Capitolo 13

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"Ragazzi." disse Jungkook dalle scale.
"Ehi Kookie ti sei svegliato? Vieni a mangiare qualcosa." disse Seokjin alzandosi e andandogli incontro per poi farlo sedere a tavola con loro.
"Non ho fame hyung." rispose Jungkook.
"Devi sforzarti Kookie, fallo per noi e per tua sorella." disse Yoongi mettendogli davanti il piatto. Jungkook guardò il piatto e cominciò a mangiare lentamente poi si bloccò.
"Ragazzi volevo dirvi una cosa." disse Jungkook smettendo di mangiare.
"Cosa?" domandò Hoseok.
"Ci ho riflettuto a lungo e, se per voi non è un problema, quando troveranno mia sorella vorrei che venisse a vivere qui con noi." disse Jungkook a testa bassa. Gli altri ragazzi si scambiarono degli sguardi confusi e titubanti.
"Per noi non sarà un problema, Kookie. Appena la troveranno verrà a stare qui con noi." disse Yoongi mettendogli una mano sulla sua.
"Davvero hyung?" chiese il maknae guardandolo.
"Davvero, ma devi tenere conto del fatto che è una ragazza e che si troverà a vivere con sette ragazzi e, vista la sua bellezza, per noi sei sarà difficile ignorare questo particolare." disse Taehyung facendo uno dei suoi sorrisi quadrati.
"Non vorrete mica infilarvi nel suo letto?" chiese Jungkook sbigottito.
"Io no di certo!" rispose Jimin.
"Perché no? Non vorrai farmi credere che la trovi brutta!" esclamò Taehyung.
"No, anzi è bella quanto Kookie, solo che ci tengo alla mia vita e ai miei testicoli. Non voglio finire castrato da un Kookie selvatico e geloso!" rispose Jimin.
"Sarà anche bella, ma mai quanto me, il Worldwide Handsome per eccellenza!" intervenne Seokjin portandosi una mano al petto e alzando la testa con fare principesco.
"Hyung ti rendi conto che ti stai mettendo in competizione con una ragazza?" chiese Yoongi.
"Lo so, ma che ci posso fare se tenta costantemente di offuscare la mia divina bellezza?" ribatté il maggiore con atteggiamento melodrammatico.
Quelle parole fecero ridere gli altri e strapparono un mezzo sorriso al maknae.
"Grazie Jin hyung." disse Jungkook tornando a mangiare. I suoi amici si guardarono in silenzio per un attimo, prima di riprendere a mangiare anche loro.

"Comunque Kookie non preoccuparti, non la lasceremo sola, vivrà con noi e faremo in modo che si senta al sicuro." disse Taehyung.
"Credo che ci convenga trovare una casa più grande." disse Hoseok.
"Perché? Questa non va bene?" chiese Seokjin.
"Pensate davvero che Junghwan rinuncerà al suo appartamento e a tutti i suoi strumenti musicali? Qui non abbiamo abbastanza spazio ed eventuali lavori per unire i due appartamenti ci obbligherebbero a trasferirci temporaneamente." disse Hoseok.
"Questo è vero, chiederò un appuntamento con Mr Bang e gli esporremo la cosa. Ma ora finiamo di mangiare." disse Namjoon.
"Grazie ragazzi!" disse Jungkook sorridendo per la prima volta da giorni.
"E che lavori dovrebbero fare scusa? Ci sarebbe solo da aprire un varco per metterci una porta!" osservò Taehyung.
"Se siete convinti che Junghwan accetterà di vivere con noi siete degli illusi." disse Jimin alzandosi da tavola e andandosene in camera sua, mentre gli altri lo guardavano perplessi.

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I giorni passavano, Bora aveva ordinato alla governante di liberare e tenere d'occhio la ragazza e di occuparsi di lei. La donna in preda all'odio più profondo la slegava solo quando l'uomo era in casa o per farla andare al bagno. Passava le sue giornate a picchiare la ragazza, le dava un misero pezzetto di pane e un bicchiere d'acqua una volta ogni tre giorni. Molto spesso le buttava il pane per terra calpestandolo e le gettava secchiate d'acqua gelata e sporca addosso. Junghwan ormai aveva perso il conto, non sapeva se era lì da una settimana o un mese o più, sapeva solo che doveva cercare di scappare, anche se le mancavano le forze per via dei continui maltrattamenti da parte della ex governante.

Quella mattina, mentre si trovava in bagno, la governante entrò e le gettò addosso dei vecchi abiti.
"Metti questi, pezzente!" le disse con cattiveria prima di andarsene.
Junghwan indossò quegli abiti quasi ridotti a brandelli, senza discutere o lamentarsi. Il suo corpo era pieno di lividi e ferite, alcune cicatrizzate e altre ancora aperte.
Uscì dal bagno zoppicando, convinta di trovarsi davanti la donna ad aspettarla come sempre, pronta a legarla nuovamente alla sedia per ricominciare a picchiarla, ma con sua grande sorpresa non c'era nessuno. Senza pensarci due volte si diresse con un po' di difficoltà verso la stanza in cui era tenuta prigioniera e si avvicinò alla finestra. Con estrema fatica riuscì ad aprirla e ad affacciarsi. Voleva provare a scappare anche se non si reggeva in piedi, guardò verso il basso ma si accorse che il salto era troppo alto, nella migliore delle ipotesi si sarebbe rotta una gamba. Alzò lo sguardo in cerca di una soluzione e incrociò lo sguardo di una giovane che teneva in braccio un bambino.
La giovane la guardò stupita nel trovarsi di fronte una ragazza ferita e vestita di stracci, poi facendosi un po' di coraggio le parlò.
"Sei Junghwan?" le chiese curiosa.
"Sì, ti prego aiutami!" rispose Junghwan con un filo di voce e gli occhi lucidi.
La giovane mamma stava per parlare ancora quando vide Junghwan voltarsi indietro, come attratta da qualcosa, poi la vide essere tirata indietro.
"Dove credi di andare tu! Ora ti faccio vedere io!" urlò una voce femminile. La giovane mamma chiuse velocemente le tende e si nascose dietro il muro. Quando sbirciò da uno spiraglio attraverso la tenda, vide una donna affacciata alla finestra che si guardava intorno, poi rientrò nella stanza e chiuse di nuovo la finestra.

Un gemello.... inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora