Capitolo 29

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{JOANNA}

Le feste di Perth, quelle create dagli studenti scolastici alla ricerca di puro svago, innocuo o non, non erano esattamente come quelle a cui avevo partecipato in passato.

Ad Holmes Chapel non c'era pericolo di essere soffocati da una massa di ragazzi e ragazze accaldati, spensierati e troppo presi dalla musica a tutto volume per accorgersi di essere fradici per via del sudore, muovendo le teste ed il corpo in maniera frenetica. Le feste non erano esattamente organizzate in ville lussuose ed i proprietari non erano di certo i rappresentanti della scuola in questione, così come a terra non vi erano sparsi e calpestati distrattamente per il pavimento tutti i bicchieri di carta rossa, né un forte odore di alcolici impregnata nell'aria o musica pronta a farti tremare le ossa.

Nella cittadina di inglesini nella quale ero nata di tutto ciò non vi era mai stata traccia; erano tutti molto più tranquilli, più calmi, e io solamente i quel momento mi stavo rendendo conto della differenza.
Le mie e dita battevano a ritmo della musica, lungo le mie cosce, mentre le converse nere dai bordi bianchi restavano fisse sulla nuova moto di Michael, e le mie braccia gli avvolgevano la vita ammorbidendo sempre più la presa durante il parcheggio di fronte casa Wayne.

Casa si faceva per dire. Quella era davvero una villa enorme, anticipata da una distesa di verde, affollata da studenti che, già da oltre i cancelli, si potevano constatare come ubriachi fradici, per via dei movimenti disconnessi e le risate senza senso che invadevano l'aria.
Avevo lo sguardo su tutta la struttura dalle mura di mattoni rossicci ed il tetto nero, osservandola come affascinata, mentre lentamente Michael scendeva dalla sua Derbi R Drd nera e rossa, togliendosi il casco e scoprendo i suoi scompigliati capelli scuri.

Gli occhi di quest'ultimo, vitrei ed intensi, si posarono nei miei, nel momento in cui lui ebbe messo entrambi i piedi a terra, porgendomi una mano che afferrai prontamente dopo un'occhiata ricambiata velocemente. Mi preparai come psicologicamente a dovermi avvicinare ai cancelli della casa, accompagnata da Michael, e quando lui posò una mano sulla mia schiena, seguendo i miei passi verso l'entrata, inevitabilmente mi ritrovai a sorridere.

Il cancello era semiaperto, dunque non fu un problema per noi entrare nella villa, né essere notati immediatamente dalla proprietaria di essa che, una volta avvistati, si avvicinò con un' espressione divertita, facendosi spazio tra le persone. Io la osservai un poco stordita dal chiasso attorno a noi, poi le rivolsi un'espressione confusa, quando fu accanto alla mia figura.

«Hey, ciao! Benvenuta in casa Wayne, Irwin. O Green?» esclamò con tono allegro una ragazza piuttosto alta e dai lunghi capelli biondo cenere, con due occhioni azzurri piacevoli da osservare ed un rossetto chiaro sulle labbra, che contornava il suo sorriso dolce. Le diedi un'occhiata veloce, curiosa, osservando i suoi pantaloncini a vita alta in jeans chiaro, le sue converse nere dai bordi bianchi e consumati, e la sua t-shirt degli Sleeping With Sirens, una band di cui andavo abbastanza pazza.

Già mi piaceva, e brividi di adrenalina non poterono che aumentare lungo il mio corpo, eccitata.

Sollevai gli occhi nei suoi, ed immediatamente ricambiai l'incurvarsi delle labbra, un po' sorpresa, presa alla sprovvista dalla sua domanda incerta. Poi, «Hey, uhm, come preferisci.» le dissi tranquillamente, sollevando una mano sull'avambraccio tatuato di Michael, stringendolo a me come per presentarle il ragazzo a cui avevo appena rivolto una veloce occhiata, ricambiata, come per leggere ognuno i pensieri dell'altro di fronte a quella nuova conoscenza.

«Lui è-» subito schiusi le labbra cercai di parlare, ma venni interrotta dalla bionda di fronte a me. «Michael Gordon Clifford, in molti parlano di te. È un piacere conoscerti.» Samantha aveva un sorriso educato verso di lui, e il moro si ritrovò quasi sorpreso da ciò. Io anche fui sorpresa, più dalla mano sollevata di Wayne come gesto cordiale, verso Michael, che dalle sue parole - praticamente tutti sapevano chi fosse Michael.
Quest'ultimo sollevò l'angolo delle labbra, guardandola, e ricambiò la stretta con piacere.

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora