Capitolo 27

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Io ho ascoltato a ripetizione le seguenti canzoni, per scrivere il capitolo. Vi consiglio di ascoltarle durante la lettura.

• Coldplay - The scientist
• Ed Sheeran - Firefly

In più, ho pubblicato da poco una nuova storia su Luke, chiamata Apnea || Luke Hemmings. Se andaste a darle un'occhiata, per darmi un parere e dirmi se dovrei cancellarla o meno, mi farebbe molto piacere.

Buona lettura.

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{JOANNA}

Restai per non so quanti istanti col cuore in gola, il respiro mozzato da quella che poteva essere la verità nascosta o meno, e gli occhi non più sgranati sull'oggetto che tenevo in mano, ma sbarrati contro la figura di Michael, sottoposta a dura tensione da quella rivelazione.

Il suo respiro era poco controllato quanto il mio; le sue mani tremavano.
Ma non tardarono ad arrivare proprio davanti a me, pronte a privarmi del barattolo di pasticche di Litio, che avevo trovato per caso nel cercare un rotolo di carta igienica, e per rimetterlo all'interno dell'armadietto, senza guardarmi in faccia.

Tutto il mio corpo trasalì quando toccò le mie dita, dopodiché lo vidi distanziarsi da me, uscire dal bagno e scomparire dalla mia vista, senza ancor avere il coraggio di guardarmi negli occhi.
Ciò mi fece arrabbiare realmente, e non mi feci più di tanti problemi a smettere di convincermi del mio corpo paralizzato, correndo invece di là per tornare da lui, che intravidi posare sul comodino qualcosa che inspiegabilmente fu il mio cellulare e camminare a vuoto per la stanza con le mani sulla faccia, le dita quasi frementi dal volersi strappare i capelli.

Ebbi il panico più totale, e proprio perché non riuscivo a capire nulla di quel che stesse accadendo, mi piazzai al suo fianco e gli afferrai fortemente il braccio per farlo voltare verso me, dicendo «Michael, cosa sta succedendo?» con espressione sconvolta. Dopodiché, avvertendolo irrigidirsi sotto il mio tocco, ma puntare i piedi a terra bloccandosi, «Perché avevi il mio telefono in mano?E soffri davvero di bipolarismo, o è uno stupido scherzo? » domandai ansimando.

La cosa più brutta di quella situazione era osservare Michael morire e sgretolarsi tra le proprie mani, e vederlo disperarsi in quella maniera senza conoscerne il motivo era terribilmente frustrante. Dunque avvicinai il mio volto al suo, posando le mie mani attorno alla candida pelle del suo collo, e «Michael.» mormorai tremando, per invitarlo a rispondermi.

Lui non si mosse di una virgola, ma i suoi occhi incontrarono i miei, adesso spaventosamente lucidi nell'osservare quelle iridi immerse in un mare invernale durante una tempesta, disperse nella sofferenza, e «Ti prego, Rispondimi.» quasi temetti di singhiozzare supplicandolo, mostrandomi quasi più debole di quanto lui non lo fosse già, al posto mio.

La cosa più folle, invece, una volta avergli permesso di ritrovare fiato e calmare il proprio respiro, fu vederlo scuotere la testa in segno di dissenso.
I suoi occhi incontrarono i miei per un istante, mentre il suo sguardo era basso, dopodiché fuggirono in altre direzioni, come se fossero state posate sul fuoco, ed io mi ritrovai ad aggrottare la fronte terribilmente confusa.

Cosa significava?

«Che significa?» dunque chiesi, turbata, vedendolo allontanarsi da me, sbattere gli occhi più volte gesticolando indeciso, prima di decidersi ad afferrare il proprio telefono.
Nel frattempo, il mio cuore batteva contro il mio petto in modo eccessivamente spaventoso, ed il mondo cominciava a rimpicciolirsi.

Poi lasciò che io leggessi ciò che aveva digitato, ed il mio cuore..

"Non sono mie."

.. Il mio cuore fece un sospiro di sollievo. O quasi.

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora