Capitolo 8

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Joe se ne stava con le mani infilate dentro le tasche della sua felpa, camminando lentamente di fianco ad Amber, che non aveva fatto altro che ascoltare tutto ciò che l'amica le stesse raccontando riguardo a ciò che era accaduto tra lei e Michael.
Per tutto il tragitto da scuola a casa sua, non aveva smesso di mantenere un sorriso sulle proprie labbra. Fremeva ancora, era come lievemente emozionata, e ancora non riusciva a capire perché avvertisse tutte quelle sensazioni assieme. Tuttavia, era ancora alquanto nervosa e l'ansia che la stava divorando viva ancora non si era decisa a scomparire del tutto.

Aveva deciso di parlare con Michael per chiedergli scusa, ed alla fine era stato lui a chiedere perdono a lei.
Perciò si sentiva anche un po' delusa di se stessa, perché non era riuscita a far capire a quel ragazzo dai capelli selvaggiamente rossi quanto le dispiacesse esserci comportata da maleducata, con lui.
Perché sì, in fin dei conti era stata lei la scortese, anche se inconsapevolmente. Non sapeva che Michael fosse... beh, praticamente muto, e che quindi non poteva proferire parola, per scusarsi con lei.

Certamente non si sarebbe mai aspettata che una questione simile potesse rimanerle così impressa nella mente.
Era una ragazza piuttosto sensibile, per quanto potesse sembrare forte, perciò anche le più piccole cose avevano il potere di farle cambiare improvvisamente umore e farla sentire in colpa, meglio o peggio. E quel piccolo passaggio della sua vita, in cui si era scontrata con Michael, beh... le aveva scombussolato la mente.
Tutto riusciva ad influenzarla, persino gli occhi ed il sorriso estremamente magnifici di un semplice ragazzo, che, se rivolti verso lei, le provocavano la pelle d'oca ed una maggiore voglia di conoscerlo a fondo.

Amber, invece, che con il tacco dei suoi scuri stivali creava un rumore continuo posandoli sul cemento dell'asfalto, era rimasta piuttosto sorpresa di sentirsi dire da Joe che Michael l'aveva presa in considerazione, per più di cinque minuti, nella biblioteca della Morgan.
Non se lo aspettava affatto, poiché credeva che Michael si sarebbe comportato come sempre. Pensava che avrebbe ignorato le parole di Joanna, continuando a leggere il suo solito libro dalla copertina rossa, che, tra l'altro, sembrava non avere una fine.

Si guardò intorno circospetta, aspettandosi di dover fare nuove conoscenze, mentre entrava in casa Irwin, invitata gentilmente da Joe.
Quest'ultima lasciò scivolare pigramente sul divano in pelle nera la propria tracolla, e lei copiò le sue azioni, prima di osservare la rossa aprire uno degli sportelli superiori in ciliegio della pulita cucina ed afferrare un pacco di spaghetti.

Stanca di aver camminato a lungo, Amber pensò bene si accomodarsi timidamente su uno degli sgabelli bianchi posti sotto il tavolo in marmo nero della stanza, osservando Joe mentre le dava le spalle intenta a preparare il pranzo.

Fortunatamente in casa sembrava non esserci nessuno, e ciò le fece avvertire meno agitazione.
Era la prima volta che veniva a casa di Joanna,e dal momento che non amava particolarmente fare nuove amicizie, presentarsi, o cose simili, era sollevata di non dover stringere la mano a qualcuno.
L'avevano sempre messa a disagio, queste situazioni, perciò solitamente rimaneva silenziosamente in disparte.
Questo era uno dei principali motivi per cui ancora non aveva avuto il coraggio di parlare a Calum, quel ragazzo così estremamente introverso che tanto la metteva in soggezione quanto la faceva impazzire da anni, oramai.

«E poi? Cosa vi siete... insomma, cosa vi siete detti?» cercò di continuare la conversazione con Joe, abbandonando il suo peso reggendosi la testa con la mano. Rabbrividì lievemente, poiché il marmo su cui era posato il suo gomito era piuttosto freddo.

«Beh, poi... niente. È suonata la campanella e lui è praticamente svanito nel nulla, impedendomi di dirgli altro» sospirò Joe, girandosi verso l'amica dai capelli castani e posando il suo bacino contro il marmo del lavandino, attendendo che la pasta si cuocesse all'interno della pentola colma d'acqua.

«Te l'avevo detto io che è un tipo strano...» Amber fece dondolare le sue gambe sotto al tavolo, annoiata. «Ma visto che ti piace così tanto, di certo non cercherò di ostacolarti, qualunque cosa tu abbia intenzione di fare... Credo»

Joanna sgranò gli occhi, pensierosa. «Mi piace? Cosa? No, Dio, voglio dire... sembra un bravo ragazzo, ma io n-non...» improvvisamente poi arrossì, balbettando impacciata. Amber roteò gli occhi, ma prestò attenzione.

«Avanti, Joe. Altrimenti perché stai facendo tutto questo? Ci tieni tanto a stringere amicizia con lui, per farlo parlare... ma perché?» incalzò con convinzione Amber, sistemandosi meglio sulla sedia e raddrizzando la schiena. «Se fossi in te, due domandine me le farei» continuò, dopodiché cominciò a guardarsi le unghie, tinte di blu, che trovava piuttosto rovinate.

Joanna non riuscì a trovare un qualcosa da dire, perciò restò il silenzio, mentre nella sua mente, alcuni pensieri ebbero il sopravvento su di lei, portandola a riflettere su questioni che non avrebbe mai voluto anche solo sfiorare.

E se Amber avesse avuto ragione? Se stesse facendo tutto questo, per scoprire cosa si nasconde in quel ragazzo, per il semplice fatto che le piacesse Michael?
Tuttavia, lo conosceva da solamente due settimane. O meglio, due settimane prima si erano scontrati per la prima volta, e da lì lei non era più riuscita a togliersi dalla testa quei suoi maledetti occhi tremendamente misteriosi.
C'era qualcosa.

Arrossì violentemente, quando si rese conto di ciò che stava pensando. Rimase dunque immobile, con lo sguardo vuoto, posato distrattamente sul pavimento.

In quel momento Amber sapeva perfettamente di avere ragione, e, quando alzò lo sguardo su di Joe, per poi vedere le sue guance maggiormente arrossite, un sorriso compiaciuto ebbe il piacere di crescere sfacciatamente sul suo volto. «Dio mio, sei proprio cotta di lui! Guarda come sei diventata rossa, Joe!» quelle parole, dette quasi urlando scherzosamente, non fecero altro che rendere Joanna ancora più rossa in viso, se possibile. Schiuse la bocca, osservando con un'espressione scioccata l'amica dai capelli castani.

Dopodiché sgranò improvvisamente gli occhi, girandosi con uno scatto verso i fornelli, ricordandosi di aver messo la pasta sul fuoco qualche tempo prima. Tirò un sospiro di sollievo, chiudendo la manovella del gas. Giusto in tempo.

Fortunatamente la pasta non si era scottata, ma... beh, Joe sì.
Lei sì che si era scottata, con le parole di Amber.

Cercò dunque di non pensarci più, dedicandosi a girare lentamente il sugo sulla padella posta sul fuoco, di fianco alla pentola. Anch'esso era quasi pronto.
Era rimasta piuttosto sorpresa da ciò che le aveva detto Amber, perché... sì, la verità l'aveva colpita in pieno viso, senza alcuna pietà.
Sapeva che sarebbe stato alquanto complicato dimenticare tutto ciò, soprattutto per via di Amber, che alle sua spalle continuava spensieratamente a ripetere a bassa voce sempre le stesse parole: «Decisamente un colpo di fulmine» disse, «ma fai attenzione.»

«E' quasi pronto» mormorò Joanna, cercando di sviare il discorso cotta di Michael.

Si voltò di colpo verso la sua destra, per poi vedere Luke, Calum ed Ashton in piedi sulla porta mezza aperta di casa sua, quando udì la rauca voce del suo tanto amato fratellastro.

«Bene, sorellina, perché abbiamo una fame da lupi.»

AYE!

Heilà, bellezze.

Scusate se il capitolo è di passaggio, prometto che il nostro amato Michael tornerà presto.
È necessario per continuare la storia, sorryz.

Avrei tanto voluto scrivere più fatti, ma poi sarebbe diventato un capitolo di 46738928 parole rispetto agli altri, quindi ho preferito spezzarlo qui.

Non vedo l'ora che accada qualcosa tra quei due idioti eijdnfrh (voi ora sarete tipo: ah, tu, eh? Pensa noi, razza di cretina.)

Ma va beh, tralasciando...

Commentate e/o votate, mi fa piacere qualsiasi cosa affinché il mio lavoro non sembri inutile :)

Poi, uhm, mi dispiace aver aggiornato dopo un'eternità.
Sapete, la scuola (di merda c: ).

Ora vado.
Vi amo, anche perché Silent ha raggiunto le 2K di lettureEIJSKNDSIOW

okay, ciao ciao.

Lukey_96

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora