Capitolo 59

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Mi guardava come se da un momento all'altro volesse scoppiare in una fragorosa risata, sicuramente perché stavo fissando quel bastoncino di liquirizia che ritenevo nelle mani da qualche minuto come se ne fossi rimasta ipnotizzata.
Io odio la liquirizia, certo, non più della faccia di Tyler che mi sfidava come a voler dire "tanto non c'è la farai mai a mangiarla."

"Mi arrendo, prendila tu piuttosto" allungai la mano verso di lui, stava seduto di fronte a me, mentre il tepore del camino si diffondeva regalandomi una sensazione di benessere, o forse era questa casetta vicino al mare che mi faceva sentire come a casa.
Lo scrutai con attenzione, mi ritrovai a pensare che aveva guidato per quasi un'ora in piena notte, per portarmi in questa casetta vicino agli scogli, la vista era decisamente stupenda, almeno così immaginavo, non che si potesse vedere molto con questo buio, ma da come me l'aveva descritta lui, sembrava qualcosa di meraviglioso, solo per stare con me?
Questo era surreale, così sembrava.

"A cosa stai pensando?" Mi analizzò come uno psicologo fa con il proprio paziente, non sapevo se dar voce ai miei pensieri o tacere semplicemente scrollando le spalle, dal suo sguardo però non sembrava avrebbe mollato.

"Tu ci tieni veramente a me?" dissi quasi in un sussurro che temevo non avrebbe sentito, la mia voce sembrava flebile, come se da un momento all'altro si sarebbe rotta, giocherellai con un elastico tra le mani per evitare di sollevare lo sguardo, per evitare di guardarlo.

"Sai la verità è che io non tengo a nessuno, non in quel modo, non mi affeziono perché le persone sono facilmente sostituibili, è così. Domani potresti trovare un amico, qualcuno meglio di me, o potrei farlo persino io."

Avete presente quando si dice "colpito e affondato"?
Ecco a me sembrava di aver preso un colpo in pieno stomaco, annegare in un abisso, risalire per poi ripetere tutto d'accapo come in un loop.
Alzai di poco lo sguardo, notando fortunatamente che lui si era alzato e si era posizionato di fronte al camino, il suo corpo visibilmente teso, mentre qualche lacrima silenziosa si faceva spazio sul mio viso, lo asciugai in fretta con la manica della felpa che indossavo, mi distesi sul tappeto, chiusi gli occhi e poggiai una mano sulla mia faccia.

"Invece con te è diverso. Tu sei diversa." Affermò deciso e quella sua convinzione mi fece rabbrividire tanto da portarmi a sorridere, facendomi cambiare umore solo con una frase, quella frase che per me aveva un grande significato. "Per questo io..." sentì i suoi passi raggiungermi, finché il calore del suo corpo non mi raggiunse, aveva poggiato tutto il suo peso sopra di me, il suo doveva essere un abbraccio, ma sembrava quasi volesse uccidermi.

"Non respiro." Brontolai aprendo di scatto gli occhi, con voce affaticata. Poggiò i suoi gomiti sul tappeto, facendo in modo da creare un po' di spazio, ero tornata finalmente a respirare. Feci una ricognizione della situazione, i suoi occhi erano fissi sul mio viso, ero così imbarazzata che cercai di coprirmi la faccia, ma ciò mi fu impedito da una sua mossa tanto scaltra tanto furba. Non me l'aspettavo di certo.

Lo guardavo ovunque, i capelli, voltai il mio viso e mi ritrovai a fissare per qualche secondo il tavolo dall'altro lato della stanza, le mura bianche in contrasto ai mobili grigi e moderni, finì a guardare persino le sue labbra, mi maledì ancor di più, adesso lui sapeva che ero in una situazione di svantaggio, decisamente vulnerabile oserei dire.

"Madison riesci a guardarmi un attimo negli occhi?"
sembrava divertito, eppure la sua imprecazione in seguito non mi fece fare altro che far scontare le mie iridi con le sue pozze nere. "Ti sto guardando." Nella mia testa sembravo molto più determinata, decisa, eppure la mia convinzione andò a scemare.

"Cazzo io non ce la faccio più." Brontolò, non mi resi conto di cosa volesse dire lì per lì, quando le sue labbra vennero in collisione con le mie spalancai gli occhi sorpresa, il cuore martellava nel petto all'impazzata, pronto a saltare fuori, per un attimo mi sembrò così.

Le mie mani scivolarono sui suoi capelli, mentre il mio corpo prendeva fuoco, mi lasciai trasportare da lui, ci sapeva decisamente fare, se dapprima il bacio risultava casto, puro, dolce adesso aveva il sapore del desiderio, un bacio lussurioso e lascivo.
Lasciò una lunga scia di baci lungo il collo, gesto che mi provocò brividi a non finire, agganciai le mie mani al suo collo, volevo avvicinarlo ancor di più a me, con ciò fece accenno di un sorriso sulle mie labbra.

"Tyler" lo richiamai all'attenzione con difficoltà, dovevamo assolutamente fermarci, non volevo succedesse come l'ultima volta, l'avevo baciato io ed era scappato, sapevo in cuor mio che questa volta sarebbe stato sicuramente diverso, aveva ammesso fossi una persona importante nella sua vita, e aveva preso coraggio lui, ma questo cosa valeva a dire?
Mi morse il labbro, mi fece andare in escandescenza ciò, adoravo ancor di più il modo in cui mi guardava, come se fosse pronto a fermarsi, mi pentì subito, avrei dovuto godermi il momento senza pensare alle conseguenze, a quelle ci avrei pensato dopo.
Lo afferrai dal colletto della maglietta e con un pizzico di presunzione, di orgoglio pronunciai quelle parole che lo fecero traboccare di pretesa: baciami ancora.



•••
MOMENTO, MOMENTO, MOMENTO!
avete letto bene, non aspettavo altro anche io!
Non so bene se vi sia piaciuto, ho impiegato un po' a scriverlo, quindi che ne pensate?

Alla prossima!
•Benny❤️

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