Raccolta di prove

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AVVISO: Questo capitolo ha un contenuto molto forte!

Il gruppo dell'Intelligence aveva finalmente scovato dove si nascondevano i criminali e dopo aver lottato per un po' con loro erano riusciti ad arrestarli.

Dawson, Burgess ed Atwater li avevano poi consegnati, ai colleghi, ai poliziotti delle unità giunte sul posto in supporto perché li portassero al distretto per gli interrogatori che si sarebbero svolti non appena la squadra sarebbe tornata in ufficio.

I tre, successivamente, raggiunsero il resto del gruppo che era rimasto all'interno della struttura per fare il punto della situazione.

Il magazzino era ormai vuoto, ma Voight ordinò nuovamente di fare un giro di perlustrazione. Jay doveva essere per forza lì. All'esterno non vi erano segni che il giovane fosse stato portato via di quel luogo.

La prima stanza era libera, non vi era nulla, se non qualche strumento utile per il fabbisogno del crinale e dei suoi scagnozzi. In un angolo di essa, inoltre, vi era una sedia ed attorno ad essa macchie di sangue e vomito pulito molto male.
Di sicuro quelle macchie appartenevano a Jay e Will.

I due fratelli, in momenti diversi, erano stati sicuramente tenuti legati lì.

Mentre Voight raccoglieva prove in quella stanza assieme a Kim, Dawson e Mouse continuarono l'ispezione.

Nella seconda stanza vicino a quella in cui avevano lottato, i due avevano trovato un letto con un macchinario pieno di aghi, che doveva essere quello usato per torturare Will. Il dottore che aveva preso in carico il giovane al Med aveva infatti affermato che sul suo corpo vi erano numerosi segni di punture.

Vicino a quel mostruoso marchingegno vi era una scatola piena di fiale contenenti un liquido.

Dopo aver scattato alcune foto per fare in modo che si potesse risalire a come erano state trovate le cose, Antonio prese alcune delle fiale.
Su di esse vi era un'etichetta con scritto:"Olibro 2.0". Doveva essere un medicinale, un'altra creazione di quel pazzo criminale.

Quella prova doveva essere analizzata anche perché poteva essere quella la sostanza che era stata iniettata a Will.

Mouse, nel frattempo, notò che nell'altro lato della stanza vi era un computer poggiato su una piccola scrivania, e vicino ad esso una poltrona.
Senza perdere tempo si avvicinò ad esso, e volendosi rendere utile, dopo aver fatto anch'egli le foto, si posizionò davanti ad esso iniziando a cercare qualche altra informazione.

Ci volle poco per capire che era proprio quello il mezzo mediante il quale il "dottore" stava osservando le immagini raccolte dalla telecamera che Will aveva sul colletto della camicia.

Atwater, Burgess e Voight a quel punto li raggiunsero venendo informati di ciò che i due avevano scoperto.

- Questo è il luogo dove Jay e Will sono stati tenuti prigionieri. - disse Antonio

- Si, ma di Jay non vi e nessuna traccia - aggiunse sospirando Mouse.

- Non è possibile che non sia qui maledizione! - continuò Dawson

- Lo troveremo, quanto è vero che mi chiamo Hank Voight. Prendiamo tutto e torniamo al distretto. - disse il sergente.

- Forse l'hanno tenuto qui e poi portato da un'alta parte. Si, ritorniamo al distretto e ripartiamo da ciò che abbiamo, magari c'è sfuggito qualcosa. - disse Kim.

A quel punto tutti fecero come gli era stato detto ed uscirono dal locale.
Tutti tranne Mouse e Antonio la cui attenzione fu catturata da qualcosa.

All'uscita dalla stanza un odore nauseabondo raggiunse le loro narici.
I due si guardano in viso schifati, ma invece di dirigersi verso l'uscita decisero di addentrarsi in quello che alla fine si dimostrò essere un minuscolo stanzino quasi segreto.

Si trattava di una stanza vuota e buia. Più avanzavano e più quell'odore diventava forte, aspro e pungente. I loro stomaci erano sottosopra e a volte tossivano come se avessero voglia di vomitare.

Nonostante questo però né Antonio né Greg davano cenno di voler interrompere la ricerca e quindi di voler uscire da lì.
Qualcosa li spingeva a continuare, ad andare avanti e poco importava se fuori c'era il sergente con i loro colleghi in attesa di partire.

La stanza era davvero buia. A differenza della altre due in cui erano stati in precedenza, in questa non era stata montata alcuna lampadina.

Dawson e Mouse presero quindi le torce per poter vedere qualcosa in più e, con un braccio davanti alla bocca per cercare di sentire meno quell'odore nauseabondo, proseguirono la loro perlustrazione sempre più schifati da ciò che vi era lì.

Quell'ambiente era stato utilizzato come bagno improvvisato e lì i due vi trovarono di tutto.

Vi era odore di vomito e di altri tipi di bisogni. I due giovani volevano correre via, ma al contrario andavano avanti perlustrando anche quella piccola zona del magazzino.

- Greg - chiamò Antonio tossendo illuminando la zona vicina all'angolo destro della saletta osservandolo con orrore - qui c'è del sangue.

Mouse gli si avvicinò ed insieme iniziarono a cercare lì vicino e fu proprio poco tempo dopo che quest'ultimo inciampò in qualcosa e per poco non cadde sul lurido pavimento venendo sorretto da Antonio.

- Qui c'è qualcosa! - esclamò il tecnico

- Sono dei tappeti... sono messi alla rinfusa... È come se sotto ci fosse qualcosa... - asserì Antonio chinandosi verso di essi.

A quel punto i due cominciarono a spostarli. Il cuore batteva rapidamente nel loro petto.
Sotto quel mucchio di tappeti poteva esserci di tutto, forse anche un animale come iniziavano ad ipotizzare loro.

Dopo averne tolti alcuni però ciò che comparve fu una mano.

Sia Antonio che Mouse arretrarono leggermente terrorizzati, ma poi ripresero a levare i tappeti e fu proprio quando ne ebbero tolto la maggior parte che il loro cuore si fermò distruggendosi in mille pezzi.

- Oh Dio! No! - disse con un filo di voce Mouse con gli occhi pieni di lacrime che minacciavano di cadere. Il suo viso era pallido e stava iniziando a sentirsi male. Il cuore voleva uscirgli dal petto ed il respiro si era velocizzato.

- Voight! - urlò un Antonio molto agitato.

Sentendosi chiamare con tale urgenza e percependo un misto di paura ed orrore nella voce del suo detective il sergente, che era rimasto sulla porta della casa, accorse immediatamente seguito da Atwater e Burgess.

Anche loro vennero accolti da quell'odore nauseabondo una volta raggiunta la stanza seguendo le voci dei due colleghi.

Voight era più avanti rispetto a Kevin, Kim più indietro avendo difficoltà a sostenere quel fetore.

Antonio e Mouse erano in piedi, e sembravano fissare qualcosa immobili, impietriti.
Fu Dawson a girarsi indicando con le dita trenanti il punto esatto in cui il sergente doveva guardare.

Anche Hank, nonostante fosse un uomo burbero, coriaceo con una corazza abbastanza dura, si sentì sprofondare. Un pugnale gli trafisse il cuore, provò un dolore inimmaginabile per ciò che vide. I suoi occhi si riempirono di lacrime, proprio come i due colleghi che avevano fatto la scoperta e fece fatica a non trattenersi dal piangere.

Il suo ragazzo, il suo detective, colui che considerava come un figlio, era proprio lì. Lo avevano cercato tanto ed ora era lì, inerme, davanti a loro.


Due fratelli da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora