta fosse stata fatidica, poco dopo si mise comodo sulla sua sedia e prese parola cercando di non parlare a tono alto, altrimenti ci avrebbero rimproverati "Sei un'osservatrice, non è vero? - prima che mi potesse dare il tempo di mettere insieme una frase continuò- Voglio dire sembra che tu voglia sapere tutto di tutti prima di farti conoscere, o sbaglio?" Spiegò, e per un momento rimasi davvero spiazzata tanto da farmi apparire una stupida, perciò feci un sorriso di circostanza e sussurrai un "Può darsi che sia così, ma tu ancora non mi hai detto il tuo nome." Osservai.

Non mi rispose, si alzò lentamente riponendo qualche libro nella sua borsa a tracolla e dopo avermi porto un ultimo sguardo se ne andò spiazzandomi del tutto, ero sicura che la mia espressione perplessa l'avrebbero notata anche i muri e le librerie alte che tappezzavano l'intera stanza.

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