Capitolo 28

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Il terrore di stava impossessando di me, le mie gambe sembravano voler cedere, stavo per fare qualcosa che mi avrebbe divorato per tutta la vita, feci appello al mio buon senso eppure la mia testa ormai andata in tilt non sembrava voler sentire ragione.

Brian mi aveva rassicurato, non mi sarebbe successo nulla quella sera, eppure io non mi fidavo di lui. Mi aveva fatto del male, mi aveva fatto sentire un piccolo agnellino, quel che ero, imprigionato in una gabbia attorniato da leoni, pronti a sbranarmi.

Volevo fuggire da lì, volevo fare qualsiasi cosa tantomeno seguirlo in quelle sue luride missioni, o almeno così le rinominavo.

Avevo fatto l'ennesimo patto.
Se l'avessi  seguito quella sera mi avrebbe rivelato quello che avrei voluto sapere al
momento, non sapevo se stava perdendo tempo, forse anche lui ne era all'oscuro.

"Allora ti muovi oppure rimani qui?"

la sua voce mi fece tornare con i miei per terra,
lo fissai per qualche secondo, volevo trovare una scappatoia, ma sembrava inesistente in quel momento. A passi lenti avanzai verso la sua macchina mentre ripetevo tra me e me, che quella fosse stata la cosa migliore da fare, o effettivamente mi stavo esponendo troppo, più del dovuto.

Forse era esagerato tutto questo.

"Mi dirai davvero quello che voglio sapere,
o è un altro dei tuoi giochetti sporchi?"

avrei voluto dirlo con più grinta, con determinazione ma invece la mia voce apparve spaventata e intimidita, ancora una volta da lui. Non volevo apparire in quello stato, si sarebbe approfittato di me?

Digitai un messaggio a Julie, già proprio lei che non vedevo da più di una settimana se non fra i corridoi per le scuole, scambiavamo qualche battuta, ma qualcosa sembrava non essere più come prima, forse il fatto che non fosse così tanto logorroica già alle prime luci del mattino o semplicemente perché ormai le davo buca ogni due per tre, aveva tutte le ragioni per detestarmi. L'ennesimo messaggio in cui le chiesi di coprirmi, ormai sapevo solo fare questo sfruttare le persone.
Non sapevo se effettivamente fosse arrabbiata con me, ma ero sicura che mi avrebbe salvata ancora una volta dalle grinfie di mia madre.

Guardai fuori dal finestrino, non riuscivo più a distinguere le strade, per me quel luogo era sconosciuto, e quel campanello d'allarme si accese in un batter d'occhio. Guardai la sua figura di profilo, non sembrava volermi uccidere, campagne, boschi  in cui nessuno ti avrebbe mai trovata, ma se fosse la maschera da serial killer professionista?

Avevo paura di quel mostro al mio fianco,
ma se avessi fatto patto con il nemico avrei avuto una possibilità in più per batterlo.
Ci voleva l'astuzia e la furbizia.

"Scendi."

Mi ordinò dopo aver arrestato il motore dell'auto, cercai di guardare  attentamente intorno, tuttavia non riuscivo a scorgere nulla se non delle piccole pietre sul terreno grazie alla torcia del cellulare. Feci per seguirlo, mi schernì prima che potessi avanzare di qualche
passo. Mi immobilizzai di colpo.

Avevo una paura matta, mi aveva lasciata sola in mezzo al nulla, non riuscivo a scorgere nulla 
se non pietre a terra, l'auto alle nostre spalle e in lontananza qualcosa che poteva assomigliare a un capannone, non ne ero certa.

La sua figura comparve davanti ai miei occhi, qualcosa di celava dietro le sue spalle, le sue braccia sembravano nascondere qualcosa, assottigliai gli occhi ma fu inutile, non vedevo assolutamente nulla.

"Ti ricordi di questi?"

non mi ero resa nemmeno conto di quanto fosse vicino a me, nel giro di pochi secondi si ritrovava ad una distanza opportuna affinché potessi vedere meglio. Con un gesto rapido mise davanti ai miei occhi una piccola bustina bianca, boccheggiai per qualche secondo mentre indietreggiavo sempre di più.

"Cosa vuoi fare?"

Avevo avuto il coraggio di dirlo, e in quel momento mi maledì per non esser rimasta a casa a tagliare cipolle insieme a mia madre, almeno se avessi pianto l'avrei fatto per qualcosa di banale anziché ritrovarmi in questa situazione.

"Non voglio fare nulla, volevo farti riprovare quelle emozioni che tu ricordi bene, o forse no?"

Si stava beffando di me, per l'ennesima volta, non sarebbe bastata tutta la mia pazienza per placare l'ira, l'avrei voluto vedere strisciare in
una prigione. Non merita di vivere uno come lui. Accuse pesanti ma fondate.

"Se sei qui per altri giochetti, piantala."

Mise la bustina in tasca e avanzò verso di me dopo avermi intimata a salire in macchina, stritolai le mani per l'ansia, me la stavo facendo sotto, sembrava di vivere in un horror. E io gli detestavo.

"Ti racconterò la verità, sono un uomo
di parola o sbaglio?"

Avrei voluto gridare, ancora una volta che lui non sarebbe mai stato un uomo, non poteva reputarsi male. Sicuramente un uomo vero non farebbe mai del male ad una donna. Trattenni le parole, trattenni la rabbia, se avessi reagito di impulso sarebbe finita davvero male.

Mise in moto e nel frattempo prese a parlare...




•••
Hola!

Come state?
Questa volta ho scritto un capitolo più lungo del solito, quindi amatemi per questo. 🙃

Pian piano, tutto verrà a galla, misteri, amori nascosti, e chi lo sa anche dei segreti.
Purtroppo sono lentissimaaa, mi piace descrivere piano, attentamente le situazioni anche per ricreare quella suspence che tanto adoro!

Cosa ne pensate?
Voglio tanti commenti eh!
Lasciate una stellina nel caso vi sia piaciuto.
Stiamo entrando nel vivo della storia.

⚠️
Mi dispiace per eventuali errori grammaticali, ultimamente scrivo nel cuore della notte, revisionerò non appena la storia sarà terminata o comunque appena avrò abbastanza tempo.

Al prossimo aggiornamento...
A presto ❤️

-benny

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