Capitolo 4

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Fissai come lievemente ipnotizzata la tazzina di ceramica che stringevo tra le mani, osservando quanto si fossero scolorite le immagini floreali dipinte su di essa.

Bevevo del semplice the, con lo sguardo fisso sulla strada, al di fuori della caffetteria. Il vetro era così trasparente da permettermi di osservare le limpidi immagini che lasciava intravedere delle strade australiane.

Ashton se ne stava a mangiare tranquillamente una brioche alla cannella di fianco a me, mentre Luke mescolava lentamente lo zucchero di canna all'interno del suo caffè, mordendosi nervosamente il suo labbro inferiore e sfiorando con la lingua il suo piercing nero al lato di esso, giocandoci. Quando posai i miei occhi su di lui, portai la tazzina di the caldo al limone, osservandolo di sottecchi.

Non lo si poteva negare, la sua bellezza non poteva essere indifferente agli sguardi altrui.

«Dovremmo andare, è piuttosto tardi» Puntai l'attenzione verso Ashton, quando parlò.

«Che t'importa, nelle prime due ore c'è un'assemblea tra i professori e dovrebbero esserci due ore di buco» rispose Luke alzando le spalle, puntando poi in uno scatto i suoi occhi azzurri verso Ashton, sollevando la tazzina di caffè e posandola sulle proprie fini labbra, sorseggiando.
Osservai il modo in cui il mio fratellastro aveva preso a mordersi l'interno guancia, con nervosismo o forse imbarazzo, mentre il suo viso si colorava di un un lieve rossore.

«Ti sta aspettando Ilary, non è vero?» canzonò Luke, lanciandogli un'occhiata divertita.
Ridacchiai lievemente, osservando la reazione di Ashton: lo vidi sorridere, abbassando lo sguardo per poi fissare lo stuzzicadenti spezzato con cui le due lunghe ed affusolate dita stavano distrattamente giocando.

«Se proprio vuoi saperlo, è così» rispose, guardando poi soddisfatto il ragazzo.
Io sorrisi intenerita, stringendomi nella mia giacca pesante di jeans, e quando la rauca voce di Luke arrivò alle mie orecchie non potei fare a meno di perdere il sorriso.

«Hai già fatto sesso con lei?» Domandò in tutta tranquillità, indicandolo con un gesto veloce del capo. Io spalancai la bocca, fissando a Luke piuttosto basita, scioccata, per essere stato così esplicito davanti a me. Più che altro, a sorprendermi era il non essermi aspettata un gesto simile da parte sua.

Lui alzò le spalle, mostrandomi innocentemente le sue iridi celestiali.

«Che c'è? Che ho detto?» Mormorò con un sorriso beffardo sul volto, leccando poi spudoratamente il suo brillante piercing nero che perforava sul suo labbro arrossato, con una risatina.
I suoi denti erano bianchi e dritti, e sinceramente mi ritrovai a pensare che avesse proprio una bella presentazione.

Scossi dunque la testa indignata, soprattutto nell'istante in cui avvertii ridacchiare persino Ashton. «Sì, beh, da tempo oramai» annuì, ammettendo ciò con un sorrisino alquanto vittorioso sulle labbra.

Non conoscevo ancora questo lato perverso di Ashton, a dir la verità. Non avevamo mai affrontato tale discorso assieme.
Cercai di distrarmi dalla conversazione, iniziando a scrutare fuori dalla vetrata della caffetteria le macchine che sfrecciavano sulle strade di Perth.

Luke interruppe il silenzio creatosi, parlando nuovamente, con il suo solito tono profondo.

«Mhm, ed è andata be...»

«Luke!»

Non lo lasciai finire di parlare, poiché lo riproverai immediatamente, sollevandomi dalla sedia per poi afferrare la mia borsa a tracolla con l'intenzione di andare a pagare il mio conto.
Il biondo scoppiò in una risata allegra assieme ad Ashton, e quasi si ritrovarono a trattenersi lo stomaco, poiché probabilmente cominciava a fare loro male. Due poveri idioti.

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora