chapter forty-one

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Joanne

Ormai sono passati due mesi dall'ultima volta che io e Liam abbiamo parlato o ci siamo anche solo guardati.

Io ora sto benissimo, credo pure che la specie di cotta che avevo per lui mi sia passata del tutto.

Sto ancora insieme ad Oliver, e non potrei essere più felice.

Lui mi tratta benissimo. Mi fa sentire amata e protetta, ed era proprio ciò che cercavo.

Io ed Ava usciamo spesso, vado al lavoro e qualche volta esco con Amelie.
A volte io inoltre esco Ethan e insieme a quella che ormai ritengo la mia migliore amica.
Ho pure ricominciato a mangiare tranquillamente. Vado al lavoro e ogni tanto vado in palestra.

Insomma, la mia vita sta andando per il verso giusto, proprio come dovrebbe.

Per quanto mi costa caro ammetterlo, Liam un po' mi manca, ma da quando non c'è tutto sta andando per il verso giusto.

Una cosa che non va però, è che ultimamente Ethan si comporta in modo strano in mia presenza. Sembra quasi mi stia nascondendo qualcosa.

Oggi io e Oliver abbiamo deciso di uscire, dato che non devo lavorare questa sera.

A proposito di lavoro, forse ho pure trovato un lavoro in un ufficio come segretaria. Devo solo fare il colloquio con il capo, e poi posso pure abbandonare il lavoro al locale.

Mentre mi preparo decido di accendere un po' i musica.
Mi trucco eye-liner, mascara e rossetto rosso.
Mentre decido di indossare un abito verde smeraldo, che mi ricade lungo il corpo, fasciandolo perfettamente.

Questa sera, inoltre, è il 3 anniversario mio e di Oliver, dato che oggi facciamo 3 mesi.

Sento un clacson suonare, dall'alto del mio appartamento, così mi affaccio sulla grande finestra che da sulla strada.

Riconosco la macchina di Oliver e decido di scendere.

"Ciao amore" lo saluto lasciandogli un bacio sulle labbra.
Lui ricambia ma non mi saluta, mantenendo lo sguardo dritto verso di se.

Lo guardo stranita, ma poi decido di lasciare stare e di mettere la cintura, così lui parte.

Appena entra mio nel ristorante, noto l'abbigliamento elegante di tutte le persone presenti, pure i muri sembrano eleganti.

Così mi accoccolo al braccio di Oliver, ma lui lo sposta sulla mia vita.

"Salve, avevo prenotato un tavolo per 2" riferisce ad una cameriera.
Così lei chiede con che nome aveva prenotato. Oliver risponde, e in seguito la cameriera ci porta al nostro tavolo.

Siamo seduti da una mezz'ora, abbiamo già ordinato. Mentre Oliver guarda il proprio telefono, io continuo a fissarli, sperando che si accorga della mia presenza.

Quando alza lo sguardo, ci portano i piatti, così mangiamo silenziosamente.

Ieri sera non è stata una delle mie più belle serate avute con Oliver.

Lui se ne stava sempre a guardare il telefono, e quando gli chiedevo che stava facendo, o mi rispondeva dicendo che non erano cavoli mie, oppure mi diceva che erano "cose di lavoro".

Il punto è che fa veramente schifo a mentire, così finito di mangiare mi sono fatta accompagnare a casa e sono rimasta arrabbiata con lui.

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