Sentirsi strano

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Jay era così sereno, tutto stava andando a gonfie vele. Avere Hailey al suo fianco ed esser aiutato da lei lo faceva sentire più tranquillo e fermamente convinto che tutto sarebbe andato per il meglio. Pensava che la festa sarebbe stata un successo.

Il giovane detective, però, sembrava attirare i problemi con la calamita ed infatti, non tutto quel giorno andò liscio come l'olio.

Mentre uscivano dal pronto soccorso Jay si guardò intorno.

In una delle stanze vi era un'infermiera che aveva in mano un lungo ago.
Il terrore si impadronì di lui, ma invece di voltarsi da un altra parte non riuscì a staccare gli occhi da lì.

La donna si avvicinò al dottore che era presente nella stanza e gli diede l'ago. Davanti a loro un paziente steso a pancia in giù attendeva che lo strumento gli venisse conficcato nella schiena. Si trattava di una puntura lombare.

Il detective, che aveva la fobia degli aghi, rimase a fissare la scena. Osservò tutto finché la procedura non fu conclusa. Non riusciva a staccare gli occhi da lì, si era fermato ed era rimasto come imbambolato.

Quella volta il caso aveva voluto che un esame come quello si effettuasse senza che le tende fossero tirate nel modo corretto. Jay purtroppo si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Ovviamente il terrore si impadronì rapidamente di lui. Non riusciva più a pensare, era confuso, sentiva come se la sua testa fosse sulle nuvole e tutto attorno a lui aveva cominciato a girare vorticosamente.

Il suo cuore pulsava velocemente ed aveva cominciato a sudare copiosamente.
In poco tempo, infatti, i suoi capelli si erano attaccati alla fronte.

Per fortuna Hailey era lì con lui.

In quel momento lei si trovava qualche passo davanti a lui.
Aveva accumulato quel po' di distanza perché non si era resa conto che il collega si era fermato facendosi catturare dall'esame che si stava svolgendo.

- Jay, su andiamo. - gli disse lei rallentando il passo, voltandosi verso di lui, avendo notato, con la coda dell'occhio, che il giovane era rimasto leggermente indietro. -

Il giovane all'inizio non reagì. Aveva sentito la voce della collega ma era giunta alle sue orecchie come ovattata.

Il suo corpo era così rigido. Ci volle un po' perché lui iniziasse a muoversi nella sua direzione.

Lentamente la raggiunse, grato per il fatto che Hailey gli fosss andata incontro abbreviato la distanza che vi era tra loro.

Jay si sentiva davvero male, tremava, la sua testa era nel pallone ed iniziava ad avere la nausea.
Le sue gambe sembravano afflosciarsi sempre più come stessero diventando gelatina ed il giovane fu costretto ad  appoggiarsi al braccio della collega per mantenersi in equilibrio.

Andava avanti per forza, cercando di respirare il più profondamente possibile per calmarsi un po', gestire la nausea, mentre tutto attorno a lui continuava a girare.

Il giubbotto che indossava celava ciò che stava avvenendo in lui, ma il suo maglione era ormai madido perché il giovane stava sudando ancora più copiosamente e ciò avveniva in tutto il corpo.

Ciò non era visibile per i vari strati di vestiti che il ragazzo aveva addosso essendo pieno inverno.

Sembrò volerci un'eternità, ma alla fine i due furono finalmente fuori dall'ospedale.

Due fratelli da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora