chapter nine

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Joanne
"Ma sei scema Ava?"
Le domando io. E so già la risposta. Sì.
"devi uscire un po' joanne, devi distrarti, devi fare nuove amicizie, e magari conoscere un ragazzo" mi risponde. Ha ragione, ma io non sono portata per queste cose. Non ho mai avuto amici. Non ho mai avuto un ragazzo. Tutte queste cose sono nuove per me, non fanno bene. Devo iniziare a prendere distanze, se non voglio ritrovarmi a soffrire di nuovo, e ad essere da sola. "si" rispondo io svogliatamente. Improvvisamente, Ava mi lancia il vassoio contenete il cibo, sotto gli occhi. "Perché me lo hai lanciato?" le domando io. "Perché devi mangiare" mi dice lei. Cazzo. Devo subito trovare una scusa. Potrei dire di avere mal di pancia, e potrebbe essere una scusa molto credibile. Oppure potrei mangiare, andare in bagno e vomitare. Si già meglio. Con la mano che mi trema prendo in mano una patatina e la sgranocchio. Ava invece si mangia il suo hamburger.

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Abbiamo appena finito di mangiare, quando informo Ava, che devo andare in bagno. "d'accordo" mi risponde lanciandomi uno strano sguardo. Mi alzo e corro verso il bagno. Apro la porta, ed entro chiudendo a chiave. Mi accuccio sul water e metto due dita in gola. Come sempre butto fuori anche l'anima. Mi alzo, pulisco la tavoletta, apro il rubinetto, mi risciacquo la bocca e le mani. E finalmente esco da quell'inferno.
Quando torno di là, trovo Ava che sta pagando alla cassa. Subito corro verso di lei, e le porgo la mia parte. "No, pago io" mi dice lei. Io insisto un po' finché lei ritira lo scontrino. Una volta uscite, facciamo un altro giro, per poi dirigerci alla fermata del bus, dove questo stava per partire. Facciamo in tempo a salire fortunatamente. Una volta arrivate a casa, ci salutiamo e ognuno entra nel proprio appartamento. Una volta dentro, sistemo sulla mia libreria, tutti i libri acquistati oggi, e ne scelgo uno da leggere. Mi siedo sulla finestra, apro il libro e sfioro le pagine di carta, molto delicatamente, con la paura di romperle.

Fuori ormai si è fatto scuro, così decido di mettere via il libro. Mi metto il pigiamo, vado in bagno, mi strucco, e mi risciacquo il viso. Torno in camera, preparo la borsa per domani, e finalmente, mi distendo nel mio comodo letto. Pronta per cadere nelle braccia di Morfeo.

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La sveglia suona. Che palle, una altro giorno di merda è iniziato. La spengo e mi alzo dal letto. Entro in camera, mi lavo il viso, pettino i capelli, metto il mascara, per poi recarmi in camera, e scegliere cosa mettere. Sto una buona mezz'ora davanti all'armadio, Finché finalmente trovò una felpa marrone chiaro, da abbinare con dei jeans a zampa, beige. Prendo la mia borsa di tela, le chiavi, il telefono e finalmente esco dall'appartamento. Arrivo alla fermata dell'autobus, metto le cuffiette e faccio partire la mia playlist preferita. Dopo un po' arriva il bus, salgo e mi siedo in fondo. Arrivata in sede, entro, e mi dirigo in classe. Finché vedo una scena che mi da il voltastomaco, quella stramba ragazza, mi pare si chiami Samantha, limonarsi lo strano ragazzo moro di ieri. Una coppia strana. Per concludere il quadretto, vedo Ava venire verso di me, con sguardo arrabbiato. Oh no. Che ho combinato sta volta. "Ciao, Ieri quando siamo tornate ognuna nel proprio appartamento ho riflettuto su una cosa" lascia in sospeso la frase "ma siccome non sono sicura della mia teoria vorrei sapere dalla diretta interessata il perché" mi dice "quindi, senza girarci intorno, ti volevo chiedere il perché ieri, quando abbiamo finito il pranzo, tu te ne sei andata in bagno" Cazzo. Mi ha scoperto. Dovevo usare la prima possibilità, invece mi sono andata a complicare la vita. "Beh, perché magari dovevo lavarmi le mani?" le chiedo io, ovviamente non sono credibile, non so dire le bugie. "certo certo, ci credo molto" risponde, per poi andare avanti "quando la smetterai di dire cazzate, quando ti fiderai di me?" mi domanda, e io sinceramente non so come rispondere, quindi me ne sto zitta. Finché non la vedo allontanarsi. Scappo anche io da quel luogo, per uscire e recarmi dietro la scuola, ma, sfortuna vuole, che io cada addosso a qualcuno. "Ragazzina, guarda dove metti quei piedi" mi dice quella voce, e quando alzo lo sguardo, incontro quello magnetico del ragazzo moro. "Perchè non guardi tu dove metti i piedi?" lo sfido io, so che mi sto mettendo ancora di più nei casini, ma proprio non ce la faccio. " Ehi attenta a come parli, non sai chi sono io" risponde lui. "sei solo un pallone gonfiato" e giuro che se gli sguardi potessero uccidere, io sarei morta stra morta. "D'accordo ragazzina, l'hai voluto tu" mi dice lui. Il mio cuore accelera, mentre lui mi prende una spalla, mi sposta di lato, e se ne va. "stronzo" borbotto sotto voce, massaggiando il punto colpito.

SPAZIO AUTRICE
buon pomeriggio gente, sta sera posto l'altro capitolo. Comunque se volete ho creato una playlist su spotify che "parla" di Joanne e Liam, Si chiama appunto Joanne e Liam🤍 di gio
LUV U<33🤍

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