Alla ricerca del detective

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Jay stava finalmente piangendo. Dopo aver tenuto tutto dentro si stava sfogando. Era in mezzo ad un parco isolato, ma per fortuna non era solo. Con lui seppur per telefono c'era il suo migliore amico che non gli faceva mancare mai il suo sostegno nei momenti in cui il detective aveva bisogno.

Intanto, sulla scena, il sergente iniziava a preoccuparsi non vedendo il suo ragazzo da nessuna parte.
Preso com'era dalle indagini si guardava intorno sperando di poterlo trovare lì da qualche parte.

Ma di Jay non vi era nessuna traccia così si rivolse ad Hailey per avere notizie.

- Dov'è finito Jay? - chiese

- Non ne ho idea, credo si sia allontanato mentre parlavamo. Vado a cercarlo - si offrì la giovane.

Iniziava anche lei ad essere un po' agitata. Non le piaceva quando il suo collega si allontanava in momenti di sofferenza.

Così si mise anche lei a camminare nei dintorni alla sua ricerca.
Era così buio lì e non vi era nessuno in giro. Di tanto in tanto aveva provato a chiamarlo, ma non aveva ricevuto risposta.
Continuando a procedere in avanti però, non molto tempo dopo udì piangere. Inizialmente credeva di aver udito male, ma poi si accorse che era così e fu poco dopo che lo vide.

Il giovane se ne stava seduto su una panchina del piccolo parco che di trovava nelle vicinanze del Molly. Era immobile e singhiozzava rumorosamente nel silenzio della notte. Hailey lo osservava a distanza. Una mano del detective era vicina all'orecchio destro, l'altra sul volto.

La detective iniziò lentamente ad avvicinarsi, non voleva spaventarlo facendo rumore arrivando troppo velocemente.

Una volta alle sue spalle, potendo vedere più chiaramente vista la fioca luce che illuminava quel posto si accorse che aveva il telefono  all'orecchio. Qualcuno aveva parlato con lui ed ora gli stava di sicuro sussurrando qualcosa all'orecchio mentre lui a testa bassa continuava a  piangere disperatamente.

Si poteva capire benissimo il dolore che stava provando in quel momento. Si sentiva così colpevole.

Ad Hailey si spezzò il cuore nel vederlo in quelle condizioni. Purtroppo però non aveva idea di cosa poter dire o fare.

Così non fece poi molto lasciando che le cose andassero così come sarebbero dovute andare.

La Upton quindi facendo in modo di essere notata dal collega si avvicinò a lui e si sedette al suo fianco e con le mano avvolse il suo braccio sinistro.

Mentre si spostava vicino a lui comprese, dalle poche parole che Jay aveva detto in risposta che si trattava di Mouse.

Quando il detective vide la collega si sentì come impietrito ciò che non voleva, cioè che lei lo vedesse in quelle condizioni era accaduto.

- Jay, come mouse anch'io sono qui con te. Ti starò vicino, ti supporterò in qualsiasi cosa e qualsiasi momento.- disse intuendo cosa gli stesse riferendo all'orecchio il suo amico.

Jay, anche se controvoglia, continuò a piangere, non riuscendo a smettere, e per un po' di tempo rimase lì seduto immobile circondato dall'amore e dall'affetto dei suoi due amici.

Una volta calmatosi, con voce rauca e con il naso tappato salutò Greg ringraziandolo per essere sempre presente.

Ovviamente per Mouse quella era una cosa scontata da fare, Jay era come un fratello per lui e gli faceva male il cuore non essere lì al suo fianco.
Purtroppo ciò che poteva fare era sentirlo al telefono e così gli disse, prima di chiudere la chiamata che gli disse che si sarebbe fatto sentire per avere notizie del suo amico e soprattutto che lo avrebbe contattato non appena avesse avuto qualche novità.

A quel punto Jay ed Hailey, dopo che il giovane si sciacquò il viso e si ricompose un po', si incamminarono verso il luogo dove era stato rapito suo fratello.

Il sergente finalmente vedendoli tornare si tranquillizzò. Voleva avere Jay vicino a sé per poterlo controllare. Era come un figlio per lui e voleva proteggerlo. Non sapevano ancora se Will fosse stato rapito da qualcuno per qualcosa che avesse fatto oppure se fosse accaduto per colpa di qualcuno che voleva farla pagare a Jay per farlo soffrire.

Il giovane detective aveva indossato la sua solita maschera del "sto bene" ed aveva chiuso dentro il suo cuore il suo dolore e la sua sofferenza.
Ma non ci voleva un indovino per capire che aveva pianto. I suoi occhi erano rossi e bruciavano, tirava su col naso e sentiva la gola in fiamme.

Una volta tornato sulla scena del crimine, Jay venne avvicinato da Adam. Il giovane poliziotto lo informò sulle novità emerse dalle prove che avevano raccolto.

- Jay, mi spiace, le analisi hanno purtroppo confermato che il sangue è di Will. Abbiamo anche trovato questo nelle vicinanze della pozza di sangue che c'era nel vicolo. - disse il poliziotto porgendogli una piccola bustina trasparente che tipicamente usavano per raccogliere gli indizi.

Appena Halstead vide il suo contenuto, gli occhi si riempirono nuovamente di lacrime di dolore che lui si sforzò immediatamente di trattenere.
Si trattava del badge di suo fratello.

Quello che era stato scoperto quindi, non lasciava spazio a dubbi.
Le tracce di sangue ritrovate sulla neve fresca appartenevano a proprio al dottore.

Ciò poteva significare solo una cosa per Jay. Suo fratello era stato portato via con la forza e per farlo era stato ferito.

Questa nuova informazione ottenuta fece scattare in Jay numerosissime altre domande e supposizioni.

E se suo fratello fosse stato colpito ed avesse qualcosa di grave? Se fosse già morto a causa delle ferite riportate?

Il terrore si stava impadronendo nuovamente di lui.  Si sentiva mancare, come se stesse per svenire e, come sempre, si rifiutava di farlo davanti a tutti.

Con fare robotico e rigido quindi, Jay si avvicinò ad Hermann, senza farsi notare dagli altri e con un filo di voce chiese al pompiere proprietario del bar:

- Hermann... so che... hai chiuso il Molly, ma io... avrei... avrei bisogno di un po' d'acqua. -

Il giovane si sentiva sempre peggio, la testa gli girava vorticosamente e respirava in modo affannoso spaventato anche dalla possibilità che il suo corpo potesse cedere da un momento all'altro.

- Il Molly non è mai chiuso per tutti voi - disse Christopher mentre si accingeva a riaprire la porta con il giovane Halstead che lo seguiva.

Jay era grato al suo amico per l'aiuto che gli stava dando. In quel momento tutti sembravano agire per farlo sentire meno solo.

Hayley, ad esempio, era al suo fianco, lo aveva tenuto sotto controllo da quando erano tornati sulla scena senza perderlo di vista nemmeno per un secondo. Aveva giurato a sé stessa che ciò che era accaduto in precedenza non si sarebbe ripetuto. Non si sarebbe allontanata da Jay per nessun motivo.

Entrati nel pub Hermann fece subito sedere Jay.

Il ragazzo sembrava uno zombie. Era stanco, pallido ed emotivamente a pezzi. Sembrava potesse crollare da un momento all'altro.

Il vigile del fuoco, senza perdere tempo prese una bottiglia d'acqua versandone un bicchiere e la diede al giovane che ne bevve qualche sorso cercando di riprendere fiato e di darsi una certa forma di contegno.

- Ti ringrazio - gli disse una volta che si fu più o meno ripreso.

L'essersi fermato per qualche istante lo aveva fatto sentire meglio. Jay continuava ad essere stordito e traballante. Il suo volto era sempre pallido e la testa girava, ma era come se avesse trovato dentro di sé quel briciolo di energia che gli permettesse di affrontare la situazione.

Alla fine, quindi, tutti si alzarono e si diressero fuori per tornare dagli altri.

Hailey, prima di uscire però, prese la bottiglietta e la infilò nella borsa. Aveva l'impressione che sarebbe potuta servire.

Due fratelli da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora