Capitolo 1

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Quando riuscii ad aprire occhio nel mio stato di dormiveglia, su quel divano, mi resi conto di essere sprofondata in un profondo sonno dal quale sarei stata svegliata unicamente dalla voce ed il tocco di qualcun altro. In quel caso, a risvegliarmi fu una vibrare di corde vocali maschili: «Joe, sveglia, il pranzo è pronto» sentii sussurrarmi, avvertirmi, percependo poi il peso di quella che poteva essere una mano, sulla mia spalla.

Confusa, cercai di riacquistare lucidità aprendo gli occhi, trovando un dolce sorriso ed un paio di iridi di un verde scuro a qualche centimetro dal mio viso. Quel colore era decisamente meno intenso di quello degli occhi che avevo incrociato una ventina di minuti prima, davanti casa.

«Ashton» lo salutai, svegliandomi per bene. «Un momento ed arrivo» annuii.
Lui si distanziò da me, andando a prendere posto a tavola, dopodiché io mi alzai a malavoglia dai cuscini morbidi del divano, sbadigliando.

Mi stiracchiai, per poi correre in camera.

Svuotai frettolosamente alcuni scatoloni, trovando una maglietta semplice, un paio di shorts e della biancheria intima. Dopodiché mi chiusi in bagno per fare una doccia, sentendomi improvvisamente più fresca e pulita.

Mezz'ora dopo andai a tavola con i capelli bagnati raccolti attentamente con un mollettone.

«Allora, Joanna, come ti sembra qui?»

La rauca voce che riecheggiò nell'aria fu quella dell'uomo seduto di fianco a mia madre, ovvero il suo compagno George, nonché padre di Ashton.

Io adoravo Ashton, era sempre così sorridente ed il suo ottimismo metteva di buon umore tutti.
Era anche un bel ragazzo, non potevo negarlo, ma neanche se fosse stato soltanto un mio amico sarei riuscita a vederlo in una certa maniera.
Probabilmente non era il mio tipo.

Pensando, posai il mio sguardo su George, per poi afferrare con la mia forchetta un pezzo del pollo caldo presente nel mio piatto.
«Mi trovo piuttosto bene, devo ammetterlo» parlai dopo aver ingoiato. «Ora manca solamente la scuola» affermai dubbiosa.

Ashton si illuminò a quelle parole, indicandomi poi con la sua forchetta. «Per quello ci sono io. Ti farò conoscere i miei amici e ti mostrerò la scuola»

«Vedrai che ti piacerà» questa volta era mia madre a parlare, facendomi voltare lo sguardo su fi lei. «mi hanno riferito la presenza di una grande biblioteca, nella Morgan High School»

Nel vedere Ashton annuire confermando le parole di mia madre, con un boccone in bocca, sul mio viso apparve un sorriso.
Amavo particolarmente leggere, era una delle mie passioni più grandi, ma che curavo con poca costanza per non abusarne. Quella biblioteca sarebbe stata la mia tana, il mio prossimo rifugio.

Oppure mi piaceva solamente pensarlo.

«Un motivo in più per apprezzare questo posto» afferrai il coltello posto di fianco al piatto, tagliando il pollo rimanente in esso, con lo sguardo basso.

George sorrise, pulendosi la bocca. «Sono contento che ti piaccia»

Mia madre semplicemente posò una mano sulla sua spalla, felice di sapere che il fatto di trasferirsi dall'altra parte del mondo per andare a vivere nella dimora del suo nuovo fidanzato mi avesse fatto piacere, anziché disturbo.

Ed in effetti era così, dopotutto ero contenta di iniziare una nuova vita. Mi sentivo fortunata.

Ero felice di essere lì, con mia madre, il suo compagno e suo figlio. Andavo d'accordo con tutti, e speravo davvero di riuscire a fare amicizia a scuola, magari non con persone menefreghiste come il ragazzo stravagante dagli occhi trasparenti, con cui mi ero scontrata bruscamente, quello stesso giorno.

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Svegliarmi presto, la mattina, fu un vero trauma.

Purtroppo non avevo scelta, dovevo alzarmi, prepararmi.. dovevo andare per forza a scuola.
Con le poche forze che avevo, mi alzai dal letto, preparandomi poi per affrontare il mio primo giorno a Perth.

Dopo essermi lavata velocemente in bagno, e vestita con un paio di jeans scuri, una maglietta bianca ed una chiara camicia di jeans lasciata sbottonata, chiamai Ashton avvertendolo del fatto che fossi pronta.

Camminai per minuti e minuti alle spalle del mio fratellastro, che mi faceva da guida, per le strade affollate della grande città.
La scuola non era troppo lontana, ma nemmeno molto vicina.

Quando arrivammo davanti ad un enorme edificio dalle mura grigie, non potei fare a meno di leggere più e più volte la scritta posta sul cartello fissato di fianco ai cancelli arrugginiti: Morgan High School.

AYE!

Non so che dire, quindi... boh, spero vi piaccia.

Scusate gli errori, ho pubblicato di fretta senza ricontrollare. Correggerò più tardi.

Nel prossimo capitolo ci sarà qualcosa di più interessante, se v'interessa.

Lasciate un commento e votate, se vi va. Mi farebbe molto piacere :)

Ora vado, alla prossima.

Un bacio,

Lukey_96

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora