Capitolo 13

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{JOANNA}

«Dunque?» chiusi il mio armadietto, facendo scontrare il mio sguardo con quello di Amber, una volta che ebbe parlato.

Scrutai la sua solita espressione curiosa, mentre se ne stava in piedi davanti a me stringendo il suo libro di Matematica al petto, prima di risponderle. «Dunque nulla, Amber. Adesso dovrò solamente reggergli il gioco per un po'.» sospirai, ricordando il favore che stavo facendo a Michael.

Ero stata fin troppo buona con lui.
Ma... Non mi dispiaceva averlo intorno.
Era un buon... se così si poteva considerare, amico.

«Ma perché lo fai? Voglio dire, che motivo hai di aiutarlo, e cosa ci guadagni?» domandò lei, non comprendendo affatto le mie azioni.

«Nessuno, e non ci guadagno niente oltre alla sua amicizia. Mi basta ciò, perché è un bravo ragazzo e non mi dispiace affatto stare in sua compagnia. » ammisi con convinzione. «E poi, oramai è fatta. Lo aiuterò, e nel frattempo cercherò di capire qual è il motivo del suo lungo e continuo silenzio. Una volta che si sarà fidato ciecamente di me, scommetto che sarà lui stesso a dirm-- scriverlo.» mi corressi, ricordando quante potessero essere le probabilità che lui mi rivolga la parola per raccontarmi ciò che lo spingeva a restare in silenzio.

«Ma in che razza di situazioni vai a metterti, Joe...» sospirò Amber, scuotendo la testa castana. «Sei folle.» affermò, ed io sollevai gli occhi al cielo.

Cominciai a camminare di fianco a lei, rivolgendole qualche sguardo di sfuggita di tanto in tanto.

«Fa' silenzio, Amber, so quello che faccio.» la ammonii, dirigendomi verso la classe di Matematica con passo lento.

Lei si girò verso di me, distogliendo lo sguardo dalle sue vecchie Superga blu, oramai piuttosto consumate, dopodiché mi parlò.

«Tralasciando la questione Clifford, sai che domani apriranno una pista di pattinaggio artificiale proprio in centro?» il suo tono era improvvisamente diventato più estasiata del normale, e ciò, sinceramente, mi preoccupava.
Quando aveva quel tono, solitamente pretendeva qualcosa da me.

Non andavo pazza per il pattinaggio, e avrei preferito che lei non me ne avesse neanche parlato.
Sapevo che voleva chiedermi di andare a pattinare con lei, ma decisamente la mia risposta era no.

Pensai a cosa dirle, anche poiché sapevo di quell'inaugurazione ma decisamente non avevo nessuna voglia di parteciparvi.

«Uhm, sì, Ashton mi aveva accennato di voler andarci andare a pattinare con Ilary la prossima settimana.» mi morsi l'interno guancia, riflettendo.

«Allora?» domandò, probabilmente aspettando qualcosa da parte mia.
Se c'era una cosa che non sopportavo di Amber, questa era proprio la sua insistenza.

«Allora, che? Io non so pattinare, Stone, non verrò mai con te lì.» la mia risposta fu più che chiara, e sperai che non avrebbe preso ad assillarmi.

Ma cosa speravo a fare, lei era cocciuta quanto me.

«Avanti, Joanna, io non vedevo l'ora di andarla a provare! Con te, ovviamente.»

«Amber, non verrò con te. So che non sei esattamente una professionista nel pattinaggio, e dal momento che io non ne sono proprio minimamente capace, se dovessi andare in un pala ghiaccio preferirei andarci con qualcuno di veramente, veramente bravo. Perlomeno saprebbe aiutarmi, e non se ne starebbe lì impalato in piedi a ridere di me, come faresti tu.» la guardai storto, e lei cercò di trattenere una risata, coprendosi inutilmente la bocca con una mano.

Alzai gli occhi al cielo, e lei spostò la mano solamente una volta che si fu completamente ripresa. «Ma--» cercò di parlare, ma la interruppi. «Niente ma, Stone. Oltretutto, quand'è che vorresti andarci? Domani? Dovresti sapere che sarà un caos totale, ci sarà davvero molta gente poiché un'inaugurazione.» le feci notare, e lei sbuffò.

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora