"Ragazzi dovremmo fare un po' di spesa, il frigo e la dispensa sono quasi vuoti." disse Seokjin mentre guidava verso casa.
"Allora andiamo subito al centro commerciale, così poi non dobbiamo uscire nuovamente." disse Jimin.
"Mi sembra una buona idea." disse Taehyung.
"Mando un messaggio a Junghwan, così l'avviso." disse Jungkook, mentre Seokjin si dirigeva verso il centro commerciale.Dopo qualche minuto entrarono nel parcheggio e Seokjin trovò un posto vicino all'entrata che portava alle scale mobili.
"Ma non è Ji-Ah quello?" chiese Hoseok indicando davanti a loro.
"Sì è lui, ma perché ha il carrello pieno di buste?" chiese Yoongi.
"Avrà fatto un po' di spesa per casa sua!" osservò Namjoon.
"Dalla quantità di buste sembrerebbe che deve sfamare un esercito." disse Seokjin.
Restarono a guardare l'uomo mettere le buste nel bagagliaio, chiuderlo, posare il carrello e tornare verso le scale mobili.
"Ma dove va ora?" chiese Jungkook.
"Forse ha dimenticato qualcosa." disse Jimin.
"Vogliamo restare qui o andare a fare la spesa?" chiese Seokjin.
"Forse dovremmo chiamare i bodyguard, Ji-Ah da solo, per quanto possa essere bravo, non riuscirebbe a tenere a bada un'orda di army." disse Hoseok.
"A proposito di Ji-Ah, sta tornando con un altro carrello." disse Taehyung facendo voltare di nuovo i ragazzi verso l'esterno del veicolo.
"E non è solo." disse Yoongi vedendo comparire Junghwan e Ji-Yoo.
"Non ci credo! Le avevo detto di restare a casa a riposare! Ora mi sente!" esclamò Jungkook facendo per scendere dal mini van, ma Namjoon lo bloccò, notando che la ragazza si fosse allontanata dal suv, attirata da qualcosa.----------------------------------------
Junghwan stava aiutando i bodyguard a mettere la spesa nel bagagliaio, quando un vociare improvviso attirò la sua attenzione, si allontanò dall'auto e notò un gruppo di ragazzine litigare. Ad un certo punto una di esse venne spintonata e buttata a terra per poi essere derisa dalle altre solo perché leggermente più paffuta.
"Ehi voi! Non vi vergognate?" chiese Junghwan dirigendosi verso il gruppetto che, al suono della sua voce, si voltò a guardarla restando a bocca aperta.
"Stai bene?" chiese Junghwan tendendo la mano alla ragazzina per aiutarla a rialzarsi.
"S-sì, grazie." rispose timidamente la giovane.
"Sicura di non esserti fatta niente?" chiese ancora Junghwan.
"Sì, sto bene, non si preoccupi." rispose lei timidamente.
"Dimmi, come ti chiami?" chiese Junghwan.
"Sara, Sara Rossi!" rispose Sara.
"Oh, sei italiana, sei qui in vacanza?" domandò Junghwan curiosa.
"No, mi sono trasferita qui per il lavoro dei miei genitori." rispose Sara.
"Davvero? Beh, complimenti per il tuo coreano." disse Junghwan.
"Grazie signorina Junghwan!" disse Sara arrossendo un po'.
"Non è bello offendere una persona per il suo aspetto fisico, sapete? E se foste voi ad essere derise e bullizzate? Ci avete mai pensato?" chiese Junghwan rimproverando le altre ragazzine, che mortificate abbassarono la testa.
Mentre parlava con le ragazzine Junghwan notò che una di loro teneva in mano uno spartito.
"Suoni qualche strumento?" le chiese incuriosita.
"A dire il vero quello spartito ci è stato dato dal prof di musica." rispose Sara.
"Siete nella stessa classe?" domandò Junghwan.
"No, in classi diverse, ma il prof ha deciso di unirci in un gruppo per farci suonare insieme alla recita di Natale." rispose un'altra ragazzina.
"Davvero? Posso sapere di che spartito si tratta?" chiese Junghwan.
"Delle Quattro stagioni di Vivaldi." rispose Sara.
"Ma è fantastico! È uno dei brani di musica classica che più adoro!" esclamò Junghwan.
"Mica tanto." disse una terza ragazzina.
"Perché?" chiese Junghwan curiosa.
"Perché non abbiamo gli strumenti per suonare, tutti quelli disponibili a scuola li stanno usando i nostri compagni, quelli che secondo i professori sono più bravi, mentre noi siamo considerate delle nullità e non ci permettono di usarli." disse Sara.
"Di conseguenza non possiamo esercitarci nell'aula di musica." finì di dire un'altra ragazzina.
"E non siamo le uniche, ci sono altri ragazzi che si trovano nelle nostre stesse condizioni." intervenne una terza ragazzina.
"Capisco, è un vero peccato. Facciamo così, venite tutte domani per le 15.00 a questo indirizzo, vi farò trovare gli strumenti per suonare!" disse Junghwan dando loro un biglietto da visita.
"Vuol dire che potremo venire a casa sua?" chiese Sara.
"Sì, ma ci saranno delle regole da rispettare. Primo: dovrete anche fare i compiti, se non capirete qualcosa vi aiuterò io. Secondo: non dovrete chiedermi di incontrare mio fratello o gli altri Bts. Terzo: vi dovrete impegnare al massimo per dimostrare a tutti i vostri compagni, professori e preside compresi, che valete quanto e più di loro. Obiezioni?" disse Junghwan.
"Non ci piace molto il secondo punto, ma accettiamo, vero ragazze?" rispose Sara. Le altre ragazzine si guardarono un attimo e poi acconsentirono tutte.
"Bene, appena arrivate a casa ditelo ai vostri genitori ed informateli che da domani verrete da me subito dopo la scuola e che il sabato, eccezion fatta per domani, vi aspetto alle 10.00. Tenete conto che avremo tanto lavoro da fare in poco tempo. Se i vostri genitori non si fidano, domani possono accompagnarvi e parlare con me." disse Junghwan, facendo saltare di gioia le ragazzine.
"Davvero grazie!" disse Sara.
"Di nulla, dimmi, abiti lontano?" chiese Junghwan.
"A circa un km dal palazzo della Bighit." rispose Sara.
"Davvero? Allora ti accompagno a casa, tanto mi è di strada." disse Junghwan mettendole una mano sulla spalla. Prima di tornare al suv raccomandò alle altre ragazze di essere puntuali il giorno dopo, poi si allontanò con la ragazzina.
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Un gemello.... inaspettato
FanficJunghwan ha 24 anni ed è cresciuta in Italia. Il giorno della sua laurea scopre di essere stata adottata appena nata. Quello che credeva essere il suo mondo le crolla addosso. Decide di andare a vivere per un po' a casa di suo cugino che, un giorno...