Capitolo 17

17.1K 801 599
                                    

«Io e Michael... uhm, non so, non siamo nulla, credo...» mormorò Joanna, alzando lo sguardo su di Amber, pensierosa.

«Osi chiamare niente, quello che è accaduto poco fa?» la mora sembrava arrabbiata, e lo era, perché Joe non le aveva rivelato nulla di tutto quello che era successo tra lei e Michael.
Se ne stavano a parlare sedute ad un tavolo in mensa, dove Joanna aveva deciso di sedersi per poterle spiegare la situazione con calma.

«Voglio dire, c'è stato... uhm.» Joe deglutì. «Qualche bacio, ecco. Niente di più.» mormorò, arrossendo.

Si sentiva a disagio a parlare di queste cose, anche perché sapeva che Amber molto più che probabilmente l'avrebbe tormentata a vita.

A farla sentire più a suo agio, invece, era il brusio di sottofondo creato dagli altri studenti che stavano pranzando.

Ed Amber aveva scherzando, nel dire a Joanna che uscendo con Michael alla mostra sarebbe successo qualcosa tra i due. Non lo credeva per davvero, seriamente.

Non credevo che Michael fosse tipo da relazione, da sentimenti.

Mentre adesso quasi voleva farsi della stupida, per aver spinto Joanna a frequentare un personaggio come Michael Clifford.

Perché lei sapeva, lei era a conoscenza delle voci che giravano sul passato di Michael. Mentre Joanna, ancora non se ne era curata, poiché preferiva scoprire lei stessa la verità.

Non voleva basarsi sulle voci di corridoio degli altri, per giudicare Michael.

E Amber non voleva credere a quella situazione, non ci riusciva, perché Joanna era così ingenua ed ancora non sapeva.

La mora aveva la bocca ancora schiusa, per lo shock.

«E vorrei ben vedere!» Amber scattò, alzando le mani al cielo. «Siete praticamente degli sconosciuti. Non sai nulla di lui, e lui probabilmente non sa nulla di te!» la rimproverò, e Joanna iniziò a spazientirsi.

Che diamine le prendeva?

«Okay! È vero! Non so nulla di lui, solo alcune cose superficiali...» mormorò, abbassando la voce parola dopo parola, come se stesse rivelando il suo peggior segreto. «Ma mi piace, anche se non so esattamente il perché.» sospirò, affranta e confusa dai suoi pensieri.

Amber aveva lo sguardo assente, e le sue mani erano fra i suoi capelli castani ed ondulati, mentre i suoi gomiti erano posati quasi disperatamente contro il tavolo grigio della mensa. «Ti sei fatta baciare più volte da uno sconosciuto, senza conoscerlo minimamente.» sussurrò.

A quel punto, Joanna non resistette.
Stava portando per le lunghe quella questione, facendosi troppi problemi e complicazioni, quando lei stessa non c'entrava assolutamente nulla con tutta quella questione.

«Ho capito, cazzo!» sbraitò stufa, Joanna. «Ho capito, Amber. Stai cercando in qualche modo di darmi della troia, o cosa?» quasi ringhiò, iniziando a fremere dalla rabbia.

Amber spalancò i suoi occhioni scuri, le sue pupille si dilatarono.
Posò le mani davanti a sé, in segno di difesa.

«Che cosa? No, no!» scosse la testa, facendo dondolare i suoi morbidi capelli in svariate direzioni. «Dico solo che dovresti conoscerlo più a fondo, prima di baciarlo o fare cose simili con lui.»

«Mi stai dando della troia.» confermò Joe in un mormorio, iniziando a pizzicare distrattamente con le posate di plastica il cibo inenarrabile all'interno del suo vassoio.
Lo diceva per rendere sarcastica quella situazione, per far scorrere l'argomento e non farlo pesare troppo, ma in fondo, davvero in fondo, qualcosa le faceva credere almeno un po' che Amber pensasse ciò di lei.
E non le faceva esattamente bene.

Silent || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora