Capitolo 11

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Michael alzò l'angolo delle sue labbra, mostrando alla ragazza di fronte a lui un dolce sorriso che in seguito ampliò, mettendo in mostra la sua bianca dentatura, in netto contrasto con il colore estremamente roseo, scuro, delle sue spesse labbra.

Joe andava pazza per esse, non credeva che un ragazzo potesse avere una bocca così... Invitante, rude e bella.

Michael le si avvicinò, incamminandosi tra le persone, ed una volta giunto esattamente di fronte a Joanna le afferrò una mano con cautela e attenzione; il cuore di lei prese a battere con maggiore frequenza, quando Michael ebbe portato le proprie labbra sul dorso della sua mano, baciandolo gentilmente.

La ragazza restò con il fiato sospeso per interi minuti, colpita da quel gesto. Lo fissò, stupefatta, e quando Michael si fu allontanato dalla sua mano, tornando con gli occhi su di Joe, quest'ultima riportò la sua mano lungo il suo fianco, per poi sorridergli timidamente. «Ciao, Michael.»

Si rese conto che, quando gli rivolgeva la parola, diventava sempre estremamente nervosa.
D'altronde, non si sarebbe mai aspettata un'azione simile da un ragazzo con piercing, orecchini, tatuaggi ed una Harley Davidson come mezzo di trasporto preferito.
Prima di vederlo indossare quello smoking, così deliziosamente perfetto addosso a lui, non avrebbe mai neanche minimamente pensato di poter associare la parola "eleganza" a Michael.

Ma, a quanto pare, si era sbagliata di grosso: quella sera, Clifford era un vero gentleman.

«Ti ringrazio, uhm, per i complimenti.» mormorò, e lui le rivolse un occhiolino, facendola arrossire.
Il piercing che perforava il sopracciglio di Michael prese a brillare riflettendo le luci che illuminavano la stanza attorno a loro, e la rossa lo notò nel momento in cui lui le ebbe lanciato un'occhiata stuzzicante, prima di far increspare quelle sue apparentemente morbidi labbra in un ghigno che decisamente nascondeva qualcosa.

Perché Michael appariva sempre così misterioso ai suoi scuri occhi? Perché la attraeva così tanto?

--

{MICHAEL}

Le mie iridi erano puntate sulla ragazza dall'estrema bellezza, davanti a me, quando avvertii qualcosa farmi lievemente pressione su una spalla, facendomi quasi sobbalzare.
Mi girai, per capire cosa o chi fosse, per poi scrutare mia madre con un'espressione perplessa.

Decisamente l'ultima persona che avrei voluto lì con me.

«Caro, va tutto bene?» domandò con la sua morbida voce, sorridendomi. Io annuii, e fremetti quando notò la figura minuta di Joe, che nel frattempo ci osservava in silenzio.

Cazzo.

«Oh, tu devi essere Joanna, la ragazza che ha conquistato il cuore di Michael! Sono felice del fatto che mio figlio sia riuscito a trovarsi una ragazza così bella!» esclamò contenta, mia madre, porgendole la mano.

Joe la afferrò, arrossendo, e la strinse piuttosto spaesata, per via delle sue parole. Chiaramente, era confusa.
Io mi morsi il labbro inferiore, nervoso.

Dopodiché mi lanciò un'occhiata fuggente che sapeva tanto di: "Adesso tu mi spieghi perché tua madre crede che io sia la tua ragazza.", ed io cercai di convincerla a fingere tutto ciò, senza fare domande, supplicandola con lo sguardo.

In che modo potevo spiegare a Joe che avevo detto a mia madre che lei fosse la mia ragazza, solamente perché altrimenti avrebbe continuato ad assillarmi fino alla fine dei miei giorni per mandarmi da uno psicologo?

Mia madre era convinta del fatto che, dal momento che non parlavo, automaticamente non potevo istaurare una relazione e trovarmi una fidanzata, o, semplicemente, socializzare con gli altri. Perciò, aveva preso la decisione di mandarmi da uno psicologo, per farmi tornare le parole in bocca, cosa oltretutto impossibile.

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora