chapter thirty-six

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Joanne

Amore.

Una parola appetentemente conosciuta da tutti, ma pochi sanno il significato.

Se mi avessero chiesto cosa ne penso dell'amore, un anno fa, avrei risposto che era una cosa davvero orrenda, che mai avrei voluto provare, e l'esempio ne erano i miei genitori.

Che non si sono mai amati veramente.

Ad oggi, invece, risponderei che molto probabilmente lo sto provando ora, svegliandomi affianco a Liam, dopo aver passato la notte con lui.
Aiutandolo quando lui aveva più bisogno, e lui facendo lo stesso con me.
Avere bisogno di vederlo ogni giorno.
Avere bisogno di una sua carezza, un suo gesto d'affetto. Che so non arriverà facilmente, ma io nonostante tutto gli rimango vicino.
Perchè so quanto lui abbia bisogno di qualcuno che gli voglia bene e che lo ami.
Qualcuno che si prenda cura di lui. Ed io sono pronta a fare tutto ciò, se solo lui non avesse ghiaccio al posto del cuore. Molte volte, però, mi ha dato la dimostrazione che non è così.

Che lui un cuore ce l'ha veramente, deve solo trovare quella persona che sciolga tutto il ghiaccio attorno ad esso.

Cullandomi con i miei pensieri, mi riaddormento sul petto di Liam.

"Piccola Joanne" sento una voce che mi chiama. Subito riconosco che la voce appartiene a Liam, così apro gli occhi.

Vedo il suo sguardo glaciale entrare in contatto con il mio.

Cerco di adattare i miei occhi alla luce del sole, e quando ci riesco, per stiracchiarmi, mi avvicino a lui.

Liam avvolge le sue lunghe braccia attorno ai miei fianchi.

Quasi come mi stesse abbracciando.

È un gesto davvero dolce da parte sua, dato che poche volte mostra affetto per qualcuno che non sia Amelie.

Ma con me sento che si sta aprendo.
E questa cosa, devo dire che non mi spiace per niente, dal momento che lui mi piace.

Avvolgo le mie mani intorno al suo collo, e lo abbraccio pure io.

"Sai vero che dobbiamo alzarci?" domanda. E purtroppo lo so. Anche se vorrei rimanere qui per ore. È come essere in un altro paradiso dopo essere morta in paradiso.

Una cosa strana da spiegare.

Così lui si alza. Note che indossa solamente dei boxer, perciò decido di girarmi dall'altra parte, arrossendo.

"Piccola Joanne, tu mi stupisci sempre di più"
dice ad un certo punto. Così io gli chiedo il perché, e la sua risposta mi lascia a bocca aperta, asciutta e tutto ciò che sia il contrario di bagnato o chiuso.

"Stavamo quasi per scopare su quel bancone, e tu ancora arrossisci vedendomi in boxer?"

"Tecnicamente non stavamo per scopa-" mi blocco per la vergogna. Così lui mi lancia un paio di pantaloncini. "Tieni metti questo e raggiungimi di la." mi dice, mentre esce dalla porta.

Ho un deja-vu.

Lentamente indosso i pantaloni, poi prendo il mio telefono, che trovo sul comodino.
Lo accendo e vedo che ci sono almeno trenta chiamate perse da Ava.

Sono nella merda.

Decido di richiamarla subito. E appena sto per premere il tasto "chiama" mi precede lei.
"JOANNE, DOVE CAZZO SEI FINITA, ADESSO MI SPIEGHI" parte lei a raffica.
"Non urlare Ava, stai calma" le chiedo.
"Va bene, ma tu dimmi dove sei, subito"
"Sono a casa di Liam." Sgancio la bomba.
Sento dei sospiri attraverso il telefono, e poi Ava si decide a parlare.
"Joanne.." la blocco, però, prima che dica cose che non sono vere.
"Ava, sono qui perché ieri, il tuo fidanzato e Liam erano ubriachi, poi però Liam mi ha chiesto di rimanere da lui" decido di raccontarle una mezza verità.
Non mi va che lei si arrabbi il doppio. "D'accordo. Tra poco, sappi, che mi ritroverai nell'appartamento del coglione."
Chiudo la chiamata ed esco dalla porta.
Quello che mi ritrovo davanti, però, mi stupisce.

Ci sono Liam, Ethan, Un ragazzo moro, che credo ma non sono sicura di chiami Alden e Oliver.

"Buongiorno" saluto timidamente.
Mi chiedo che sta succedendo alla Joanne che rispondeva male a tutti. TORNA INDIETRO TI PREGO.
"Buongiorno" ricambia prima Ethan e poi Oliver. Liam invece se ne sta sul divano e mi squadra dalla testa ai piedi.
"A proposito, Ethan, sta arrivando Ava" lo informo.
"COSA?" urla. "Si beh, credo sia venuta a prendermi" "Merda, sono fottuto" appena pronunciare queste parole, tutti tranne Liam, che se ne sta seduto con una birra in mano. UNA BIRRA DI PRIMA MATTINA?

Iniziano a sistemare delle carte dentro cassetti, sotto il divano o dove trovano un posto vuoto.

Liam invece continua a guardarmi.

Non capisco il perchè, non dovrebbe aiutare a mettere via?
Mentre ci guardiamo negli occhi, per quasi mi sembra un infinità di tempo, sentiamo il campanello suonare.
Corro ad aprire e trovo Ava. Mi abbraccia e dietro di me scorge Ethan.

Mi spiace per lui. Seriamente. Ava nelle ramanzine non è che ci vada giù leggera.

"ETHAN, IERI SERA QUANTO ERI UBRIACO" "Ciao Amore, come è andata la tua serata, a me bene, grazie." Cerca di trovare un modo per sembrare gentile, e per evitare di litigare. "ETHAN, STO PER CASO RIDENDO? TI RISPONDO IO: NO, ORA DIMMI CHE CAZZO È SUCCESSO IERI SERA?" domanda Ava. Mentre Ethan spiega ciò che è successo ieri sera, io penso a tutto ciò che io e Liam abbiamo fatto ieri sera.

Le guance mi diventano rosse e chiudo di colpo le gambe, mentre il cuore rischia di uscire dal petto.
Liam sembra capire ciò che sto pensando, così un sorrisetto spunta sulla sua bocca.

All'improvviso si alza e si dirige verso il bagno della sua camera credo, dandomi una spallata.

Io capisco tutto, così aspetto che pure Ava e Ethan si spostino un cucina per litigare, dove si trovano già Aiden e Oliver, e poi lo raggiungo.

Apro la porta un po' incerta.
Appena entro non trovo nessuno, così mi dirigo verso il bagno.

Non faccio in tempo ad arrivarci che due forti mani mi afferrano per la vita.

Subito sento la mia schiena entrare a contatto con il suo petto. Così chiudo gli occhi e faccio un grande respiro.

"Piccola Joanne" mi richiama.

Io mi concentro ad ascoltarlo, cercando di non svenire.
"A cosa stavi pensando prima" mi domanda, avvicinandosi al mio orecchio.
Non rispondo, perciò continua lui a parlare.
"Vedo che stringevi le tua belle cosce" e passa un dito si di esse.
"Le tue guance sono diventate rosse" e mi fa una carezza su di esse.
"E credo che il tuo cuore abbia iniziato a battere più forte" lentamente passa un dito prima su un mio seno e poi sull'altro.
Inizia così a massaggiarli, mentre io decido di prendere parola e farmi coraggio.

"Non ti basta ieri sera" gli chiedo, mentre sorridendo mi giro verso di lui.
Il mio sorriso è uno di quelli che dice tutto.

"Vuoi la bugia o la verità?" mi domanda mentre sempre lentamente si avvicina a me.

"verità" improvvisamente tocco con il sedere la sua scrivania.
Lui prende le mie cosce e le alza, facendole combaciare perfettamente con il suo bacino.

Nonostante io sia sulla scrivania, lui è ancora più alto di me, di almeno dieci centimetri.

"Beh vedi piccola Joanne" comincia. "Non posso dirti il perché, altrimenti dove sarebbe il divertimento?" sorride.

Senza lasciargli altro tempo decido di baciarlo.
Prendo il suo labbro inferiore e glielo morto.
Le nostre lingue continuano a scontrarsi, e nessuno dei due sembra voler fermarsi.
Lui passa le sue mani dai miei fianchi al mio sedere, e lo stringe forte. 
Io invece gli tiro i capelli.
Dopo ciò, lui mi prende per il collo e mi tira di più verso di se.

Mentre mi tiene con una mano per il collo e con l'altra per il sedere, mi prende e mi porta sul letto. Mi fa stendere sotto di lui, e continuiamo il nostro bacio.

All'improvviso, scende sempre di più, e arriva a togliermi la maglietta.

Da lì ho capito che stava per succedere un casino.

SPAZIO AUTRICE
buoooongiorno gente, finalmente ho postato😭 comunque vi volevo dire che nel prossimo capitolo succederà qualcosa🤪 ma non vi dico niente.
Detto ciò vi chiedo di passare a leggere l'altra storia che sto scrivendo "il buio dopo di te" grazie mille❤️‍🩹

LUV U<33🤍

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