Capitolo 15

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Questa foto mi prende, mi sbatte sul pavimento e mi scopa violentemente, ogni volta.

Ma tralasciando...

Buon 2015, dolcezze.

Buona lettura.

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«E così, questa è la tua stanza.» mormorò Joanna, osservandosi attentamente attorno. Dal suo tono sembrava più un'affermazione che una domanda, perciò Michael - ovviamente - non rispose, ma si sedette semplicemente sul morbido materasso coperto dalle lenzuola grigie del suo letto, sprofondando la coscia nel suo piumone blu. Tuttavia, quando Joe si fu voltata verso Michael, quest'ultimo annuì, confermando le sue parole, posando il palmo della mano su uno dei soffici cuscini. «Beh, non male.» affermò dunque lei, smettendo di osservare le pareti tinte di blu, passando all'enorme finestra che troneggiava su un uno dei muri, per poi finire con lo sfiorare le copertine dei libri posizionati accuratamente in fila sulla libreria in legno nero.

«Hai letto tutti questi libri?» domandò poi al ragazzo, voltandosi verso di lui, che, puntualmente, annuì con energia.
Quasi ne fosse fiero.

A Joanna piaceva veramente molto l'arredamento della stanza di Michael, ed anche della casa in generale.

Non era enorme, ma era come la sua: di dimensioni medie, accogliente e moderna.

Aveva osservato attentamente ogni particolare della camera da letto di quel ragazzo, creando una sottospecie di inventario mentale.

C'erano due comodini neri, ognuno ai lati del letto a una piazza e mezza. Un rettangolare e morbido tappeto grigio vi era sul pavimento in parquet di legno scuro, propri sotto a letto, e ricopriva quasi tutta la superficie della stanza.

Un armadio nero a quattro ante, enorme, tanto da domandarsi se Michael avesse una miriade di jeans scuri all'interno, poiché spesso e volentieri li indossava, neri.
Una scrivania in ciliegio, con sopra matite, penne e fogli scribacchiati.

Una televisione alquanto grande, fissata al muro parallelo a quello dove la testiera del letto era adagiata.

Era tutto delizioso, per un ragazzo.
Ma lo era anche per Joe, sebbene, a dirla tutta, l'unica cosa che l'aveva incuriosita ed affascinata realmente era proprio quella libreria che stava scrutando attentamente, soffermandosi poi su un libro a lei troppo familiare.

Un libro dalla copertina rossa, un po' rovinata, che dava l'aria di esser stato letto così tante volte da consumarsi al minimo tocco.

Joe aveva la strana tentazione di afferrarlo per verificare di che cosa parlasse quel cartaceo, su quale argomento o storia fosse basato, ma non osò farlo, senza il permesso di Michael. Perciò si morse il labbro inferiore, resistendo a quella voglia matta di scoprire cosa lui avesse letto così frequentemente, e si voltò verso il ragazzo. «Uhm... Iniziamo a fare i biscotti prima che tua madre si insospettisca?» gli domandò.

Lui, alzandosi, le rivolse un gesto con le dita che la invitava a seguirlo al piano inferiore.
In silenzio, Joanna lo seguì, scendendo le scale assieme a lui.

La rossa trovava la cucina piuttosto pratica e confortante, tanto che non vedette l'ora di iniziare, guardandosi attorno curiosa.

"Prenderesti un uovo dal frigo e un'insalatiera dal terzo scaffale, per piacere? Io cerco il preparato per biscotti nelle dispense."

Joanna annuì deglutendo incerta, nel leggere il messaggio inviatogli da Michael. Lui dunque si abbassò per aprire lo sportello della dispensa ed iniziò a tastarvi con la mano all'interno, riconoscendo senza problemi le morbide buste dei preparati.

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora