Capitolo 16

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Joanna riusciva semplicemente a rabbrividire al tocco di Michael, non ne poteva fare a meno, così come Michael non poteva fare a meno di credere che quelle fossero le migliori labbra che lui avesse mai baciato, e quella pelle la più soffice che avesse mai sfiorato.

Il volto di Michael si sollevò un istante da quello di Joe, per poter spostare la testa nella direzione opposta, facendo sfiorare i loro nasi.
Poi tornò con le labbra sulle sue, compiendo lenti movimenti ed incastrandole con esse.

Joanna si sentì morire e Dio cosa mi stavo perdendo.

Avvertendo l'adrenalina a mille afferrò non troppo delicatamente la canottiera del ragazzo, portandolo ancora più stretto a lei.
Fece roteare Michael sul letto, facendogli posare la schiena contro le morbide coperte, per poi prendere il suo precedente posto a cavalcioni su di lui.

Lui le rivolse uno sguardo indecifrabile, riprendendo fiato, e lei lo ricambiò, respirando affannosamente ed avvertendo il cuore scoppiare.
Quelle labbra, quei due morbidi cuscini, erano terribilmente piacevoli da baciare e lei non riusciva a resistere.

E Michael era felice di aver trovato qualcos'altro da far fare alle sue labbra, dal momento che di utilizzarle per parlare non ne aveva minimamente l'intenzione.

Così posò le mani sui fianchi di Joe, scoperti poiché la sua maglietta di cotone azzurra si era sollevata per via dei suoi movimenti sulle lenzuola grigie, e la attirò nuovamente a sé, facendo incontrare le loro labbra con l'ennesima scintilla.

Joanna si beò della sensazione meravigliosa che provava nello schiudere le labbra su quelle di Michael, permettendogli di far giocare le loro lingue con schiocchi e suoni lussuriosi. Suoni che impregnavano l'aria, mentre lei posava le sue piccole e soffici mani sulle guance altrettanto morbide del ragazzo, in modo delicato, premendo con maggiore forza le sue labbra contro quelle di Michael, come fossero una sottospecie di calamita.

Entrambi avvertivano una strana ma deliziosa sensazione percorrere il loro corpo, qualcosa come una sottospecie di agitazione o adrenalina, pura, che li faceva andare letteralmente fuori di testa e fremere di continuo, l'uno tra le braccia dell'altro.

Michael posò il suo sguardo sulle labbra di lei, quando Joanna si fu allontanata per prendere un lungo respiro.
Lei notò l'attrazione che aveva Michael nei confronti delle sue labbra, e pensò non si era sbagliata a credere che Michael avesse il miglior sorriso che lei avesse mai visto in vita sua, e che soprattutto avrebbe fatto fatica a dimenticare, perché quelle labbra non erano semplicemente della carne morbida e amabile, ma erano come droga, una droga pericolosa come la krokodil: sapeva che iniziando a farne uso non avrebbe più smesso, fino a disintegrarsi con le proprie mani.

Lei avrebbe continuato fino a consumarsi la bocca, fino a perdere quel colorito rossastro, che non le piaceva molto poiché era invidiosa delle labbra di Michael, molto più belle, rosee e carnose delle sue.

Michael si allontanò dalle labbra di Joe per iniziare a spostarsi più in là, sfiorandole la guancia ed il mento, dove vi lasciò un bacio casto.
Puntò gli occhi verdastri in quelli della ragazza, credendo di poter restare a lungo in quel modo, a contemplare la sua bellezza, osservandola sollevare il mento verso l'alto, per lasciare lui maggiore spazio da marcare con le proprie scottanti labbra.

E così lui fece, premendo lievemente le sue dita nei fianchi di Joe affondandole amabilmente nella sua soffice carne, così calda rispetto alla propria, mentre le labbra di lei tremavano per la voglia di essere nuovamente baciate.

Joanna strinse lievemente il bicipite di Michael, ed il ragazzo di affrettò a portare ancora una volta la bocca su quella di Joanna, questa volta più delicatamente, per poi picchiettare con la propria lingua tra le sue labbra, come per chiederle gentilmente il permesso di poter gustare il suo palato.

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora