Capitolo 34 // Parte Seconda

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Per quanto riguardava Michael, beh, lui camminava.
Camminava per strada e non sapeva nemmeno cosa stesse veramente facendo; con l'incessante  dolore perforare la sua mente faceva difficoltà a percepire i piedi sul terreno, e si sentiva quasi di star fluttuando anziché posando il proprio peso in continuazione sul marciapiede.

Non sempre le cose vanno come si vorrebbe.
Molto spesso si desidera di essere in grado di superare ogni situazione.
Quasi sempre ci si perde durante la strada.

A lungo Michael si era chiesto quale fosse il suo scopo nella vita degli altri.
In quel momento cominciò a chiedersi se avesse importanza e valore nella propria; pensò a sé. Cercò di aggrapparsi a quel qualcosa che tratteneva dentro che gli era sempre sembrato troppo irraggiungibile, perché è difficile afferrare ogni cosa quando nulla ti sembra avere sostanza, ed  ogni fibra del suo corpo apparentemente astratto sembrava solleticarlo fino a sfiorargli il cuore come una lama tagliente.
Fremette, sospirò ad un passo dall'impazzire o dal comprendere tutto di quella maledetta giornata. In entrambi i casi uno sarebbe stato la conseguenza dell'altro.

Non si perse d'animo, poiché comprese che, forse, era stato lui a tirare troppo la corda.
Aveva preteso a lungo qualcuno che gli desse un aiuto a cambiare la propria esistenza, quando invece avrebbe dovuto lui fin dal primo istante cominciare a respirare da solo, ad aprire i polmoni. Non era abituato a stare solo, nonostante gli anni fra sé e sé. Non lo sarebbe mai stato, ma doveva accettare prima di tutto che se non avesse avuto modo lui propriamente, di convivere con se stesso, allora  forse nessun altro sarebbe stato in grado di farlo.

Joanna lo aveva lasciato con le spalle al muro.

Voleva sentirsi leggero, era stufo delle cose intense. Pensò non fosse in grado di gestirle e che avesse bisogno di ritrovarsi abbracciato da qualcuno senza avvertire l'impegno di dovergli far comprendere ogni sua intenzione.
Voleva solo delle calde braccia ma la pioggia che aveva appena cominciato a battergli sulle spalle e sulla fronte, con lui noncurante della situazione, sembrava volergli donare altro.
I suoi occhi chiusi cercando di ricordare un qualsiasi momento della sua vita in cui non si fosse sentito doveroso di proteggersi da qualcosa. Aveva voglia di ricercare un punto fermo che potesse appartenergli con determinazione, si era stufato di sentirsi preso in giro.

Nonostante ciò, gli fu comunque piuttosto complicato capire di dover metabolizzare la risposta appena ricevuta. Il suo respiro era flebile, non poteva mentire più di tanto a se stesso, altrimenti non si sarebbe ritrovato con qualcosa dentro di sé che entrava pronto a devastarlo come un'improvvisa, gelida ventata di freddo su ogni umido organo. Lo sentì insinuarsi in lui come fosse del cemento pesante, poiché le parole in realtà lo avevano incendiato: di colpo si sentiva una carcassa incenerita, ma nonostante fosse solo cenere, riusciva a capire i suoi organi ed il loro essersi irrigiditi.
Non li avrebbe mai biasimati, ma non sarebbe nemmeno mai stato in grado di perdonarsi.

Sì ritrovò davanti a delle mura bianche senza sapere nemmeno quanto tempo fosse trascorso dal primo passo; forse erano trascorsi pochi attimi, ma il non essere spronato ad avere alcuna certezza lo trascinò via, dove la sua anima si spostava e lo osservava perdersi in un vuoto interiore, da un'altra angolazione.
La verità era che si sentiva abbandonato e non sapeva dove guardare.

Pensò di essere in un film drammatico ed effettivamente, a pensarci, la sua vita era sempre stata caratterizzata da inutili drammi; lui medesimo riteneva che, un dramma, fosse stata la sua stessa nascita. I suoi occhi si annebbiarono e dovette fermare la marcia del proprio passo.
Di solito in queste scene nei film vi è una tensione pazzesca in cui un coltello può silenziosamente creare solchi scomodi sulla pelle del protagonista: quel tipo di fossa da cui è difficile evadere ma altrettanto semplice perdersi ed accettare le cose così come stanno. E Michael non comprendeva quanto volesse accettarle, se volesse convivere con quel dispiacere, come aveva sempre fatto... o cambiare qualcosa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 20, 2020 ⏰

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Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora