chapter twenty-five

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Joanne

Attualmente sono le 23.30 e mi sto annoiando come lo schifo, tutti i ragazzi che ci sono qui, sono dei porchi, non ce la faccio più, qualcuno mi aiuti.

Quando vedo entrare Liam, la sua nuova sgualdrina, un tizio ed Ethan, rimpiango i momenti in cui mi annoiavo, cazzo.
" Tavolo 23, Joanne" mi ordina Julian. Indovinate un po' chi si trova al tavolo 23? Già, proprio quello stronzo. Vaffanculo destino, non sei mai dalla mia parta, cosa è questa storia?
Più mi avvicino, più il mio cuore batte forte. I battitti aumentano, aumentano e aumentano, finchè non arrivo davanti il tavolo, credo proprio che il mio cuore si sia fermato, nel momento in cui Liam ha deciso di alzare lo sguardo dalla sua puttana.
"Ciao, cosa vi porto?" domando. Subito Ethan mi saluta calorosamente. "ehi Joanne" si alza e mi abbraccia. Io ricambio, alzandomi in punta di piedi, per via della mia sproporzionata altezza. "che ci fai qui?" mi domanda quando si risiede. Io, nel mentre, cerco di non incontrare lo sguardo di Liam, solo che lui non sembra voler la stessa cosa, dato che continua a fissarmi. Cazzo guardi, coglione, hai la tua puttana di fianco, guarda lei non me. Lancio uno sguardo al sottoscritto, per poi rispondere alla domanda posta da Ethan . "Da esattamente 2 ore, ci lavoro" "Wow, sono felice per te" risponde "io no" concludo, per scatenare una risata in lui, e nel tizio moro, pompatissimo. Ma di cosa si nutre? Fertilizzante? "Ah giusto" prende parola Ethan "Joanne lui è Oliver, Oliver Joanne" ci indica, quando dice i nostri nomi, come segno di presentazione, credo. "Piacere" parla il moro, progendomi la mano, io la affero e rispondo con un cenno. " Si ok, bello fantastico" Comincia a gridare quell' oca "ma io vorrei una tequila" Non posso farmi licenziare già il primo giorno, così decido di starmene zitta e prendere l'ordinazione. "a te cosa porto Ethan?" chiedo. Credo che tra i quattro sia l'unico sano. "Per me una birra bionda" risponde. Mi giro verso Oliver e lui subito mi dice di voler in vodka Lemon. Secondo me, loro non arrivano a fine serata. Mi giro verso Liam. Sentendomi il sangue arrivare al cervello e il cuore che batte forte. "Birra" "Mora." Fa una pausa tra le due parole, che sembrano pronunciate da un primitivo. Sbaglio o questa era un frecciatina? Spero per lui che non sia così. Finisco di scrivere le ordinazioni sul mio taccuino. "Belle scarpe" mi fa un "complimento" quella sgualdrina. "Nei canotti" ricambio. In seguito mi giro verso il bancone, con lo sguardo di Liam che segue le mie mosse.

Sono attualmente passate 2 ore, quando accade la cosa che mai avrei voluto che accedesse. "Joanne, un tizio ha vomitato nel bagno dei maschi, tocca a te, tutti gli altri sono occupati" mi informa Julien. "d'accordo" rispondo a testa bassa, dirigendomi nello stanzino delle scope. Da lì tiro fuori tutto ciò che mi serve, per poi dirigermi in bagno. Fortunatamente non c'è nessuno, non potrei subire tale umiliazione. Entro, e trovo quella snobba proprio sotto il mio naso. Iniziò a passare il micio, e sembra essere andato via, solo che poi decido di passarci con la scopa un pezzo di carta per asciugare. Mentre ripongo la scopa vicino agli attrezzi che devo rimportare nello sgabuzzino la porta si apre. Senza neanche vedere chi è riconosco il suo odore. Liam. "Bella la battuta di prima" mi informa riferendosi a quella dei canotti. So che non gli ha fatto ridere, e che lo dice solo per attaccare, ma decido lo stesso di rispondergli. "Non era una battuta era la verità" mi fermo "Bella la battuta di prima" lo ricopio, riferendomi a quella della birra mora. Mi giro verso di lui, e vedo che sorride guardando il vuoto. "Non era una battuta" risponde, copiando la mia frase per metà. Lentamente, con passo felino si avvicina. Mette le mani sui miei fianchi, fino a stringerli, mentre io poso le mie mani sul suo petto tonico. Lentamente si avvicina, solo che lo stoppo. Abbiamo qualcosa da chiarire io e lui. "Liam, tu pensi davvero che scappando, senza darmi alcuna spiegazione e ritornando dopo una settimana, io possa perdonarti?" gli domando, non aspettandomi una risposta. "Ovvio che no. Vuoi sapere cosa ho fatto in questa settimana? niente. Pianto e digiunato, solo per colpa di chi? Tua e di mio padre. Sei un tale stronzo, tu non mi meriti. Non capisco cosa ho fatto di male per essere trattata così da te." Mentre pronuncio queste parole, le lacrime scendono. Così lentamente avvicino il mio viso al suo petto, e lui lo accoglie come segno di abbraccio. Poi succede il possibile immaginabile. Si sente il suono di uno spare che rimbomba nell'ambiente.

SPAZIO AUTRICE
buongiornooo o buonaseraaa💕
finalmente sono tornata, scusate se sono stata assente, ma sono stata in vacanza e non ho postato. Comunque ora sono tornata più carica di prima, detto ciò, cosa sarà successo? Chi ha sparato quel colpo (lo scoprirete solo vivendo, frase detta dalla mia prof di italiano🤪) ci vediamo nel prossimo capitolo
LUV U<3🤍

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