chapter forty-eight

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Liam
"Allora? che dovete dirmi?"

"Liam, prima è meglio se ti siedi" mi risponde Aiden, e da qui mi inizio a preoccupare seriamente.

Joanne è rimasta in cucina con Amelie, anche se credo che stia origliando la conversazione, così faccio segno ai ragazzi di abbassare la voce, e loro mi ascoltano.

"È successo una specie di casino"

Latiamo già bene.

Visto che fanno silenzio, decido di incitarli a parlare, con il mio sguardo.

"Oliver si è presentato all'officina" sgancia la bomba Ethan. Cazzo. Dovevo ucciderlo.

"Che ha combinato?" "Ha sfasciato praticamente tutto" Beh, come biasimarlo.

Quando uno è coglione è coglione.

"Sai che sorpresa, datemi il tempo di prepararmi e ci troviamo lì" rispondo, ma Aiden mi blocca con la sua rivelazione.

"C'era qualcun altro insieme a lui, oltre ai suoi scagnozzi."

Ora mi trovo in difficoltà. Come cazzo è possibile che fino a sei mesi fa lui fosse il ragazzo più tranquillo dei tre e ora ha quasi tentato di ammaiare Joanne?

"Dobbiamo assolutamente andare all'officina" ordino, guardandoli dritti negli occhi.
Poi prendo di nuovo parola. "Ethan, hai ancora quella pistola che ti avevo dato più di un anno fa?"

"No" mi risponde. "Dove l'hai lasciata?"
"All'officina"

Sono fottuto.

Joanne
Appena sento dei passi arrivare verso la cucina, mi fiondo davanti al frigo e lo apro, facendo finta di cercare qualcosa.

Liam entra e si guarda intorno.
Quando poi vede le chiavi della macchina in cucina, le prende senza degnarmi di uno sguardo.

"Liam" lo richiamo, non capendo perché mi stia ignorando. Sul serio, questo non sta bene.
"Che ti prende" domando. "Nulla."

Grazie al cazzo.

È tornato mister simpatia. Yuppie!

"Va bene" chiudo la conversazione.
Si gira ed esce da casa, sbattendo la porta.
Gliela sbattere molto volentieri in testa.

"Amelie, ti spiace se chiamo anche Ava, per farci un po' di compagnia?" le chiedo, dato che è la "padrona" di casa, per il momento.
Lei annuisce, e senza neanche darmi il tempo di cercare nella rubrica il suo numero, il telefono mi squilla e la persona che mi chiama è proprio lei.

"Ava, che succede?" le domando preoccupata.
"Ciao Jo" mi saluta usando un tono molto insolito, e questo soprannome? da dove sbuca?

"Posso venire a casa tua" chiede diretta. "Al momento sono da Liam insieme ad Amelie, ma lui non c'è, quindi vieni pure" la invito.

Lei mette giù lasciandomi confusa.

Cinque minuti dopo Ava si trova sullo stipite della porta, con tutto il mascara colato.

Mi precipito da lei e la abbraccio.
"Ava, che hai?" "Joanne abbiamo un serio problema"

Okey, ammetto di essere terrorizzata. E se Oliver l'avesse fermata per strada? Se l'avesse toccata? Non me lo perdonerei mai.

"Del tipo?" le chiedo, volendo approfondire l'argomento, mentre chiudo la porta alle sue spalle.

Ci sediamo sul divano, ma in questo momento mi sembra essere inesistente.

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