Capitolo 23

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«Non ho nulla contro di lui.» quelle furono le parole che uscirono dalla bocca di Ashton, e che sembravano avere il sapore di bugia, ed il suono di una porta cigolare nel bel mezzo del buio.

Fastidioso per le orecchie di Joe, che conosceva abbastanza suo fratello per convincersi del fatto che stesse mentendo, non solo grazie alle mani strette in pugni nervosi, del ragazzo davanti a lei, ma anche per il suo essersi improvvisamente immobilizzato.

Probabilmente non si aspettava una reazione simile dalla sorellastra.

«Stai scherzando, spero.» Joanna socchiuse gli occhi, tagliente come un coltello, soffice come una lastra d'acciaio.
Per Ashton sarebbe stato più che difficile riuscire a piegarla, a manipolarla, e prima che lui potesse anche solo provare ad aprire bocca, «Ashton, ogni volta che esco con lui hai sempre il broncio. Inizialmente non volevi che uscissi con Michael, mentre adesso mi hai chiamata a casa interrompendo la nostra uscita per...» Joe non seppe continuare.

«Per..» esordì lei, con sguardo improvvisamente vuoto, pensieroso, dopodiché infuriato. «Ecco, non so neanche io per quale motivo.» affermò, stringendo le dita di una delle proprie mani in un pugno snervante.

Era frustrata dalla situazione.

«Ho voluto che tornassi prima semplicemente perché è tardi, e non mi fido di lui a tal punto da lasciarti a mezzanotte ancora fuori.» disse Ashton, cercando di apparire il più naturale possibile, rilassato.

Voleva solamente il bene di sua sorella, di certo non voleva farla innervosire senza motivo.
Ma lei non poteva capire, chiaramente, perciò riusciva a comprendere la rabbia di Joe nei suoi confronti.

E lui in realtà era teso come una delle corde delle sue vecchie chitarre, e se qualcuno avesse suonato quegli strumenti, sarebbero uscite unicamente note cariche di forza e malinconia, preoccupazione e rabbia.

Tutte emozioni che Joanna non sarebbe riuscita a comprendere, fino allo scoprire della verità.
Un qualcosa che Ashton oramai sapeva.

Che tutti, sembravano sapere, chi in modo più approfondito, chi a grandi linee.

Solamente Joanna sembrava essere ancora all'oscuro di tutte le voci che giravano per la Morgan High School.

La rossa cercò di trattenere uno sbotto contro Ashton, ma non seppe nemmeno lei dare una spiegazione al suo trattenersi.
Dunque respirò profondamente, ed avvicinandosi al centro del salotto, «Allora è questo, il motivo. Tu non ti fidi di lui, dunque non posso starmene tranquilla in sua compagnia, per le tue stupide complicazioni. O sbaglio?» mormorò, lievemente delusa dentro ed arrabbiata fuori.

Si sentiva una nuvola scarica d'acqua, troppo leggera e facile da soffiare via.
E tutto questo, perché teneva davvero a Michael.

«Perché stai cercando di rovinare il nostro rapporto?» sussurrò, scuotendo la testa amareggiata.

Ashton si sentiva in colpa, sentiva come un uragano costante nello stomaco e bestie rodere il suo fegato.
Perché Joe si stava facendo un'idea sbagliata di lui, di quello che voleva fare, e si sentiva accusato di qualcosa che non stava realmente cercando di compiere.

Era sconfitto, e facendo scorrere una delle sue mani fra i propri capelli castani, sospirando, cercò di parlare.

«Lo sto dicendo per te, Joe, non vogl-»

Ma venne interrotto, da Joanna, che aveva compiuto l'ennesimo passo verso di lui, avvicinandosi senza timore, mentre il ragazzo restava immobile, rigido, con le converse contro il pavimento in parquet.

«Non vuoi, cosa, Ash?» chiese retoricamente la ragazza, quasi minacciandolo con lo sguardo di continuare a parlare, e farla innervosire maggiormente.

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora