Capitolo 9

189 9 0
                                    

"Guarda che ci siamo anche noi!" intervenne Seokjin risentito dal fatto che la ragazza si rifiutasse di parlargli e lo ignorasse.
"Lo so, vi sto solo ignorando!" rispose Junghwan facendogli un sorrisetto ironico. Yoongi a quelle parole cominciò a ridere, non riuscendo più a trattenersi.
Neanche lo sguardo omicida di Namjoon riuscì a farlo smettere.
"Ok hai vinto, mi scuso anche a nome di Namjoon per come ci siamo comportati. Ora possiamo cercare di parlare civilmente?" si arrese Seokjin alzando le mani.
"Va bene, sono Yang Jeon Junghwan, lieta di conoscerti!" disse la ragazza porgendogli la mano.
"Kim Seokjin!" rispose lui stringendogliela, mentre pensava che di sicuro lo avrebbe fatto finire al manicomio.
Junghwan si voltò verso Namjoon, guardandolo con fare interrogativo, alzando un sopracciglio.
"Kim Namjoon!" bofonchiò lui stringendole la mano a sua volta, fin dal primo momento né a lui né a Seokjin era sfuggito il suo secondo cognome e si ripromisero di indagare.
"Sai dovrai rivolgerti a loro chiamandoli Seokjin oppa e Namjoon oppa, visto che sono più grandi di te!" intervenne Yoongi.
"E se mi dimentico che fanno? Cominceranno ad urlare come vecchie comari isteriche di paese?" chiese Junghwan curiosa.
"No, Seokjin ti tirerà dietro la sua batteria di pentole preferita e Namjoon si limiterà a fulminarti con lo sguardo." rispose Yoongi.
"Il che mi fa pensare che questa fantomatica batteria di pentole sia un tantino ammaccata. Forse dovrebbe comprarne una nuova!" rispose la ragazza con nonchalance, mentre gli altri due ragazzi lanciavano sguardi omicida a Yoongi.
"Grazie Yoongi, tu sì che sei un amico. Quando ti ci metti sei peggio di Jungkook." brontolò Namjoon, rendendosi conto troppo tardi di quello che aveva detto.
"Jungkook? Conosci Jeon Jungkook? Sai dove posso trovarlo? Avrei urgenza di parlargli, credi che sia possibile?" gli chiese Junghwan immediatamente strattonandolo per un braccio.
"Perché vuoi parlargli?" chiese Seokjin guardingo.
"Secondo te? Pensi che sia bello accendere un giorno la TV e sentire tutti i TG scambiarti per un ragazzo?" chiese lei.
"Perché non hai provato a contattarlo tu?" chiese Namjoon.
"E come lo contattavo? Con la telepatia? I segnali di fumo? Un piccione viaggiatore? Mi facevo teletrasportare da lui dall'astronave Enterprise? Circumnavigano il globo a nuoto per cercarlo? Quando ho scoperto che mi scambiavano per lui, sono subito andata su internet per vedere chi fosse e quando l'ho visto ho chiesto a mio cugino di contattarlo per organizzare un incontro, ma ancora non mi ha fatto sapere nulla." rispose Junghwan.
"E chi sarebbe tuo cugino?" chiese Seokjin.
"Mino degli Winner!" rispose Junghwan con fare ovvio.

-------------------------

Bon-Hwa e sua moglie erano nel salotto della casa di Junghwan. Pur non essendo i suoi nonni biologici, l'avevano amata da subito come se fosse la loro vera nipote. Quando Mino li aveva informati del modo in cui Junghwan avesse scoperto di essere stata adottata e che voleva portarla con lui a Seoul per allontanarla da quella situazione spinosa, erano andati su tutte le furie e avevano rimproverato sia il figlio che la nuora per il loro comportamento, poi avevano aiutato la ragazza ad ottenere il passaporto per partire.
Speravano che una volta in Corea si sarebbe fatta una nuova vita.

Poco dopo la sua partenza avevano contattato un loro amico di Seoul, chiedendogli di cercare per loro una villa poco fuori città, perché volevano tornare a vivere lì. Ci era voluto un po', ma alla fine il loro amico aveva trovato una stupenda villa con tanto di piscina e due ettari di giardino. Avevano contattato un agente immobiliare e avevano messo in vendita quella dove vivevano.
Sapevano bene che Bora sperava che la lasciassero a Minseo, con tutti gli arredi. Ma loro invece, grazie al loro amico di Seoul, avevano cominciato a fare trasferire i mobili nella nuova casa.
Da tempo si erano accorti che la loro governante riferiva a Bora tutto quello che facevano, quindi facevano venire gli operai a prendere i mobili nei giorni in cui lei non c'era. Avevano cominciato a svuotare le stanze meno utilizzate, che poi chiudevano a chiave. Per velocizzare il loro trasloco avevano mandato la governante in ferie per 15 giorni e avevano detto alle cameriere rimaste che, se avessero tenuto la bocca chiusa, sarebbero partite con loro alla volta di Seoul e avrebbero ricevuto anche un aumento di stipendio. Le ragazze si erano mostrate più che felici di collaborare con i loro datori di lavoro.

Un gemello.... inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora