Jay

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Era il 7 dicembre, una normalissima giornata invernale a Chicago.

La città era imbiancata da una grande quantità di neve. Per le vie e nei negozi iniziava a sentirsi la magia del Natale e tutto era addobbato e luccicante.

La vita dei fratelli Halstead procedeva come al solito. Nonostante vi fosse aria di vacanza i due continuavano a lavorare come sempre per il bene degli altri anche se agendo in modo diverso.

Jay quella mattina era al distretto, era giorno di scartoffie. Si doveva aggiornare l'archivio inserendo i rapporti dei casi che l'Intelligence aveva risolto nelle ultime settimane.

Al giovane non era mai piaciuto star lì seduto a scrivere, si annoiava tantissimo. Non faceva proprio per lui l'essere rilegato dietro ad una scrivania. Lui amava state sul campo, essere in azione, sentire l'adrenalina che gli scorre nelle vene.

Ogni volta che era necessario compilare i rapporti, infatti, Jay sembrava insofferente, come se avesse le pulci. Sospirava di tanto in tanto spostandosi sulla sedia continuando a scrivere consapevole di non poter trascurare il compilare i documenti perché anche quello faceva parte del suo lavoro e quindi dei suoi doveri.

Il detective comunque quel giorno però sembrava ancor più distratto del solito. C'era qualcosa in più che lo infastidiva.

- Hailey mi allontano un attimo, devo fare una telefonata - disse alzandosi per l'ennesima volta e dirigendosi in sala relax. C'era già andato diverse volte quella mattina per prendere del caffè per sé o per gli altri.

Una volta entrato nella stanza appoggiò la porta per evitare di disturbare gli altri che stavano continuando a lavorare e per avere un po' di privacy e sedutosi su divano compose il numero e si mise il cellulare all'orecchio.

Dopo un paio di squilli la persona all'altro capo del telefono rispose.

- Ehi Jay ciao - lo salutò Natalie

Il giovane stava per rispondere alla cognata per poi spiegarle il motivo della sua chiamata quando senti una voce in sottofondo.

Le parole gli motorino in gola mentre a bocca aperta rimase ad ascoltare. Si trattava di suo fratello, Will era in macchina con la sua fidanzata in quel momento.

- È mio fratello? Perché ti chiama? - chiese distogliendo solo per pochi secondi gli occhi dalla strada mentre guidava per guardare la sua donna.

- Natalie ciao, ti disturbo? Volevo parlarti, - disse io detective all'altro capo del telefono con un filo di voce - senza che Will senta però. -

Ovviamente in quel momento non era facile fare ciò che il giovane desiderava e così la dottoressa cerco di farlo capire a Jay.

- Siamo in macchina insieme in questo momento - disse la dottoressa Manning spiazzando un po' il ragazzo che sperava di avere la possibilità di parlarle un attimo da solo.

Intuendo la sua difficoltà fu proprio lei alla fine a tirarlo fuori dai "guai" e ad evitargli il dover inventare inutili scuse.

- Allora cosa hai deciso? - disse Natalie sotto lo sguardo stranito di Will che intanto aveva posteggiato nel parcheggio del Med - verrai a cena da noi questa sera? -

Non vi era stato nessun invito a cena, ma era la prima cosa che le era venuta in mente.

Aveva capito che Jay voleva parlare di qualcosa e che desiderava farlo solo con lei.

- Non ce la faccio questa sera purtroppo. Abbiamo un caso e sicuramente farò tardi. Era proprio per questo che ti stavo telefonando. Mi spiace, ma dobbiamo rimandare. Meglio organizzare per un'altra volta. - mentì lui reggendo il gioco alla dottoressa.

Jay però non si era reso conto di non essere più solo.
Hailey, infatti, era entrata quatta quatta nella stanza e si era avvicinata a lui senza fare rumore ascoltando la sua conversazione.

Era rimasta fuori dalla porta, nascosta così da non poter essere vista da lui per un po', ma alla fine aveva deciso di entrare perché c'era qualcosa di misterioso che doveva scoprire.
Non riusciva a capire perché Jay stesse parlando con Natalie?
Il detective non era solito chiamare la sua futura e cognata e così la mente di Hailey iniziò a fare numerose congetture.

L'idea più plausibile era che Jay stesse male, che avesse qualche problema, qualche cosa che non andasse e lei doveva assolutamente scoprire se aveva ragione e di cosa si trattava.

Haley, ovviamente, sapeva che ciò che stava facendo era sbagliato, che il suo fidanzato aveva bisogno di un po' di privacy, che non era giusto origliare, ma non poteva farne a meno.
Era preoccupata per Jay.
Il detective aveva da poco superato un periodo difficile a causa del suo PTSD e solo da poche settimane sembrava essersi ripreso. Temeva potesse avere  una ricaduta e desiderava poterlo aiutare prima che le cose peggiorassero.

Alla fine però la giovane rimase delusa poiché non riuscì ad estrapolare nulla di importante dalla conversazione. Pochi istanti dopo che lei fu entrata nella stanza infatti, Jay salutò la dottoressa chiudendo la conversazione.

Il detective si alzò dal divano e sospirando rimise il telefono in tasca. Era visibilmente frustrato per non aver raggiunto il suo obiettivo.
Stava per aprire la porta per tornare nell'altra stanza per rimettersi a lavorare quando qualcosa lo fermò.

Fu in quell'istante che si rese conto di non essere da solo. Si voltò e si spaventó nel vedere lì Hailey. Non l'aveva sentita entrare e sapeva di diversi preparare per un interrogatorio immaginando che lei lo avrebbe riempito di domande.

Nel frattempo anche Natalie aveva il suo bel da fare per dare a Will delle spiegazioni.

Gli disse semplicemente che aveva deciso di invitare Jay a cena perché non si vedevano quasi mai, che desiderava che la loro famiglia fosse unita e che sarebbe stato davvero bello passare del tempo tutti insieme.

Era la prima scusa che era venuta in mente alla dottoressa, ma mentre ne parlava lei si rese conto di come, in realtà, non era così del tutto falso ciò che stava dicendo.

Due fratelli da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora