Salvezza e confusione

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Mentre Jay era ancora nelle mani dei rapitori, Will era ormai salvo in ospedale ed al Chicago Med tutto era pronto per l'intervento che si avrebbe dovuto subire di lì a poco

Le ferite che aveva subito erano davvero tante. Tra queste vi erano due paia di costole fratturate ed una di esse aveva perforato il polmone. La saturazione di Will infatti era bassa da rendere necessario l'intervento dei medici.

Da quando il dottore era arrivato in ospedale non aveva mai ripreso conoscenza. I suoi colleghi lo avevano stabilizzato e scaldato prima di decidere di portarlo in sala operatoria.

Ethan si era allontanato per fare il giro visite e controllare i suoi altri pazienti, mentre Maggie si era occupata di organizzare tutto ciò che era necessario per l'operazione.

Intanto il dottor Halstead se ne stava lì disteso con la flebo inserita nel braccio e tanti cavi collegati a sé.

Davanti alla porta della sua stanza si era posizionato Adam che avrebbe fatto da piantone per controllare il fratello del suo collega.
I detective dell'Intelligence pensavano che chi lo aveva rapito avrebbe potuto fargli del male nuovamente se avesse saputo che era ancora vivo.

Ruzek continuava a guardarsi intorno senza farsi distrarre da nulla, quando di punto in bianco qualcosa attirò la sua attenzione. Dei lamenti leggeri che provenivano dall'interno della stanza giunsero al suo orecchio.
Il poliziotto fece capolino dalla porta e vide che Will stava iniziando a rinvenire. Stava provando a muoversi, anche se suoi spostamenti erano leggerissimi quasi impercettibili.

Il dottore, nonostante provasse un fortissimo dolore, pur essendo sotto antidolorifici, stava cercando di spostare il proprio corpo per trovare una posizione più comoda.

Notato ciò, Adam, senza allontanarsi molto dalla sua postazione, attirò l'attenzione di Maggie che si trovava vicino al bancone delle infermiere.

Quest'ultima, dopo aver valutato la situazione chiamò immediatamente il dottor Choi che corse nella stanza seguito dal dottor Rhodes.

Il gruppetto si sistemò quindi nella stanza controllando i parametri di Will e rimanendo in attesa che lui aprisse finalmente gli occhi.

Dovevano verificare le sue condizioni e poi l'avrebbero condotto immediatamente in sala operatoria.

Il giovane dottore si sentiva strano. Il suo corpo era tutto un ammasso di dolori, ogni fibra del suo corpo gridava vendetta. I suoi occhi erano pesanti, le palpebre sembravano fatte di piombo, desiderava solo dormire e che quelle fastidiose fitte potessero finalmente scomparire.

Gli era difficile capire dove si trovasse realmente. Sapeva di essere disteso su qualcosa che ipotizzava fosse un letto.
Purtroppo non riusciva a sentirne la morbidezza di questo sotto di lui, né quella delle lenzuola, né quella del cuscino sotto la sua testa.

La sua mente era confusa, offuscata. Attorno a sé vi erano numerosi rumori che non facevano altro che infastidirlo soprattutto perché i suoni che giungevano alle sue orecchie erano ovattati.

Will aveva paura, era terrorizzato. Il suo cuore aveva iniziato a battere all'impazzata. Non sapeva cosa fare, non riusciva a pensare a nulla. L'unica cosa che sperava era riuscire ad aprire gli occhi. Poi tutto sarebbe venuto in un secondo momento. Doveva agire, un passo alla volta.

Pian piano quindi, con la testardaggine che lo ha sempre contraddistinto, sprezzante del dolore aprì gli occhi sbattendo le palpebre più volte per abituarsi alla luce.
Ciò che vide lo lasciò turbato e perplesso. Diverse persone erano là al suo capezzale e lo fissavano, si guardavano tra loro, sembravano felici...

Cosa volevano da lui? Volevano fargli del male?

Due fratelli da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora