Capitolo 15

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Junghwan era seduta su un divano nel camerino dove i ragazzi si truccavano. Teneva la testa china e le mani tra le gambe, sentiva freddo ma non osava parlare o lamentarsi o chiedere nulla per paura che la potessero rimproverare, anche se non sapeva bene di cosa. Ad un certo punto sentì qualcosa di caldo posarsi sulle sue spalle, alzò gli occhi ed incontrò quelli di Yoongi.
"Stai tremando come una foglia al vento." le disse Yoongi sistemandole meglio il giacchetto sulle spalle.
"Grazie Yoongi oppa, ma non dovevi disturbarti." rispose lei in un sussurro.
"Nessun disturbo." le rispose sedendolese accanto.
"Gli altri?" chiese Junghwan.
"Stanno finendo di cambiarsi, poi andremo a casa." le rispose, lei si limitò ad annuire in silenzio. Cominciava a sentirsi stanca, voleva solo mettersi nel suo letto e dormire, cadere in un sonno senza sogni e dimenticare quello che aveva passato, anche se sapeva che non sarebbe stato facile.
Chiuse gli occhi per cercare di non pensare al mal di testa che le era venuto e, senza accorgersene, si addormentò con la testa che scivolò sulla spalla di Yoongi. Il ragazzo la guardò in silenzio e le circondò la vita con un braccio, stringendola dolcemente a sé.
Fu così che li trovarono Jimin e Hoseok quando entrarono. Yoongi fece loro cenno di non dire nulla.
"Si è addormentata." sussurrò.

Jimin si avvicinò piano e si abbassò a guardarle il viso, il labbro spaccato, gli zigomi violacei a causa dei lividi, i punti sulla tempia. Era vero, non impazziva per lei, anzi la considerava una rivale, anche se non sapeva bene il perché, eppure non riusciva a capire come avessero potuto ridurla in quello stato. Lui era di animo gentile e tutta quella violenza gratuita proprio non riusciva a concepirla. Alzò una mano per scostarle una ciocca di capelli e lei sussultò svegliandosi di colpo e trovandosi di fronte il ragazzo.
"Scusa non volevo spaventarti!" disse Jimin.
"Non è colpa tua, ho solo fatto un brutto sogno." rispose Junghwan sottovoce abbassando di nuovo lo sguardo.
"Troppi ne farai, purtroppo." pensò Jimin.

Junghwan faticava a tenere gli occhi aperti mentre parlava con Jimin e lui se ne accorse e sorrise, in quel momento sembrava più la sorella minore di Yoongi che la gemella di Kookie.
"Forza ragazzi sbrighiamoci ad andare a casa!" esclamò Namjoon battendo le mani e facendo sobbalzare nuovamente Junghwan per lo spavento.
"Si può sapere che ti urli?" chiese Yoongi.
"Non sto urlando!" rispose Namjoon.
"Ah no? Hai spaventato Junghwan e non te ne sei nemmeno accorto!" lo rimproverò Yoongi.
Namjoon guardò la ragazza ma lei teneva la testa bassa, gli occhi fissi sulle sue scarpe che, stranamente, in quel momento trovava estremamente interessanti, mentre si stringeva nel giacchetto che le aveva messo Yoongi.
Junghwan si era estraniata dalla conversazione immergendosi nei suoi pensieri e quando Yoongi le posò una mano sulla spalla sobbalzò.
"Scusa non volevo spaventarti ma dobbiamo andare adesso." le disse porgendole la mano. Lei semplicemente annuì in silenzio e si alzò per seguirlo.
"Salta su yeodongsaeng!" disse Jungkook inginocchiandosi davanti a lei e mostrandole la schiena.
"Guarda che posso camminare." rispose Junghwan, sapeva che suo fratello era stanco dopo il concerto e non voleva farlo stancare ulteriormente portandola, anche se faticava lei stessa a reggersi sulle sue stesse gambe.
"Lo so, ma voglio portarti io." le rispose lui voltandosi a guardarla con un sorriso.
"Porta me!" esclamò Jimin buttandoglisi addosso improvvisamente e facendogli quasi perdere l'equilibrio.
"Jimin!" esclamò Jungkook guardandolo male.
"Sì Kookie?" chiese il diretto interessato con fare innocente.
"Scendi!" gli rispose Jungkook.
"No!" rispose Jimin stringendosi a lui.
"Ok piccioncini, le smancerie ve le scambiate dopo a casa, ora andiamo!" intervenne Namjoon prendendo in braccio Junghwan e incamminandosi verso l'uscita.
"Kim Namjoon se non mi metti subito giù giuro che ti castro!" esclamò la ragazza furiosa cercando di liberarsi dalla sua stretta e dandogli dei pugni, troppo deboli, sul petto.
"Lo so che sei pazza di me, ma non c'è bisogno che lo gridi ai quattro venti!" le rispose lui ignorando le sue proteste e strizzandole l'occhio, per poi sorridere.
"Nei tuoi incubi." disse Junghwan guardandolo male.

Un gemello.... inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora